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Prodotti cinesi in tavola: allarme anche nelle Marche

| ANCONA - Aumento record dell'import agricolo.

Non solo scarpe e magliette ma anche mele, aglio e pomodori cinesi arrivano sempre più spesso sulle tavole dei consumatori. Il pericolo giallo esiste, ma il mercato offre anche opportunità, come dimostra la crescita, anche se ancora limitata, dell'export marchigiano in Cina.
Esaminando i dati dell'import-export tra Marche e Cina nel primo trimestre 2005, però, emerge un pesante peggioramento della bilancia commerciale, con l'importazione di calzature che nei primi tre mesi dell'anno in corso è più che raddoppiata, passando da 10 a 25 milioni di euro. In forte crescita anche le importazioni di prodotti tessili (da 8 a 11 milioni di euro), dei prodotti agricoli e alimentari, degli apparecchi elettrici e soprattutto dei metalli (da 4 a 8 milioni di euro).

Sono questi, secondo un'indagine Cna e Confartigianato su dati Istat, i settori dove tra gennaio e marzo sono aumentate di più le importazioni rispetto alle esportazioni.In assoluto i settori che contribuiscono più pesantemente al deficit commerciale delle Marche con la Cina sono le calzature (-23 milioni di euro), gli apparecchi elettrici (-12 milioni), il tessile (-10 milioni) e i metalli (-7 milioni di euro).

Da seguire con attenzione, secondo le associazioni artigiane, l'impennata delle importazioni di prodotti agricoli e alimentari, che sono più che raddoppiate in tre mesi e che potrebbero avere, se la tendenza sarà confermata, riflessi pesanti sulla nostra agricoltura e sulle aziende alimentari.

Pomodori, mele e aglio sono, secondo Cna e Confartigianato, i principali prodotti cinesi che stanno facendo una forte concorrenza ai prodotti locali.
Si riducono invece le importazioni di apparecchi meccanici (da 15 a 10 milioni di euro) e di mezzi di trasporto.

Complessivamente abbiamo importato dalla Cina nei primi tre mesi del 2005 merci per un valore di 87 milioni di euro, contro i 66 milioni di euro nello stesso periodo dell'anno precedente.
Le esportazioni in Cina di prodotti marchigiani sono invece aumentate molto meno (da 13 a 14 milioni di euro).

Il saldo commerciale è dunque negativo per 72 milioni di euro contro i 52 milioni di euro del primo trimestre 2004. (fonte: GreenPlanet)
 

17/06/2005





        
  



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