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Il consiglio comunale: cosa si cela dietro le decisioni prese a forza dalla giunta

Ascoli Piceno | Una maggioranza di 25 consiglieri deve ricorrere ad espedienti per approvare le proposte all’ordine del giorno, perdendo non solo sul piano politico

di Federico Biondi

Il consiglio comunale è durato quasi nove ore, dalle nove di sera fino alle cinque e cinquanta di mattina con l’approvazione di molti provvedimenti come per esempio la modifica del regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili (Ici) e la delibera concernente i progetti preliminari relativi all’ampliamento e ristrutturazione del polo universitario e alla realizzazione dell’auditorium con contestuale variante urbanistica.
 
In queste nove ore di consiglio comunale è successo di tutto, difficile fare la cronaca di una seduta che precedentemente era stata sciolta per mancanza del numero legale e che è stata riproposta in 2a convocazione per far scendere il numero dei consiglieri utili per l’approvazione dei vari punti all’ordine del giorno.
 
Una discussione che non è stata pacata e non sta a me dire se  molti dei provvedimenti approvati sono frutto di un illegittimo amministrativo o di una condotta pressappochista da parte del presidente del consiglio Valeriano Camela.
 
Sta di fatto che il presidente del Consiglio Valeriano Camela non deve fare da capo espiatorio dato che il sindaco Piero Celani, in questa baraonda infernale, ha preso da parte e ha discusso approfonditamente con la maggioranza consiliare, che non vedeva di buon occhio le proposte fatte dalla giunta, bloccando di fatto la seduta nei momenti decisivi.
 
Molte le assenze nelle file della maggioranza e i presenti sicuramente non hanno avuto una condotta diligente e coerente con il proprio pensiero, esposto tra l’altro sui banchi del consiglio comunale con forbite arringhe e chiare prese di posizioni. Le ripetute sospensioni del consiglio, addirittura c’è stata l’interruzione per fare colazione, hanno fatto emergere tutte le fragilità del sindaco Celani, il quale è riuscito alla fine a far capitolare di volta in volta i dissidenti della maggioranza consiliare.
 
Per tenere unità la destra sociale o quello che ne rimane è accorso anche il consigliere regionale Castelli, che ha richiamato più volte i suoi alla compattezza, influenzando il libero arbitrio. Compare anche il vice presidente della Regione Agostini ma lui si allontana appena inizia la seduta, al contrario del collega il quale fa l’alba.
 
Riepilogando si inizia con l’assessore Tega e l’approvazione della determinazione del valore e dei criteri per le aree edificabili redatta dall’assessore Viscione, dopo di che si discute e si approva la verifica delle quantità e qualità delle aree e fabbricati da destinarsi alla residenza e alle attività produttive e terziarie con la determinazione dei relativi prezzi di cessione.
 
In questo caso il Capo gruppo della Margherita Giorgio Rocchi mette in difficoltà la maggioranza e soprattutto i dirigenti comunali, dato che il documento contrasta con il bilancio preventivo che l’amministrazione si appresterà ad approvare prossimamente.
 
L’assessore Tega si fa da parte, i dirigenti si guardano, Ballatori prende la parola ma a risolvere la situazione è il sindaco Celani e subito dopo arriva puntuale la conferma dello stesso Ballatori. Il presidente del consiglio prende atto di ciò, ringrazia anche Rocchi per aver comunque fatto notare una cosa giusta e si continua nella girandola delle approvazioni.
 
La palla passa un’altra volta all’assessore Viscione con la modifica dell’articolo 6 e 8 del regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili (Ici). Non si è capito bene se il provvedimento tassa facoltosi ascolani o incide sulle tasche dell’ascolano medio.
 
Si tratta sempre e comunque dell’aumento di una tassa di proprietà del 2° immobile, 3° e così via. In particolare la modifica del comma b dell’articolo 6 riguarda gli sconti per chi cede in comodato d’uso ai famigliari e affini la seconda e terza casa, ecc. La modifica dell’articolo 8 invece definisce in modo più chiaro l’inagibilità e l’impraticabilità dei fabbricati.
 
Per la minoranza consiliare è una tassa messa dall’amministrazione comunale per far quadrare il bilancio, in contrasto con quanto detto in campagna elettorale circa l’aumento delle tasse, per la maggioranza consiliare è l’abbattimento di privilegi ad appannaggio di facoltosi ascolani.
 
C’è confusione, vengono bocciati due emendamenti, il consigliere Rocchi molto attivo nella seduta, fa notare che non c’è il parere delle circoscrizioni, ed evidenzia che si sta operando violando l’articolo 78 del regolamento comunale che in questi casi decreta la nullità del provvedimento.
 
Si mette ai voti la delibera nel suo complesso, alcuni della maggioranza si allontanano esprimendo così la loro contrarietà, nella dichiarazione di voto Catalucci spiega che la delibera così presentata non merita di essere votata. Sta di fatto che il provvedimento viene messo ai voti due volte consecutive, la prima non aveva soddisfatto i requisiti per essere approvata, la seconda si.
 
Scoppia il pandemonio, spettacolo indecoroso, sia per il modo in cui si sta operando sia per il baccano che si è creato. Il consiglio si blocca ed è in discussione la stessa democrazia. Dai banchi si fa un processo all’andamento dello “spettacolo” a cui si sta assistendo anche con un discreta folla di spettatori.
 
L’ora è già tarda, presumibilmente l’una di notte e la discussione dura a lungo. Allevi esortata il presidente del consiglio Camela a rispettare il regolamento comunale e le prassi del buon governo. Contro di lui infieriscono anche esponenti della maggioranza, tra cui Micucci. Ricordo che altri esponenti dissidenti della maggioranza non erano presenti sin dall’inizio.
 
Gli animi si placano l’assessore Natali relaziona l’approvazione delle vendite immobiliari pluriennali. Nella discussione e nell’approvazione dell’atto si ricorda l’assenteismo dei consiglieri nelle commissioni comunali, luogo deputato alla discussione preliminare degli atti dove si esprime parere consultivo.
 
Brandimanrti legge un verbale di una seduta di commissione consiliare che attesta la scarsa considerazione che la maggioranza ha dei suoi consiglieri. La conclusione dell’intervento è: “come fanno ad essere tutelati i diritti della minoranza se non si tutelano neanche quelli della maggioranza?”.
 
In una di queste sedute Trenta dichiarò che l’amministrazione comunale troppo frequentemente fa ricorso alla variante urbanistica. Lo stesso smentisce e cerca di difendere la maggioranza. Per paradosso i consiglieri di centro destra si devono difendere dai colleghi del centro sinistra che li accusano di seguire una logica che poi è smentita nelle sedute consiliari. È un po’ come la parola d’onore data e non mantenuta.
 
L’atto viene approvato e si procede per la discussione dei progetti preliminari relativi all’ampliamento e ristrutturazione del polo universitario e alla realizzazione dell’auditorium con contestuale variante urbanistica.
 
L’atto è passato e dei 3 emendamenti presentati dalla minoranza uno è stato approvato. Ma in questo ordine del giorno è successo di tutto. Il consiglio si ferma più volte, anche per cose non prettamente “istituzionali”.
 
Il sindaco fa discussioni in privato per convincere i dissidenti. Inizialmente sembrava che alcuni consiglieri della maggioranza non vedessero di buon occhio la proposta relazionata dall’assessore Lattanzi, compreso il Senatore Ciccanti che afferma, “una procedura che non ho mai condiviso”.
 
Sta di fatto che vengono messi ai voti gli emendamenti presentati dalla minoranza consiliare, al primo Ciccanti vota a favore mentre il tanto atteso Tosti Guerra delude i consiglieri di minoranza e manda forse in fumo più di cinque anni di coerenza su una tematica importante per la città, dopo di che si allontana dall’aula abbandonando il consiglio.
 
Lo stesso Tosti Guerra precedentemente si è alzato in consiglio ed ha riferito che nel 2002 fece una proposta uguale a quella presenta dal centro sinistra.
 
Gli altri due emendamenti vengono bocciati, nel frattempo giunge il consigliere di centro sinistra Procaccini per votare la delibera nel suo totale, sono le cinque passate e c’è la famosa pausa per la colazione, una scusa per richiamare i consiglieri di centro destra. Risponde all’appello Tosti Guerra che poi vota a favore e la delibera passa. Rivolgendosi ai consiglieri di centro sinistra afferma, “dopo vi spiego”.
 
In definitiva con l’approvazione di questo ordine del giorno inizia un iter, che è già stato bloccato negli anni scorsi dall’autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici e dalla Presidenza del Consiglio Dipartimento Politiche Comunitarie.
 
In definitiva si vogliono vendere immobili pubblici, come l’ex dispensario e alcuni locali del Palazzo Sgariglia, per poi fare dei lavori di ristrutturazione a spese dell’amministrazione comunale, c’è da aggiungere che non è consentito l’utilizzo della variante straordinaria su gli immobili privati.
 
La delibera sul polo universitario non è un semplice intervento edificatorio, ma un piano pubblico più complesso che vede la realizzazione di servizi (un piano finanziario), quindi così facendo il tutto sarà gestito dai privati, come deliberato dal consiglio.
 
In Italia l’università è pubblica e se si vuole costituire una privata è necessario seguire le modalità che lo stato stabilisce senza sconti e regali dalla pubblica amministrazione, per di più c’è da dire che l’amministrazione comunale ha deliberato su uno stabile, l’ex ospedale Mazzoni, che non è neanche di sua proprietà ma dell’Asl.
 
L’approvazione di questo ordine del giorno, non farà in modo che Ascoli si doti di quelle strutture necessarie per il radicamento dell’Università sul territorio. L’iter è lungo, cinque anni sono già passati e la pratica è già stata repressa altre volte, inoltre se si vogliono comunque far partecipi con il project financing i privati, le pratiche amministrative devono essere più veloci, altrimenti anche loro alla fine opporranno un rifiuto.

28/05/2005





        
  



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