L’inaspettata e dura lettera aperta del dott. D’Onofrio, forse dettata da ragioni estranee al merito trattato, è sconcertante per l’assoluta mancanza di buona fede e di buon senso. Qualità, queste, che dovrebbero abbondare in un Dirigente scolastico che, al pari di un Amministratore pubblico, è chiamato ad assumere comportamenti limpidi e responsabili.

Proprio la limpidezza e il senso di responsabilità ha guidato i miei comportamenti e quelli dell’Amministrazione che presiedo, nell’affrontare le delicate problematiche di alcuni Istituti scolastici sambenedettesi.

La decisione assunta dall’Amministrazione Provinciale, che mi auguro, venga ratificata dalle autorità scolastiche competenti, è certamente l’unica percorribile, in grado di contemperare criteri di razionalità, economicità, tempestività e sicurezza degli alunni. Una determinazione assunta dopo un lungo,  partecipato e difficile confronto che ha coinvolto tutte le componenti del mondo scolastico. Un confronto che ha indotto l’Amministrazione a verificare e valutare diverse ipotesi, emerse lungo il percorso, ed ha infine determinato alcune scelte precise, diverse dalle ipotesi iniziali, che non erano affatto scontate:
1) Ampliamento dell’edificio del Liceo Scientifico “ Rosetti”
2) Esclusione di ogni ipotesi, attuale e futura, di uno scambio di edifici tra il Liceo e l’ITC
3) Ospitalità temporanea, stimata in 2 anni scolastici, di alcune classi del Liceo presso aule dell’ITC.

Il percorso di partecipazione ha quindi inciso profondamente sulle decisioni finali, le quali ovviamente rappresentano una sintesi delle esigenze in campo.

La democrazia, come dovrebbe sapere il Dott. D’Onofrio, non si sostanzia nell’imporre sul sistema scolastico le pretese, più o meno fondate, di una parte sulle altre ma, appunto, nella sintesi ragionevole delle posizioni in campo, operata da chi per ruolo e funzione è tenuto ad essere al di sopra delle parti.

Ovviamente democrazia è anche la piena libertà di apprezzare o disprezzare, accogliere o impugnare…le determinazione politiche e amministrative… Ma, possibilmente, in buona fede!

E allora, come si fa a sostenere che il limitato e temporaneo sacrificio dell’accoglienza di alcune classi del Liceo sia un evento sconvolgente per l’ITC?

Come si fa a sostenere che una scuola che, per ragioni esterne e congiunturali, ha registrato negli anni la perdita di oltre trenta classi non possa sopportare, per due anni, un limitato sacrificio di alcune aule?

Come si fa ad ipotizzare che sia più giusto affittare locali esterni, di difficile reperimento e adattamento, o adattarne altri con costosi lavori, invece di adottare la decisione assunta?

Ma ciò che è più grave nel comportamento del Dott. D’Onofrio è che Egli, nella Sua faziosa ricostruzione dei fatti, finge di cadere dalle nuvole riguardo la procedura adottata dalla Provincia per portare a conclusione il difficile percorso in questione. In realtà, in un’incontro avvenuto il 18 Maggio scorso nell’ufficio del Dirigente in questione, ebbi modo di rappresentargli l’orientamento assunto e di confrontarmi positivamente con Lui sulle modalità di notifica o definizione.

Mi chiedo nuovamente il perché di questa brutta e faziosa polemica, nella quale vengono evocate delicate questioni come la nuova provincia di Fermo e vengono, di fatto, sobillati  studenti e famiglie a porsi gli uni contro gli altri.

Più me lo chiedo più penso che le ragioni che hanno mosso il Dott. D’Onofrio in questa direzione siano altre…