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Rifondazione non si ritiene affatto offesa dalla verità storica

Ascoli Piceno | Martelli: “non va dimenticato il contesto della Guerra Fredda e l’opposizione dei blocchi”

di Massimo Martelli

 
L’articolo di Natali, “La sinistra e il mea culpa” (Resto del Carlino, 2 maggio 2005), pur essendo breve è denso di inesattezze. Anzitutto perché Rifondazione non si ritiene affatto offesa dalla verità storica; al contrario, proprio perché un fatto è un fatto, è difficile stravolgerlo attraverso un’opera di revisionismo e traslarlo in contesti alla destra di Natali certo più favorevoli. Non ci offende la verità ma il tentativo di distorcerla.
 
Riguardo alle domande alle quali non rispondiamo: quali domande? Natali insinua semplicemente che siccome la maggior parte dei partigiani erano di ideologia comunista, si dovrebbe rinnegare il loro contributo nella Resistenza alla luce dei disastri provocati dal comunismo, che avrebbero voluto instaurare anche in Italia.
 
Va detto subito che di comunismo nel novecento se n’è visto realizzato ben poco, per non dire affatto; bisognerebbe piuttosto chiamare le cose con il loro nome, ossia “socialismo reale”, che non è esattamente la stessa cosa e che di certo ha provocato meno disastri di quelli che l’altro modello, quello capitalistico, sta portando avanti ancora in tutte le parti del mondo (anche nei paesi dove il socialismo reale non c’è più).
 
Poi, non va dimenticato il contesto della Guerra Fredda e l’opposizione dei blocchi: in tale situazione il PCI di Togliatti, non allineandosi alle posizioni dell’Unione sovietica staliniana, accettò per il bene delle neonate istituzioni democratiche, di lavorare assieme alle forze cattoliche e repubblicane per accelerare il lungo e doloroso processo di ristrutturazione che attendeva il nostro paese.
 
Questo senso del rispetto e del valore delle istituzioni è certamente ciò che ha accomunato la classe politica del secondo dopoguerra. Valori ben distanti da quel regime che Natali vuole far passare come speculare al comunismo e che una buona parte della destra attuale continua a inseguire con nostalgia. Ed è proprio per la fine della dittatura nazi-fascista, soltanto per questo, che si festeggia in Italia il 25 aprile.
 
*Segretario PRC Ascoli Piceno

03/05/2005





        
  



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