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Unione europea – referendum Francia – il no al 54%

| Bruxelles non cede al pessimismo. La parola d'ordine è restare fiduciosi perché il sì degli elettori è l'unica strada per salvare la Costituzione.

di Maria Teresa Antonelli


A poche ore dal referendum francese sulla Costituzione, il 29 maggio,  e da un'analoga consultazione elettorale in Olanda, il primo giugno, e' questo il messaggio che rimbalza da un'istituzione europea all'altra, nel tentativo di fare chiarezza sulla posta in gioco. ''Non perdiamo le speranze'', ha detto Francoise Le Bail, portavoce del presidente della Commissione - lavoriamo all'ipotesi della ratifica e non vogliamo alimentare discussioni su cosa succederà se questa ratifica non ci sarà e la Costituzione non possa entrare in vigore”.

Dalla presidenza lussemburghese di turno dell’Unione arriva lo stesso messaggio:   “Se vincessero i no l'Europa entrerebbe in una crisi molto grande”. Negli ambienti diplomatici si ripete che ''l'unico piano B e' il trattato di Nizza. A Bruxelles si ricorda che le nuove regole introdotte dal Trattato di Nizza, resteranno in vigore sino al 2009. Il Trattato attuale prevede lo strumento delle cooperazioni rafforzate, vale a dire la possibilità di stabilire legami tra un certo numero di paesi, in certi settori, per accelerare il processo di integrazione europea. A questo proposito, un portavoce ha ricordato che il Trattato di Nizza stabilisce che per avviare una cooperazione rafforzata ci vuole un numero minimo di otto stati membri e bisogna lasciare la porta aperta a tutti gli altri paesi. Il Trattato, inoltre, esclude certi settori (ad esempio quello della difesa e della politica estera) e indica la necessità di tenere conto dell'eventuale impatto di questa alleanza sul mercato interno.

Ad oggi, sono nove i paesi che hanno ratificato la Costituzione Ieri  a Vienna la Camera alta austriaca  ha votato sì con 59 voti a favore e tre soli contrari e oggi tocca  al Bundesrat, la camera dei Laender, a votare in Germania sulla Costituzione europea. Al Bundestag  era stata raggiunta una maggioranza schiacciante del 95% e anche oggi non si prevedono sorprese.
In Olanda invece, messa in secondo piano dal dibattito sul referendum francese sulla costituzione europea,  prosegue la campagna per il referendum previsto per il primo giugno.

Anche in Olanda sono in vantaggio i no, ed è probabile che l'esito del referendum francese possa influenzare quello olandese. In Olanda però il referendum non è vincolante, anche se è probabile che sarà tenuto in grande considerazione dai principali partiti, a meno di una scarsa partecipazione alle urne. Il governo ha annunciato che considererà significativo il risultato se andrà a votare più del 30% degli aventi diritto. I sondaggi prevedono un astensionismo molto elevato, che potrebbe salvare la ratifica olandese, ma certo, come viene riportato da note di agenzia,  non soddisfare gli europeisti più convinti.

28/05/2005





        
  



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