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Una vittoria di civiltà

San Benedetto del Tronto | Il Referendum, gli intellettuali e la "cover" degli anni '50

di Laura Ripani

Astensione fisiologica, appelli degli intellettuali, le testate giornalistiche più autorevoli e le principali tv schierate per il voto. Come ai tempi della battaglia negli Usa tra J.F. Kerry, espressione dell'intellighentia  edei potentati, e George Bush destra un po' più "popolare", anche in Italia non è bastato che scendessero in campo i grandi nomi del cinema e le starlette, le firme illustri, si agitassero i fantasmi dell'ingerenza del Vaticano nella vita dello Stato, per convincere (o dovrei dire costringere?) il popolo andare al seggio. Stavolta pare proprio che i cittadini abbiano votato con la loro testa, vale a dire hanno deciso di non votare.

 Curioso come, a urne ancora aperte, mi sia arrivato un messaggio. Cleto, il mio collaboratore, si rammaricava perché per lui, radicale, si era fatto "un passo indietro" in Italia. "Siamo ritornati agli anni '50" sosteneva.   
 Una intuizione che fa riflettere. Perchè i giovani d'oggi, non tutti forse, in tal senso sono stati educati, vale a dire nel credere al Progresso come dio che può portare soltanto benessere e ricchezza.

 Beata gioventù, io che ai tempi neppure ero embrione, credo di aver compreso, mi vengano a sostegno mamme e nonni, che quel periodo fu tra i più rosei, creativi, belli da vivere della storia patria. Sconfitta la guerra, presto lo sarebbe stata anche l'ignoranza. Si era in pieno baby boom e, soprattutto, scoppiava la speranza, che si sarebbe concretizzata di lì a pochi anni con il miracolo economico e la Dolce Vita. Ergo rispondo da queste pagine che sì, magari, si ritornasse a quell'epoca. Io onestamente avrei voluto viverla.

 Ma la storia non ritorna indietro. Per i corsi e ricorsi rivolgersi al Vico. Quindi parziale sarebbe  credere che sia stata una vittoria esclusivamente dei cattolici quando, c'è da dire, costoro si sono evoluti: ascoltano la propria coscienza, si danno le ragioni. Quindi, semmai, le confrontano con quelle del Papa riconoscendosi in un comune sentire. Una posizione, insomma, da protagonisti che ha liberato le persone dal moralismo,  questo sì, se mai c'è stato, sarebbe di vecchio stampo oltre che inumano.

Ma per ritornare allora al   Referendum sulla Legge 40, altre considerazioni si impongono. Che in molti, sicuramente, vogliono ridurre le consultazioni allo stretto necessario, considerando lo strumento "invasivo". Ma tutte le altre considerazioni cadono di fronte all'unica importante, di ottimismo per il futuro: si può, sulla base di questo risultato, ricominciare a costruire una società più umana, in pace e che rispetti i diritti umani. Di tutti, perché proprio a cominciare dei più deboli ed indifesi.

 Si è tratta, insomma, di una vittoria della civilità. E se, per una volta, progredire dovesse voler dire guardare a quanto di bello, buono e giusto è stato fatto nelle precedenti generazioni, la digressione tratta dalla musica, fa capire come la "cover" ci stia tutta. Evidentemente a forza di spostare oltre il limite di tutto, e a tutti i costi, l'Italia ha dato un esempio. Anche perchè no? per l'Europa. 

16/06/2005





        
  



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