Lectio doctoralis di Papa Benedetto XVI.
| ROMA - Il 24 Aprile 2005 Santa Messa di inizio pontificato. " Egli non toglie nulla ma dona tutto"
di Fernando Ciarrocchi
Dalle ore 21,37 del 2 Aprile 2005, momento della dipartita terrena di Sua Santità, Giovanni Paolo II, la Santa Città del Vaticano, ininterrottamente , ha avuto il giusto e dovuto onore dei primi piani sia delle televisioni di tutto il mondo, sia delle pagine dei quotidiani e dei periodici.
La Basilica di San Pietro è divenuta a ragione la cattedrale del mondo.
Nei nostri occhi, nella nostra memoria, scorrono le immagini di quelle interminabili file umane di fedeli che hanno reso omaggio alla salma di Giovanni Paolo II , Il Grande. Poi ancora: i moltissimi presidenti delle nazioni delle mondo giunti a Roma per i funerali del Santo Padre, Giovanni Paolo II, officiate dal Decano del Sacro Collegio cardinalizio, card. Joseph Ratzinger ; mai viste tante autorità mondiali: basti ricordare che sono stati presenti ben tre Presidenti degli Stati Uniti d'America, Bush senior, Bill Clinton , George Bush, l'attuale Segretario di Stato americano, Condoleeza Rice , i reali di Spagna e tanti altri.
Ma ciò che va evidenziato è la presenza alle esequie papali delle rappresentanze dei capi delle religioni presenti nel mondo.
Questo è sicuramente uno dei tanti miracoli compiuti da Giovanni Paolo II.
Sono stati giorni oltrecchè intensi emotivamente, soprattutto, religiosamente, quindi, davvero indimenticabili perché costituiscono le pagine più nobili della copiosa storia di Santa Romana Chiesa.
Il giorno successivo alle esequie, inevitabilmente, è iniziato, o meglio, si è acuito il tam, tam mediatico che giorno dopo giorno ha assunto i tratti di un vero e proprio toto papa.
Fino a quando alle 18,50 del 19/04/05, il protodiacono, Sua Eminenza Rev.ma , card. Medina Etevez, già prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, dal balcone centrale della Basilica di San Pietro, nel pronunciare la canonica e celeberrima frase "habemus Papam" , rese noto al mondo il nome del 265° successore di Pietro: " reverendissimum ac eminetissimum cardinalem Jseph Ratzinger".
La sterminata folla di fedeli, accorsa in fretta in piazza San Pietro alla vista della quarta fumata bianca, ha accolto il nome del nuovo Sommo Pontefice con applauso sincero e fragoroso, unitamente a manifeste espressioni giubilo.
Senza alcuna esitazione o incertezza per tutta la Chiesa l'elezione al soglio pontificio di Papa Ratzinger è un autentico e vero " GAUDIUM MAGUNM" .
Lo Spirito Santo ha esercitato la sua migliore influenza sugli eminentissimi cardinali elettori che hanno indicato nella persona del card. Ratzinger la più autorevole personalità ecclesiastica idonea ad ereditare il prestigioso pontificato che fu di Giovanni Paolo II, IL Grande.
Sua Eminenza Ratzinger è la mente più eletta non a caso è il più raffinato studioso cristiano di tutta Europa nonché prestigiosissimo teologo tanto che Giovanni Paolo II in più di una occasione ebbe a dire " tutti possono essere cambiati fuorchè il card. Ratzinger" che incaricò custode della fede cattolica e titolare di quello che un tempo era noto con il nome di Sant' Uffizio".
Dunque, personalità eminentissima e di riconosciuta autorità morale a livello mondiale.
Papa Benedetto XVI nel rinvolgere il suo primo indirizzo di saluto alla folla festante , con tono emozionato ma scandito dall'inconfondibile accento tedesco ebbe ad affermare" sono un umile servo nella vigna del Signore". Una dichiarazione semplice ma forte ancor più rafforzata " sono qui per servire ma non per essere servito".
Da queste brevi ma intense espressioni svetta una personalità affascinante contraddistinta da una cultura ultra raffinata e sconfinata fondata su di una fede forte più di una roccia e su di una umanità avvolgente che traspare da quel sorriso dai tratti timidi ma vero e ricco di profondità.
L'omelia di Papa Benedetto XVI pronunciata in occasione della Santa messa di inizio pontificato è stata una vera e propria "summa lectio doctoralis" ricca di simbolismi e significati.
A voler azionare l'effetto moviola della nostra memoria il primo gesto simbolico che il Santo Padre ha compiuto prima dell'inizio della celebrazione è stato quello di recarsi sulla tomba di S. Pietro, quale primo Vescovo della Chiesa non a caso dalle cronache ecclesiastiche si apprende che ad elezione papale avvenuta, all'interno della Cappella Sistina, ci si rivolga al cardinale prescelto a succedere a trono di Pietro con la frase " Tu es Petrus" ( Tu sei Pietro).
Il Card. Medina Estèvez, già Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ( ai più è doveroso ricordare che Sua Eminenza Estèvez ha dato particolare lustro alla storica processione cittadina del Cristo Morto , a Monteprandone, con la Sua eccellentissima presenza , in occasione dell' edizione 2004. Siamo stati felicissimi nel rivedere Sua Eminenza Rv.ma Medina dai teleschermi quando dal balcone centrale della Basilica di S. Pietro, quale protodiacono, pronunciò la fatidica frase " nuntio vobis gaudium magnum, habemus Papam, Cardinalem Jospeh Ratzinger" ) ha posto sulle spalle del Santo Padre il pallio nella foggia originaria del primo millennio cristiano.
Il pallio di Benedetto XVI è una sottile e lunga stola bianca in lana d'agnello con 5 croci in seta rossa e tre spilloni.
Il pallio è l'immagine del giogo di Cristo che il Servo dei servi , il Santo Padre, prende sulle spalle, è un simbolo ricco di significai morali, di alti riferimenti e di rifiuto del potere temporale, di assunzione di responsabilità esclusivamente ecclesiali come Vescovo di Roma.
Il sigillo pescatorio, noto come anello del pescatore , gli è stato consegnato dal card. Angelo Sodano, decano del Sacro Collegio e riconfermato alla Segreteria di Stato della Santa Sede.
L' anello ricorda o meglio attesta lo sposalizio tra il Vescovo di Roma e la Chiesa universale.
Nella sua prima omelia, Papa Benedetto XVI, l'esordio lo riserva al suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II, quando afferma " ora sappiamo che Egli è fra i suoi è veramente a casa sua" .
Rivolgendosi poi al popolo di Dio in festa ha proseguito "il compito che mi è stato assegnato supera ogni capacità umana. Ho la consapevolezza di non essere solo . Non devo portare da solo ciò che non potrei , è la schiera dei Santi, Dio, che mi proteggono. Le vostre preghiere, la vostra fede, indulgenza, cari amici, mi accompagnano".
"La Chiesa è viva, è giovane , ha in sé il futuro del mondo. Sperimentiamo la gioia che il Risorto ha promesso ai suoi." Così si è rivolto per la prima volta ai giovani e ha poi ha ripreso l' arcinota espressione che fu di Giovanni Paolo II, Il Grande " Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo. Chi fa entrare Cristo non perde nulla, ma rende la vita più bella e grande. In questa amicizia con Cristo si dischiudono le grandi potenzialità, sperimentiamone ciò che è bello e libera. Non abbiate paura di Cristo. Egli non toglie nulla , ma dona tutto".
Esplicito il messaggio: cari giovani del mondo, futuro della Chiesa, attenzione ai falsi idoli che creano i deserti dell'anima, ma abbiate Cristo al centro della vita che dà senso alla vostra preziosa esistenza , unica e irrepetibile proprio creati a immagine e somiglianza di Dio.
Ai fratelli maggiori del popolo ebraico si è rivolto così " siamo legati da un comune patrimonio spirituale che affonda le sue radici nelle irrevocabili promesse di Dio".
Decisa e convinta apertura al dialogo tra religioni ufficializzata con una lettera di Papa Benedetto XVI alla massima autorità ebraica di Roma.
Con un nocchiero di così alta caratura la Chiesa , con l' aiuto di Dio, saprà affrontare i perigliosi flutti che si troverà dinanzi navigando nel mare aperto del mondo con una bussola che mai nessuno potrà misconoscere : Gesù Cristo.
Santo Padre, dal più profondo del cuore, ad maiora !
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07/05/2005
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