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Anche gli elettori locali dovrebbero pronunciarsi

Ascoli Piceno | Avv. Mauro Gionni:" A parte rare eccezioni, sembra che sull’argomento ci sia un silenzio assai diffuso"

di Avv. Mauro Gionni

 
Premesso che tutte le posizioni sono  legittime, che sono ormai  al di fuori dei consueti schieramenti politici, che non è una divisione tra credenti e non, non si vede per quale ragione gli eletti nelle amministrazioni locali non debbano manifestare se, e come voteranno, ai loro elettori.
 
A parte rare eccezioni, sembra che sull’argomento ci sia un  silenzio assai diffuso.
 
Perciò, nel pieno rispetto di tutti, invitiamo gli eletti dell’Unione, a partire da quelli del mio partito, a prendere una posizione pubblica sull’argomento. Nel merito diciamo a tutti di andare a votare, in adesione al dovere morale stabilito dall’art. 48 della Costituzione della Repubblica (”Il suo esercizio è dovere civico”).
 
Voteremo  4 SI, nella convinzione che le modifiche siano in grado di migliorare il testo della legge, avvicinandola più alle norme degli altri Stati d’Europa. Ciò anche per evitare una migrazione di italiani, purtroppo solo di quelli che hanno soldi a sufficienza per farlo.
 
Comunque, anche se vincessero i si, resterebbero vietate manipolazioni genetiche, clonazione umana,  selezione genetica,  produzione di ibridi, uteri in affitto ,  mamme nonne,accesso a coppie dello stesso sesso.
 
Nel rispetto di regole fondamentali, crediamo sia poi necessario offrire libertà di scelta al più elevato numero di coscienze. In tal senso alcune limitazioni esistenti appaiono prive di ragioni convincenti.
 
Siamo anche convinti che una revisione della legge dovrà essere fatta anche nel malaugurato caso di mancato raggiungimento del quorum, se dovessero comunque prevalere i si tra i votanti.
Nel merito, occorre consentire l’accesso alla fecondazione anche a chi è fertile ma è rischio di trasmissione di malattie genetiche.
 
Non ha senso obbligare l’impianto di tutti  gli embrioni, perché non tutti i casi sono uguali e non si può imporre lo tesso trattamento terapeutico a una donna di 20 o di 40 anni. Poi, è una violenza doversi impiantare un embrione malato, potendo poi abortire.
 
La revoca del consenso all’impianto dell’embrione dopo la fecondazione , con il trasferimento coattivo, pensiamo sia contraria alla Costituzione (art.32), come pure alla convenzione di Oviedo del 1997 sui diritti umani e sulla biomedicina (esecutiva in Italia dal 2001).
 
Riteniamo che il concepito necessiti, come del resto già accade nel nostro ordinamento, di una tutela giuridica che tuttavia non può essere uguale a quella di chi è già persona (una modifica sconvolgerebbe principi di diritto ormai acquisiti negli  ultimi secoli).
 
Siamo dell’avviso che la ricerca scientifica ( tutelata dalla Cost. : art.9 e art. 33) sulle cellule staminali embrionali è decisiva per la cura di malattie gravissime ed è consentita dalla convenzione di Oviedo .Moltissimi malati, anche bambini, attendono i risultati come unica speranza di vita.
 
Impediremo anche la cura frutto di tali ricerche, se fatte da altri paesi con le staminali embrionali?
 Oltretutto, incomprensibilmente, non si potrebbero utilizzare neppure quelli già prodotti, che andrebbero quindi buttati nel lavandino!
 
La fecondazione eterologa è una scelta difficile, ma perché impedirla a chi ha coraggio di farla? Non accade già così per i bimbi adottati, a testimonianza che la paternità o la maternità non è solo una questione di cromosomi. Dato il consenso, poi, non si potrebbe disconoscere la paternità. La legge , curiosamente, lo prevede perfino adesso che dovrebbe essere vietato! Allora, andate alle urne domenica e lunedì e votate 4 si.

07/06/2005





        
  



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