Il Vice Presidente della Giunta Regionale con delega al Commercio e Turismo Luciano Agostini, intervenuto alla IX Assemblea Elettiva della Confesercenti, ritorna su due temi molto cari agli esercenti balneari. Ovvero la proposta di allungare i tempi delle concessioni e l’aumento del canone demaniale. Specie quest’ultimo, a stagione ormai inizita, continua a pendere come una spada di Damocle sulla testa degli esercenti di categoria.

“Non è che con provvedimenti tipo l’aumento sproporzionato dei canoni demaniali si risolve la crisi in generale o addirittura dei consumi. Il governo prima ha fatto questo provvedimento poi ha dato alcune proroghe perché ha delegato i Sindaci direttamente a riscuotere questo canone e adesso è scaduta la proroga. Proprio oggi questo è stato un argomento di cui si è discusso in Giunta.

E abbiamo deliberato di mandare una lettera ai Sindaci dove diciamo che autonomamente loro debbono prorogare questa possibilità di non applicare l’aumento del 300%. Ne discuteremo ulteriormente lunedì pomeriggio insieme all’ANCI  per costruire un’intesa comune e tale da rendere la situazione ai Sindaci un po’ più tranquilla per evitare che non si riscuota questo indecente provvedimento.”

Sintonia quindi con le organizzazioni di categoria ?
“ Si pienamente. Noi e loro continueremo a fare pressione perché si elimini questo “balzello” che è il contrario di quello che dovremmo fare per far riprendere i consumi e per far ritornare ad investire le imprese. Per cui questa iniziativa che vogliamo fare insieme ai Sindaci la riteniamo importante in attesa che con un'altra analoga ma comune insieme a tutte le regioni si aumenti le possibilità di indurre il governo a revocare quel provvedimento.”

La famosa proposta Tremonti riguardo all’allungamento delle concessioni demaniali ? Bella e sepolta ?
“ Io non sono d’accordo su quella proposta di legge. Nel senso che Tremonti ci ha abitutato alla finanza creativa i cui limiti e le cui lacune si stanno evidenziando proprio in questi giornie in questi mesi. Continuare con questa politica di vendere i “gioielli di famiglia” non ci convince . Però penso che tutto il dispositivo concessorio del demanio debba trovare una normativa più attenta anche nei confronti delle imprese che svolgono l’attività. Ma da qui a dire che dobbiamo vendere il patrimonio nazionale credo ce ne passi tanto. "