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Ricerca sul settore eco-solidale Amagliani: “Una realtà da valorizzare”

| ANCONA - Un settore in crescita, dove la trasparenza dei prezzi favorisce la fiducia dei consumatori, che stanno scoprendo il commercio ecosolidale anche come risposta alle speculazioni sull’euro.

ecosolidale-Amagliani

Un mondo basato sul volontariato, con un giro d’affari di 600 milioni di euro a livello mondiale, di cui 250 milioni fatturati in Europa e 100 milioni in Italia. Un settore basato su concetti di produzione e di vita ispirati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Una fotografia sull’ecosolidale è stata presentata, oggi, in Ancona, nel corso di un convegno promosso dalla Regione, presso la sede istituzionale.

“Un incontro – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente, Marco Amagliani – che vuole favorire la conoscenza di una realtà da valorizzare, dove centrali sono i diritti dell’uomo (rispetto alle logiche economiche), la riscoperta delle tradizioni, la valorizzazione delle culture locali”. Le Marche da due anni, ha ribadito l’assessore, hanno promosso, per raggiungere queste finalità, la manifestazione “Eco&Equo”. Un passo ulteriore, ha anticipato, dovrebbe essere quello della definizione di una legislazione regionale.

Augusto Bordini (amministratore unico Facta Consulting) ha presentato la ricerca sul settore ecosolidale. Un modello economico e sociale relativamente nuovo (si è sviluppato a partire dal 2000), anche se le origini vengano ricondotte al 1946. I concetti sui quali è cresciuto sono quelli del dialogo, della trasparenza e del rispetto. Promuove il commercio e non l’assistenza alle popolazione del Sud del mondo. Non vuole essere una forma di commercio alternativo, ma punta a estendere la sua potenzialità nel commercio tradizionale.

Non esiste una legislazione europea o nazionale di riferimento, anche se la Regione Toscana ha emanato una normativa nel febbraio 2005. Nel mondo operano oltre 5 mila botteghe specializzate, animate da 400 mila volontari (100 mila in Europa). Il fenomeno coinvolge oltre 60 Paesi, mille organizzazioni, un milione di persone nell’indotto, un centinaio di importatori: 80 mila supermercati hanno prodotti ecosolidali. Mediamente i margini di guadagno dei venditori oscillano attorno al 32% (contro un 100% nel settore tradizionale), e al 20% quelli degli importatori. Attualmente in Italia esistono 12 centrali di importazione e circa 500 negozi specializzati (Botteghe del Mondo): 17 operano nelle Marche. Secondo il giornalista Fabio Gavelli, un incentivo per far crescere il movimento potrebbe venire dalle amministrazioni pubbliche, prevedendo capitolati d’appalto con prodotti tessili ecosolidali, da utilizzare nella sanità e nelle strutture scolastiche.

01/07/2005





        
  



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