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Cantautori della “Christian Music” per il non-voto

| ROMA - Bignoli: "La mia posizione sicuramente è in linea con quella della Chiesa è cioè l'astensione, la vita umana è troppo importante, sacra, e dono di Dio e non vedo la necessità di farla diventare strumento in mano agli uomini"

Claudio Chieffo e Roberto Bignoli, due tra i cantanti esponenti della “Cristian music” più conosciuti e ascoltati in Italia e nel mondo, hanno espresso il loro impegno a non andare a votare i referendum che si svolgeranno il 12 e 13 giugno sulla legge 40/2004 relativa alla procreazione medicalmente assistita.

Claudio Chieffo ha manifestato pubblicamente la sua intenzione, mentre Roberto Bignoli lo ha rivelato in una intervista concessa a ZENIT.

Chieffo, le cui canzoni sono state tradotte in diverse lingue, è tra i cantautori cattolici più ascoltati nel mondo. Ha tenuto migliaia di concerti in Italia, Svizzera, Austria, Germania, Polonia, Russia, Slovenia, Croazia, Cecoslovacchia, Francia, Spagna, Israele e Brasile.

I temi della sua produzione sono la libertà, l’amore, la giustizia, la pace, la famiglia, il lavoro, la fede nell’esperienza cristiana. Per la testimonianza dei valori umani e cristiani attraverso le sue canzoni, gli è stato conferito, nel 1981, il Premio Internazionale della Testimonianza (in altri anni attribuito a Giovanni Testori, Antonino Zichichi, Lech Walesa e Madre Teresa).

Roberto Bignoli ha avuto una nascita ed una infanzia difficile, a causa della poliomielite contratta all’età di un anno ed alle difficoltà che l’hanno allontanato della famiglia. E’ stato vittima di esperienze di devianza giovanile prima, poi di militanza politica e di ricerca del successo commerciale in campo musicale.

Dopo l’incontro con l’esperienza cristiana e la conversione, a partire dagli anni 1983 e ‘84, ha voluto dedicare il proprio talento artistico totalmente alla testimonianza dell’avvenimento che ha cambiato la sua vita. Ne è risultato un profilo umano ed artistico di tale intensità da non poter lasciare nessuno indifferente.

Bignoli ha tenuto concerti e raccolto riconoscimenti in tutto il mondo. Particolarmente rilevanti i due Award internazionali della musica cristiana ricevuti nel 2001 a Washington D.C., quale miglior artista dell’anno e per la miglior canzone.

Di seguito riportiamo l'intervista a ZENIT.

Che cos'è la Christian Music e quali sono gli scopi che si prefigge?

Bignoli: La Christian Music è una realtà artistica su scala mondiale di artisti laici e religiosi che attraverso il proprio talento artistico desiderano essere al servizio della Chiesa per annunciare: Gesù Cristo, il Vangelo a tutti ed in modo particolare ai giovani offrendo una chiave di lettura della vita che sia più profonda e radicata nei valori cristiani che spesso il mondo soffoca per dare spazio ad una vita apparentemente più facile ma che lascia un grande vuoto, che a lungo andare semina tanta solitudine e sofferenza.

Lei ha appena prodotto il singolo "Là c'è un posto". A chi è rivolto? In che modo Gesù e Maria possono essere invocati e raccontati con la musica ed il canto?

Bignoli: E' un singolo che è nato per le radio cattoliche nel mondo per poter presentare in modo concreto come la musica in chiave moderna può offrire un messaggio di evangelizzazione, vuole essere la testimonianza di un cammino di fede raccontato in musica per testimoniare quanto si può fare anche in campo artistico seguendo le orme del Vangelo e della Chiesa. Inoltre in questo progetto hanno collaborato tre grandi musicisti: Paolo Carta, Roberto Galinelli e Francesco Isola che lo hanno valorizzato e condiviso musicalmente.

Il 12 e 13 di giugno in Italia si voteranno i referendum abrogativi della legge 40/2004. Diverse associazioni di disabili, autorevoli filosofi, scienziati e medici hanno denunciato i rischi di pratiche eugenetiche nel caso i referendum venissero votati a maggioranza. Qual è la sua posizione al riguardo?

Bignoli: La mia posizione sicuramente è in linea con quella della Chiesa è cioè l'astensione, la vita umana è troppo importante, sacra, e dono di Dio e non vedo la necessità di farla diventare strumento in mano agli uomini, non si può pensare che l'uomo si senta così fortemente padrone della vita tanto da volersi sostituire a Dio e alla sua grazia.

Un grande dibattito si è sviluppato anche sull'identità e sul valore dell'embrione. Per i difensori della legge la vita inizia al concepimento e per questo l’embrione va difeso in quanto persona, mentre per altri esso non ha lo stesso valore. Lei che ne pensa?

Bignoli: Penso che l'embrione è vita, e come tale va rispettato nel suo essere primario: cioè creatura voluta e donata da Dio, reputo l'astensione dal referendum importante per la crescita della qualità e della dignità della vita di ogni persona e dell'intera società di cui facciamo parte e come riconoscimento della sacralità che vi è in essa. (FONTE: AG- ZENIT)

09/06/2005





        
  



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