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Una giornata con i Dream Theater

Ascoli Piceno | Diario di una giornata particolare passata nel backstage del concerto dei Dream Theater, ad Ascoli, uno degli eventi più importanti dell'estate.

di Andrea Castelli

la piazza durante il giorno

Mercoledì 22 giugno, ore 09.00:
Oggi per molti , anzi moltissimi ragazzi e non è un giorno particolare.
Una giornata speciale che comincia molto molto presto.
Sono le nove del mattino, quasi trenta gradi, e Piazza del Popolo è la stessa degli altri giorni.
Li vicino si sta svolgendo il mercato settimanale, c’è il solito via vai di persone mattiniere e di ragazzi che, finita ormai la scuola sono in cerca di qualcosa da comprare per potersi preparare ai primi passi verso la spiaggia.

Ma c’è anche qualcos’altro, che attira e perché no, disturba anche qualcuno.
Lo scheletro di un grosso palco montato prestissimo e che attende di essere completato.
E fra le domande degli abitanti della zona (i pochi ignari):“…ma c’è un concerto?” o “..per caso suona qualcuno stasera? Chi c’è?”, iniziano ad arrivare i primi ragazzi mattinieri per assicurarsi un buon posto per stasera, così da poter vedere da vicino i propri idoli.

Ore 9.30:
il tempo decide di fare un regalo a chi ha deciso di passare una giornata all’aperto pur di ottenere un buon posto, frapponendo tra il sole e i corpi delle persone qualche sporadica nuvola che accompagnerà però l’attesa per tutto il pomeriggio.
Iniziano nel frattempo i preparativi per la seonda fase del montaggio del palco, con organizzatori impegnati, radio e cellulari rigorosamente in mano e ininterrottamente funzionanti, a coordinare tutte le fasi.

Ore 10.30: si comincia a lavorare, questa volta per non smettere fino a che non sarà tutto pronto e funzionante per la serata.
I ragazzi che monteranno il palco iniziano a fornirsi di panini e litri e litri di acqua per sopportare la fatica che li attende.

Ore 11.15
: Piazza del Popolo è invasa da due immensi tir che contengono rispettivamente luci e impianto audio e strumentazione.
Mentre i rimorchi vengono lentamente svuotati, progressivamente la struttura inizia a prendere una forma definita.
Max, l’organizzatore del concerto, tra mille impegni e faccende più o meno importanti,  mi presenta Ray, il capo di zona, fedele collaboratore dei Dream Theater, che mi permetterà di curiosare e stare in giro per il backstage lungo l’intero arco della giornata.
Un tipo affabile che si rivelerà molto preciso e pedante nel suo lavoro,come tutti quelli che si occupano dell’organizzazione di questo evento.

Tutto deve essere perfetto, non ci si possono permettere errori.
Nel frattempo i fonici e i tecnici si rilassano e scherzano in uno dei bar che si trovano all’interno della piazza, in prospettiva del lungo lavoro che li attende, responsabili del funzionamento di una gigantesca macchina che è il concerto.
Finito di scaricare, e svuotati di tutto il loro contenuto, tonnellate di materiale, i tir lasciano la piazza, e con essi si cominciano a chiudere le porte, lentamente si serrano tutti i numerosi ingressi per Piazza del Popolo.
I corpi della polizia e dei carabinieri invitano gentilmente chi è rimasto nella piazza ad uscire, ora si deve cominciare a lavorare seriamente.

Ore 13.15:
Tutti fuori.
All’interno della magnifica piazza rimangono solo gli organizzatori, addetti, tecnici e una manciata di pochi, pochissimi fortunati.
Tutti gli ingressi sono blindati, con un’uomo della sicurezza a presidiare ogni porta, e a garantire che nessuno entri o, al contrario, che chi è autorizzato possa entrare.
Poco più tardi, durante la pausa pranzo dove tutti quelli dello staff si stanno rifocillando al catering, conosco uno degli addetti alle porte, che, affamato e amareggiato per i turni lunghi e faticosi sotto il sole del primo pomeriggio, mi esprime il disagio di sentirsi trattato male da alcuni abitanti della zona, che maleducatamente non entrando nello spirito dell’evento, esternano la loro inospitalità verso chi non c’entra nulla.
Nel frattempo, verso le 13.55 sono arrivati gli Angra, la band brasiliana che farà da spalla agli headliners americani.

Piccola curiosità: entrando il furgoncino a noleggio che li accompagnava in piazza, passando sotto la porta che impedisce l’accesso, non passava in altezza e di conseguenza, involontariamente è stato distrutto il bocchettone d’aria che spuntava oltre il tettino.
Primo problema della giornata e grandi risate.
Frattanto dei turisti stranieri, uscendo dalla piazza che stavano visitando, esprimono il loro disappunto per quella che secondo loro è una “brutalità”, ovvero quel palco affianco al Palazzo dei Capitani. Non sanno che generalmente quel palco non c’è.

Ore 15.00
: Tutto è pronto. Tutto è montato.
Da ora in poi saranno soltanto prove di luci, suono, strumenti ed effetti.
Nel frattempo i tecnici iniziano a far scaldare le casse intervallando momenti di silenzio ad altri con musica assordante che servirà a far rendere al massimo il suono per la serata.
I backliners personali di ogni musicista iniziano a preparare gli strumenti, a settare i suoni, a far sì che nel momento in cui arriveranno i Dream per le prove troveranno tutto già pronto, così che sia tutto solo una formalità e tutto funzioni per il meglio.
I tecnici, italiani e americani, tutti molto disponibili, intanto non fanno problemi a farmi fotografare qualunque cosa e a salire sul palco.

Tutti tranne uno, ma poco importa.
Intanto si sentono i ragazzi fuori dalle porte che intonano canzoni e invocano a gran voce che li si faccia entrare, ma manca ancora parecchio all’apertura dei cancelli, e dentro nulla è pronto.
Faccio un giro fuori dai cancelli: i ragazzi a terra, ad aspettare sono migliaia, chi canta, chi mangia un gelato, o invade i bar intorno alla piazza.
Arrivano da ogni parte d’Italia, e alcuni anche dall’estero.
Tutti per assister al concerto dei loro idoli, concerto che si preannuncia caldo e soprattutto suggestivo, considerato lo scenario all’interno del quale si svolgerà.

Ore 16.00
: il tecnico delle luci impazzisce sotto il sole cocente a trovare il giusto mix di colori per la serata, quando salgo sul più alto balcone di Palazzo dei Capitani per scattare qualche foto.
L’impatto della Piazza con il palco montato è impressionante.
Non è poi una mostruosità.
Immaginarlo poi di notte con giochi di luci e soprattutto musica è stimolante.
Ora si aspetta solo che arrivino i componenti dei Dream Theater per provare gli strumenti.

Ore 16.25
: Improvvisamente, vedo passare di fronte a  me accompagnato dall’organizzatore, John Miung, il bassista dei Dream Theater, che si dirige all’interno di  Palazzo dei Capitani, dove oltre agli uffici della produzione, sono stati allestiti buffet per gli artisti e i camerini dove i Dream hanno spedito tre enormi guardaroba di scena.
Poco dopo ecco che esce, e primo fra tutti si dirige sul palco, piazzandosi nella zona adibita al lui e cominciando a studiare i suoni da utilizzare durante la serata.

Ore 16.50
: Arrivano insieme il batterista Mike Portnoy e e il chitarrista John Petrucci, raggiunti poco dopo dal cantante James Labrie.
Cominciano a scaldare gli strumenti e a regolare effetti, volumi e accordature in vista del soundcheck che dovrebbe cominciare di li a poco.
Manca solo il tastierista Jordan Rudess, ma non arriva.
Le prove incombono, è tardi.
Petrucci chiede al backliner di Rudess se conosce un paio di canzoni da poter provare, ma lui fa cenno di no.

Allora nell’attesa Petrucci inizia a suonare a basso volume per intrattenersi, mentre Portnoy “gioca” e si diverte con le tastiere suonando ironicamente dei loro pezzi con uno strano strumento che serve a riprodurre suoni e si aziona con leggere e pesanti pressioni delle dita, magistralmente usato da Rudess, ma su cui Portnoy non ha fortuna.
Sul palco se la .ridono.

Ecco che arriva anche Rudess, cappellino e occhiali da sole,come anche batterista e chitarrista, con il solito sorriso da bravo ragazzo stampato in viso.
Si può cominciare.
Parte “Sacrificed Sons”, pezzo dal loro ultimo album, di cui questa è una data del tour promozionale, ma è subito interrotto da Labrie innervosito dal fatto che non gradisce l’effetto sulla sua voce e non ha molto ritorno sulla spia.
Risolti i problemi si riparte, e questa volta fino alla fine del pezzo.
Otto minuti che anticipano e fanno fare un passo mentale verso il concerto,e dal quale si preannuncia che stasera saranno in forma, soprattutto il cantante.Rinato.

Ore 17.30
: Il grippo abbandona il palco, uno alla volta, e nell’attesa degli altri approfittano per fare due chiacchiere dietro il palco, lasciando approfittare chi era li per fare qualche foto.
Loro amabili, un po’ meno il capo area quando se ne accorge e caccia via tutti, compresi amici di membri del gruppo.
Dunque salgono su un anonimo furgone bianco e se ne vanno.
Torneranno per il concerto.

Ore 17.50
: Si avverte una certa tensione perché l’apertura dei cancelli è prossima e la sicurezza non è pronta.
Forse si ritarderà.
Soprattutto gli altri due gruppi non hanno provato e hanno a malapena frettolosamente montato gli strumenti, accatastati confusamente dietro il palco.
Nel backstage, parlando della serata con un musicista, scopro che il mio interlocutore è Marco Sfogli, fantastico chitarrista italiano del progetto solista di James Labrie, venuto fino ad Ascoli per ascoltare il concerto dei suoi amici.
Foto di rito, e poco dopo improvvisamente l’apertura dei cancelli.

Ore 18.10
: I cancelli sono appena stati aperti e una immensa ondata di giovani si riversa lentamente in tutta Piazza del Popolo, con foga per cercare di prendere un posto davanti.
Intanto sul palco si lavora a pieno regime per accelerare i tempi di organizzazione.
Alle 19 tutto deve cominciare.

Ore 19.10
: Sul palco salgono i Labirynth, amata band milanese.
Il pubblico li accoglie calorosamente e canta e inneggia ai componenti per tutti i 45 minuti della loro esibizione.

Ore 20.30
: Una aspettata ovazione accoglie  gli Angra, band culto brasiliana, amata dagli italiani appassionati del genre.
Loro suonano un’ora, non priva di problemi dal momento che non hanno provato, ma stoicamente continuano perché dicono devono suonare solo per il pubblico che li ama e li apprezza, e questo è uno di quelli.
Tripudio anche per loro dunque, che vengono salutati con gioia, anche in virtù del loro tour italiano dello scorso anno che è risultato un successo.

Ore 21.45
: La tensione è visibile, si sente quasi al tatto.
L’attesa per i Dream Theater è stata estenuante, per alcuni è durata anche 12 ore, ma ora che la notte è calata, la luna piena è alta sopra il cielo di Ascoli e sovrasta il palco,le luci si spengono, inizia una leggera musica di sottofondo a fomentare l’attesa per il gruppo, la tensione è al suo apice.

Il colpo d’occhio è impressionante: una piazza gremita piena di flash in attesa, attesa che di li a poco si trasformerà in esplosione.
Ore 22.00: Un effetto preannuncia il primo pezzo “Metropolis”, un classico.
Si sente la chitarra, il palco si riempie dell’effetto fumo, e tra le note di questo pezzo amatissimo compaiono e si posizionano i membri del gruppo, nell’ ordine Petrucci, Portnoy, Miung e Rudess, accolti da un boato che fa saltare le orecchie a chiunque si trovi li e da un esplosione  di euforia difficile da contenere e che non si sarebbe placata per tutta la durata del primo brano,ma anche durante gli altri.

Inizia la parte cantata ed entra Labrie, vocalmente più in forma che mai.
E’ iniziato il concerto vero, ed ora quasi 4000 persone stanno impazzendo per i propri idoli, musicisti eccelsi e animali da palco.
Introdotto dal tema di “Metropolis”, “The Root Of All Evil”, brano che apre l’ultimo loro lavoro.
Per tutta la serata sarà un ripercorrere tutte le tappe della loro carriera, riproponendo pezzi amati e apprezzati da una folla che non smetteva mai di cantare ma anche di stare in religioso silenzio ad ascoltare le numerose parti strumentali suonate magistralmente e che avevano il potere di ipnotizzare, ora dalle mani di Petrucci, ora da quelle di Portnoy, ora all’unisono con Rudess o con Miung, o ognuno di loro da solo.
Esplosioni da stadio su brani storici quali “Learning To Live” o “The Spirit Carries On”, eseguiti con nuovo entusiasmo e grinta da vendere.

Ore 00.45
: Improvvisamente senza neanche accorgesene ci si ritrova di fronte a cinque persone sul palco abracciate che si inchinano e danno appuntamento al prossimo inverno quando l’Italia verrà di nuovo attraversata dal loro tour invernale.
L’ipnosi è finita, dolcemente, con il bis di “As I Am” per chiudere sulle note di “Pull Me Under”.
Lentamente la folla frastornata anìbbandona la piazza.
Chi si ferma a parlare del concerto, chi scatta le ultime foto, chi guarda tristemente i primi tecnici smontare già tutto.

Sarà una lunga notte quella di piazza del Popolo, e all’alba tutto sarà svanito.

La grande macchina del tour sarà a Padova quando alle nove ad Ascoli ci saranno trenta gradi, il via vai delle solite persone mattiniere, i ragazzi che, finita ormai la scuola sono in cerca di qualcosa da comprare per potersi preparare ai primi passi verso la spiaggia…

23/06/2005





        
  



2+2=
il soundcheck
il montaggio del palco
i dream theater si congedano
un momento del concerto
gli angra
un momento del concerto
due fan dei Dream Theater

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