No alla Rai dei Leone, Pionati, Vespa, Marzullo o Biagi e Santoro
| La mancata nomina del Presidente della RAI ha ormai raggiunti livelli da barzelletta tutta italiana che viene raccontata nei salotti della comunicazione mondiale.
di Marco Feltri*
Ad un incontro promosso dal Coordinamento con imprenditori italoamericani per favorire la conoscenza dei piccoli comuni italiani ed eventuali iniziative economiche nel campo del turismo di qualità, a margine di una riflessione sulla comunicazione come strumento di promozione locale nel mondo globale, il Portavoce del Coordinamento nazionale dei piccoli comuni italiani, Virgilio Caivano, ha posto laccento sulla vicende RAI e sulla necessità di avere un servizio pubblico di qualità e soprattutto attento alle risorse vere, ai nuovi talenti che con competenza e passione tentano di far veicolare una Italia non letta e non scritta per lungo tempo tenuta nascosta dal solito circuito della comunicazione. Vogliamo una Rai nuova ha detto con forza Virgilio Caivano, non siamo interessati ai Leone, Pionati, ai Vespa, ai Marzullo, tantomeno ai Biagi e Santoro.
Quella è la RAI della clientela politica, della comunicazione intollerante e di parte. Noi vogliamo gente nuova, fresca, capace di ascoltare la voce che viene dal basso di una rinnovata passione civile e sociale. Il fatto che nei circuiti mondiali della comunicazione passiamo per la solita "italietta" ci offende e ci umilia perché ancora una volta la nostra classe politica non ha capito la portata reale del cambiamento epocale che abbiamo davanti a noi. La classe politica, ha rimarcato Virgilio Caivano, continua a ragionare secondo categorie ormai superate, letteralmente avvitata intorno a schemi e salotti vecchi e superati. La presentazione a Cannes dei palinsesti RAI è stato un vero inno al passato, alla memoria. Del resto non poteva essere diversamente visto che a governare segmenti importanti della RAI come RAI Cinema, Rai Fiction, solo per fare degli esempi, ci sono persone che non hanno mai realizzato un capolavoro cinematografico, una sola opera importante e sono lì con il solo merito di un cognome importante o di una tessera di partito. Il tempo della mediocrità è finito e con il mondo globale viene fuori prepotente la necessità di possedere competenza, arte, talento per affrontare e vincere la sfida universale della qualità. Per tutte queste ragioni ha concluso il Portavoce del Coordinamento dei piccoli comuni italiani, soddisfatto per il buon successo delliniziativa con gli amici italoamericani, chiediamo con forza ai cittadini di riappropriarsi del diritto di avere programmi di qualità e soprattutto di avere dirigenti che hanno ruoli di responsabilità per meriti acquisiti sul campo e non nei salotti o in qualche decrepita segreteria di partito.
*Newsitalia
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30/06/2005
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