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Grassi (circuiti teatrali): i tagli mettono a rischio il 20% dell'attività

| ANCONA - Presentati i dati sull’attività dei Circuiti nel 2004. Gentile (Agis): “confrontarci per affrontare uniti i problemi”. Giorgetti (Eti): “con i Circuiti un ruolo di cerniera tra Stato e Regioni”. Troli (Amat) : “intercettare le nuove generazioni"

 Un milione e mezzo di spettatori, 5 mila recite programmate in 12 regioni, 200 compagnie impiegate, con una particolare attenzione alla drammaturgia contemporanea.

Questi i dati dell’attività 2004 che gli 11 circuiti teatrali regionali pubblici aderenti all’Anart hanno presentato oggi ad Ancona al convegno “Circuiti regionali: quale avvenire?”.

“Purtroppo però questi numeri sono a rischio – ha dichiarato il presidente dell’Anart, Carmelo Grassi – per la riduzione delle risorse finanziarie destinate allo spettacolo dal vivo che ci è stato annunciata di circa il 10% rispetto allo scorso anno.

Sommati a quelli già operati dagli enti locali, I minori contributi del Fus ci porteranno a dover ridurre l’attività di almeno il 20%. Le conseguenze non peseranno solo sul lavoro delle compagnie e sui livelli occupazionali ma penalizzeranno soprattutto il pubblico dei centri piccoli e medi. A questo punto – continua Grassi-  speriamo in un recupero del Fus e nell’adozione da parte del Ministero di misure volte a salvaguardare il nostro ruolo di raccordo tra Stato, Regioni, autonomie locali e utenza per una efficace attività di promozione della cultura teatrale”.

Spunti di riflessione su un futuro che sembra non essere roseo sono stati offerti da Enzo Gentile, vicepresidente dell’Agis e direttore del circuito abruzzese-molisano. Gentile ha invitato ad una discussione che prepari i circuiti ad affrontare “con chiarezza di idee e con obiettivi ben individuati preventivamente, i problemi che scaturiranno sia dalla disponibilità finanziaria ridotta, sia dalle innovazioni normative che saranno emanate”.

In particolare sul rapporto con l’ETI, l’Ente Teatrale Italiano, Gentile auspica per l’ente la riconquista di un ruolo sul piano nazionale di elaborazione, sostegno e realizzazione di progetti di promozione in stretta collaborazione con i circuiti.

A questa richiesta ha dato una riposta positiva il direttore generale dell’Eti, Marco Giorgetti: “Da parte nostra c’è la volontà di svolgere un ruolo di cerniera tra Stato e Regioni, riconoscendo le competenze specifiche dei circuiti. Vogliamo che l’Eti rappresenti un punto di raccordo tra le varie categorie del settore con l’obiettivo di portare il teatro italiano a ‘fare sistema’. Tutti i protagonisti del teatro devono lavorare insieme per rivendicare il proprio ruolo nei confronti delle istituzioni”.

La linea di Giorgetti coincide con quella esposta in apertura di giornata dall’assessore alla cultura delle Marche, Solari, che sostiene la necessità di colmare il vuoto “nel rapporto fra il fare cultura, e le decisioni politiche”.

Solari invita i circuiti a confrontarsi in termini di decisioni con gli artisti e i produttori come sta avvenendo nelle Marche, in modo da “rimettere in campo i meccanismi della creatività”.

Meccanismi che, anche secondo il presidente dell’Amat Gino Troli, sono costantemente messi in ombra alla prepotenza di eventi mass-mediatici: “Intercettare le nuove generazioni per  portarle a teatro –dice Troli- per restituire una componente educativa depauperata dalla riforma della scuola”.

Al convegno, organizzato dall’Anart in collaborazione con l’Amat, il circuito teatrale delle Marche, e coordinato dal direttore dell’Amat Raimondo Arcolai, sono interventi oltre ai rappresentanti dei circuiti teatrali anche il direttore dello Stabile delle Marche, Tommaso Paolucci, e l’assessore alla Cultura del Comune di Macerata, Massimiliano Bianchini.

17/06/2005





        
  



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