Il Cinema Margherita di Cupra Marittima di nuovo protagonista di grandi dibattiti. Ieri, alle ore 21, si è svolto un convegno molto interessante e di grande attualità, organizzato da Nicola Torquati, responsabile cuprense dell' Udc giovani della parrocchia di San Basso.

Il convegno riguardante il referendum abrogativo della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, ha visto la partecipazione di diverse personalità tra cui l'onorevole Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, Marina Angellotti, presidente provinciale dell' Azione Cattolica,  Luca Marconi direttore nazionale di Rinnovamento dello Spirito, e Carlo Di Biagio membro dei medici cattolici italiani.

Il pensiero unanime è stato ribadito con fermezza da Nicola Torquati, ossia quello di non andare a votare. Ma quali sono le giustificazioni che hanno portato l'Udc a questa scelta? Si e posta l'attenzione su un particolare non irrilevante, e cioè, sul fatto che il tema del confronto referendario è stato spostato.

Ci ha spiegato Nicola Torquati che inizialmente i promotori intendevano proporre questo referendum come una sorta di accesso alle tecniche di procreazione assistita per coppie maggiorenni di sesso diverso, per donne single sterili e non, e per coppie non conviventi; invece poi hanno incentrato il discorso sulla possibilità futura di usare le cellule staminali per guarire malattie, ad oggi incurabili. L'udc pertanto si ritiene contraria all'utilizzo delle cellule staminali embrionali per la cura delle malattie, sia perchè comunque non è stata scientificamente provata l'efficacia di tale metodo e sia per difendere il diritto alla vita, diritto fondamentale, specie oggi, in un mondo in cui la morale e la moralità sembrano non andare più di moda a vantaggio di quella praticità che spesso calpesta i sentimenti ed il buon senso.

E intanto ci avviciniamo velocemente al fatidico giorno in cui il popolo darà espressione alle proprie volontà, e qualunque sarà il verdetto, l'importante è che sia da una parte che dall'altra, il voto o il "non voto" siano espressione di un coinvolgimento profondo della propria coscienza, e ci portino a ragionare e discutere, e non ad ignorare  e a disinteressarsi di un problema di tale portata.