Le due facce di una stessa medaglia
Ascoli Piceno | "Gli stessi accadimenti non sempre sono riportati in modo uguale, anzi a volte sono luno il contrario dellaltro. La verità? Forse si trova nel mezzo"
di Federico Biondi
Rigoberta si è battuta per la difesa dei diritti dei contadini del Guatemala. In questa sua lotta ha perso la famiglia, dato che il generale Efraín Ríos Montt, imposto dallUnità rivoluzionaria nazionale guatemalteca dopo la destituzione di Romeo Lucas García, mise a ferro e a fuoco il paese.
Anchegli venne destituito e seguirono molti capi di stato ma il generale conservò il potere con la carica di presidente del Congresso (dal 14 gennaio 2000 al 2003) e leader del Fronte repubblicano guatemalteco (Frg), partito di estrema destra.
Tale governo colpi duramente i dissidenti e loro famiglie. La madre di Rigoberta Manchù venne sequestrata il 19 aprile dello stesso anno e anche se esistono diverse versioni riguardo il suo assassinio ancora non si sa dove sia morta ne dove siano i suoi resti. Un altro fratello, Victor, venne assassinato dallesercito l8 marzo del 1983.
Sono questi gli elementi che costituiscono la base della sua ricerca della Giustizia Universale e la lotta contro limpunità che porta avanti Rigoberta, la quale riuscì a scappare da unorrenda politica di terrore instaurata in Guatemala e continuò, fino a che le circostanze glielo permisero, a lavorare e organizzare la sua gente a resistere allo sterminio avviato dallo Stato.
Andò in esilio in Messico nel 1981 e lì continuò instancabilmente il suo lavoro di denuncia del Genocidio in Guatemala e cominciò anche la conoscenza profonda e la lotta allinterno della comunità internazionale a favore del rispetto e per il riconoscimento dei diritti dei Popoli Indigeni del Mondo.
Partecipa dal 1982 nelle sessioni annuali della Sottocommissione di Prevenzione delle Discriminazioni e Protezione delle Minoranze della commissione per i Diritti Umani dellONU.
Sono stati proprio il suo lavoro e la sua lotta per il rispetto dei diritti umani, in special modo per quelli delle Popolazioni Indigene a farle vincere il Premio Nobel per la Pace nel 1992 e da allora Rigoberta Menchú Tum continua nella sua missione universale.
Ma cè anche chi non pensa ciò della Rigobertà Manchù, pare esista unaltra realtà che non collima con la storia di una ragazzina analfabeta, povera che non poteva studiare perché doveva andare a lavoro nei campi e che fortunosamente incontra all'antropologa venezuelana moglie di Régis Debray, Elisabeth Burgos, alla quale detta perché analfabeta la storia della sua vita, dal quale germoglia il famosissimo libro autobiografico Io, Rigobertà Manchù che viene successivamente venduto in tutto il mondo.
La giornalista Anna Bono afferma che tutta la storia di Rigoberta, a partire dalle stesse condizioni in cui il libro fu concepito, è falsa. Dallarticolo di Anna Bono - 1 maggio 2003, Lei, Rigoberta Menchu, ambasciatore O.N.U. di pace:
A scoprire la verità, casualmente, è stato un antropologo americano, David Stoll, che, trovandosi nel 1992 per lavoro nei paraggi del villaggio natale della Menchu, volle visitarlo. Quando domandò ai compaesani del futuro ambasciatore ONU se quella in cui si trovava era la piazza nella quale il fratello di Rigoberta era bruciato vivo, ricevette in cambio sguardi ironici e poi una risposta incredibile: nessun Menchu era stato arso né in quella piazza né altrove.
Successive indagini svolte dallo scienziato e in seguito da un giornalista inviato dal New York Times in Guatemala per verificare i fatti hanno svelato le altre, gravi menzogne.
Vicente Menchu era proprietario di oltre 2.700 ettari di terreno. Rigoberta non trascorse la giovinezza a lavorare, 8 mesi l'anno, sulle piantagioni, ma frequentò due collegi prestigiosi, tenuti da suore cattoliche; la lunga disputa per la terra, narrata come evento centrale del libro, fu in realtà una contesa fra Vicente Menchu e i suoi parenti maya, capeggiati dallo zio della moglie, intorno alla proprietà di un piccolo appezzamento di terra.
Questo perché a Rigobertà Manchù gli pervengono ogni anno circa 7.000 inviti a cerimonie, conferenze, convegni - 7.000 grandi e piccole occasioni per accusare l'Occidente di ogni male del mondo - e siccome, in ragione del Nobel e dell'incarico ricevuto dall'ONU, la gente tende ad ascoltarla come un oracolo.
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02/06/2005
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