Zucchero: Coldiretti Marche fa appello alla regione
| ANCONA - La bieticultura non si salva con i camion in piazza, ma facendoci valere sul tavolo delle trattative".
Portare i camion in piazza non salverà la bieticoltura marchigiana; se vogliamo dare un futuro al settore è necessario che la Regione Marche si attivi per mettere in piedi una trattativa efficace con il Governo e lUnione Europea.
Nel giorno in cui la Commissione europea presenta ufficialmente la proposta di riforma del mercato dello zucchero, Coldiretti Marche fa appello alle istituzioni per la salvaguardia di un settore che a livello regionale conta circa 6mila imprese, per una produzione raccolta di 7.600mila quintali (dato 2004).
Abbiamo chiesto allassessore allAgricoltura, Paolo Petrini, limmediata convocazione di un Tavolo verde per esaminare la situazione alla luce del pronunciamento ufficiale a livello europeo spiega il presidente Giannalberto Luzi -, poiché lunica soluzione è far sentire la nostra voce nelle trattative che si apriranno a livello internazionale. Scatenare la protesta non serve, ma nemmeno si può pensare di abbandonare la partita e prendere la strada dei premi per labbandono dellattività, decretando la fine di un settore storico per la nostra regione.
Anche per questo, Coldiretti Marche chiede alle varie componenti della filiera di assumere degli impegni ben precisi.
Il documento diffuso dallUnione Europea prevede consistenti tagli sia a livello di quote di produzione che di aiuti diretti, rendendo di fatto la coltivazione delle bietole antieconomica continua il direttore di Coldiretti Marche, Dino Tartagni e serve dunque che lintero settore sottoscriva un vero e proprio patto. Certo, chi oggi porta i camion in piazza ha forse dimenticato che un anno fa proponemmo di attivare una trattativa per evitare di farci cogliere impreparati, ma fummo accolti da un generale silenzio.
Le soluzioni per salvaguardare il settore passano da tagli più contenuti ai prezzi istituzionali, compensati da elementi di sostegno al reddito; da una dotazione finanziaria fino al 2013 per la compensazione dei tagli ai prezzi agricoli, in linea con il resto della Pac; dalla messa a disposizione di ulteriori risorse finanziarie destinate al rilancio industriale ed alla salvaguardia dei posti di lavoro da prelevarsi nell'ambito delle risorse generali e non solo agricole.
Certo, se dovesse passare la temuta riduzione di quote e di risorse, con il conseguente calo delle superfici coltivate, dovremo essere pronti a trovare soluzioni alternative. Penso, in particolare, alle possibilità offerte dalle colture energetiche, previste anche dal nuovo Piano Energetico e Ambientale regionale.
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22/06/2005
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