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"C’è un detto che dice che chi comanda fa legge"

Ascoli Piceno | "Sono saltati tutti i meccanismi di controllo democratico in Consiglio Comunale grazie al comportamento scorretto e arrogante del Presidente Camela, tra l'altro umiliante e irriguardoso nei nostri confronti "

di Gruppi Consiliari del Centrosinistra

 
 
Nessuno si scandalizza del fatto che la maggioranza si approvi da sola le “sue” proposte: quello che impressiona è che lo faccia in barba allo Statuto ed ai Regolamenti vigenti, forzando regole e bon ton perchè le mancano i propri voti.
 
E la qualità di un procedimento amministrativo è spesso direttamente proporzionale alla qualità della proposta, stavolta così scarsa che ha ingenerato mali di pancia anche nella stessa maggioranza che anziché avere 25 voti, come potrebbe, ne ha espressi a favore, sul Polo Universitario, solo 17, e per giunta utilizzando il paracadute della seconda convocazione.
 
Ma un fatto nella seduta del 27 maggio è stato eclatante: la prolunga di cui ha avuto bisogno la maggioranza per arrivare ai 21 voti indispensabili, per approvare gli aumenti ICI.
 
A termine della votazione (tutti gli atti ne hanno una!) i voti favorevoli contati dal Segretario Generale e dal Presidente, che li ha così proclamati, sono risultati 20. Così risultando, la delibera, ancorché approvata, non era adottabile perché non si era raggiunto il numero di 21 favorevoli richiesto dallo Statuto.
 
Allora la novità introdotta dal Presidente del Consiglio Camela (come fanno nei quiz TV?): poter ritornare sulla “risposta” data dai consiglieri; con una sensazionale interpretazione il Presidente Camela ha dato avvio ad una seconda votazione (improponibile)  con un più controllabile voto per appello nominale, e nella nuova circostanza un consigliere di maggioranza, prima astenuto, ha cambiato idea (da solo? Ma tra il pubblico non c’era….?) e così ecco arrivati, con una inusuale seconda operazione di voto, al numero indispensabile per l’aumento ICI.
 
Solo l’inizio: è salito in cattedra il Presidente del Consiglio che poi, nel corso di una lunga notte di interventi da parte della minoranza e di silenzio assoluto dei consiglieri di maggioranza (eccezion fatta per il senatore Ciccanti) ha ritenuto di dover accordare immotivate pause al dibattito, ha aspettato che i consiglieri fossero svegliati per alzare la mano a comando, ha concesso la sospensione dei lavori per motivi politici (sospensione messa ai voti ed approvata dalla maggioranza) e dopo cinque, diconsi cinque minuti, né ha accordata ancora un’altra di sospensione su richiesta del Consigliere a cui improvvisamente è venuta voglia di cappuccino, voglia soddisfatta non con la colazione ma con il rientro in Consiglio di un consigliere che già aveva abbandonato i lavori, altrimenti addio numeri!
 
Tra stampelle e prolunghe la maggioranza ha così votato la delibera sul Polo Universitario, con 2 astensioni nella maggioranza, dopo aver respinto un’organizzazione diversa dei lavori.
 
Le certezze patinate ostentate sugli organi di informazione si sono rivelate una incoerente declamazione di principi, traditi al momento del voto in Consiglio. L’assenza di un contributo al dibattito da parte della quasi totalità dei 25 consiglieri di maggioranza è una cocente delusione: ad un anno dalla elezioni già hanno dimenticato l’impegno preso con la città, con la quale avevano annunciato frequenti momenti di confronto, partecipazione, condivisione, trasparenza.
 
Sarà per la prossima volta, perché ancora speriamo in un sussulto d’orgoglio che ripristini regole e spirito costruttivo nella maggioranza, che non impedisca il confronto sui temi importanti. Sono concetti semplici: convocazione per tempo delle commissioni, materiale tempestivamente in possesso dei consiglieri, riunioni di approfondimento con la città, dibattito nelle circoscrizioni, confronti leali, idee rispettate.
 
Che poi sui contenuti si perda è nei rapporti di forza tra maggioranza e minoranza (noi accettiamo le regole del gioco), ma che si smarrisca il senso dei processi democratici e delle procedure è un campanello d’allarme sulla deriva che il sistema sta prendendo.
 
Da oggi e fino al chiarimento del quadro istituzionale, il centrosinistra non garantirà più la presenza nelle commissioni consiliari, ad eccezione di quella “lavoro” a cui parteciperà un solo consigliere a nome di tutto il gruppo di minoranza.
 

31/05/2005





        
  



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