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Il Senatore Amedeo Ciccanti tra i protagonisti del Congresso dell’UDC

Ascoli Piceno | “Questo centro sinistra di Prodi ha fallito, questo centro destra di Berlusconi ha deluso”. No al partito unico. Critiche al sistema maggioritario a vantaggio del sistema proporzionale.

di Paride Travaglini

Ciccanti

Passato qualche giorno dal 2° congresso dell’UDC che ha visto la riconferma ad unanimità del segretario uscente Marco Follini, proponiamo il discorso fatto dal Sen. Amedeo Ciccanti, delegato nazionale ed eletto nel consiglio nazionale UDC, che in questi giorni ha ricominciato a pieno ritmo la sua attività da parlamentare impegnato a favore dell’intero territorio.
 
Un Ciccanti realista, che non ha lesinato critiche e che si è ritrovato pienamente nella relazione di Marco Follini. Un elogio al segretario nazionale e al  suo modus operandi : "Marco Follini è l'unica novità del panorama politico italiano. Gli attacchi insensati e irriguardosi di esponenti di FI e AN e le dichiarazioni strumentali del centro sinistra rispetto alla relazione di Follini, lasciano trasparire da una parte il fastidio per l'autocritica quale condizione per migliorare il proprio operato, dall'altro l 'incapacità di cogliere una sfida sulle cose importanti per il Paese. Mentre Follini indicava la luna, gli stolti hanno guardato il dito"…
 
 
Un’analisi minuziosa dell’attuale situazione del centro destra e della politica italiana in generale, un no al partito unico, un attacco al maggioritario a favore del sistema proporzionale “Il Proporzionale serve al Paese , serve alla povera gente che sceglie e conosce così il proprio candidato. Serve al territorio perché non ha più paracadutati, perché gli amici di merende, i compagni di scuola, gli avvocati, i dipendenti di Pubblitalia, i cantanti, i giocatori non troveranno più un collegio sicuro, ma se lo dovranno garantire e guadagnare in trincea….”
 
Una relazione quella del senatore che ha ridestato l’orgoglio di appartenere all’UDC, che ha colpito la  platea ,i delegati della Provincia di Ascoli chiamati a votare (Celani Cesare, Assessore al commercio Ascoli Piceno, Cinelli Sergio,  consigliere nazionale giovani UDC e segretario dei giovani della Provincia di Ascoli), Egidi Sandra, Lorenzetti Marco, Turano Paolo, Pagnotta Fabio, Torquati Giuseppe, Sindaco di Cupra Marittima), e il gruppo giovani della Provincia (il coordinatore del movimento giovanile Stefano Orsini, Croci Sabrina, Flamini Diego, Mariani Orlando, Fabiani Gianluca, Torquati Nicola), che hanno partecipato a questo 2° Congresso.
Una lezione di alta politica, una lezione di economia, un modo di concepire la politica che  affascina, attrae, piace…
 
“Mentre mi riconosco nella relazione di Follini, unico politico che ragiona e che parla di politica in questa fase storica debbo rilevare che i giornali hanno messo sotto processo Follini e non l’UDC.
 
Dall’intervento di Tabacci e dagli entusiasmi che ha sollevato nell’assemblea – e Tabacci non è uno che aveva gruppi così organizzati – si può dedurre che Tabacci ha saputo interpretare le passioni, il cuore, l’ansia dei delegati che rappresentano la base del partito e ha saputo scaldare così tanto l’assemblea che ha potuto in qualche modo interpretare il pensiero dell’assemblea che già il giorno prima si era riconosciuta nella relazione di Follini, per cui sotto processo non c’è Follini, ma c’è l’UDC, il 7% degli italiani che si è riconosciuto con l’UDC e con l’anima viva dei delegati che hanno deputato a Follini questo fatto di unanime riconoscimento. 
 
Ci dobbiamo interrogare qual è il significato del congresso: seppellire la CDL come qualcuno ha scritto sulla stampa più vicina a noi come dire siamo vittime del fuoco amico? Ma questa CDL è stata già seppellita. Dal 2001 ad oggi, dai 5 milioni di voti che sono venuti meno.
 
E un altro tema di questo congresso è la rivendicazione dell’identità dell’UDC: nemmeno questa perché ha ricordato bene l’amico Baccini “noi non siamo nati per ricordare ma nati come altri per non dimenticare.” Consolidare la segreteria è stata la preoccupazione di questo congresso? Non credo visto che non si sono trovate 200 firme per presentare una candidatura alternativa a quella di Follini nella massima libertà.
Riprendere l’Italia moderata? Nemmeno questa perché nella relazione di Follini si è fatto riferimento non al moderatismo in quanto tale ma a una visione temperata della politica che è tutta altra cosa.
 
Questo congresso segna una svolta e il senso vero di tale congresso è la svolta : si tratta di non consegnare l’Italia alla sinistra, una sinistra confusa, senza progetti. Una sinistra soltanto anti Berlusconi. Dare così una prospettiva ai giovani, alle donne, a chi vive del proprio lavoro. Questo è il vero tema della relazione di Follini.
 
L’UDC si candida a guidare una nuova fase politica dopo transizione, dopo la rivoluzione giudiziaria. Berlusconi ha salvato l’Italia dalla poderosa macchina da guerramessa in moto da Occhetto.
 
Follini ha ringraziato Berlusconi. non gli ha dato il benservito come hanno scritto gli organi di stampa, ma un riconoscimento storico perché ha riconosciuto a Berlusconi una funzione storica paragonabile nel contesto in cui è inserita a quella di De Gasperi.
 
Fino al 1994 abbiamo avuto una partitocrazia dei partiti; dal 1994 abbiamo conosciuto una partitocrazia invece senza partiti Il Parlamento nel 1996 e 2001 è stato commissariato: cinque persone da iuna parte hanno scelto le candidature per la CDL, cinque persone dall’altra parte in un altro tavolo hanno scelto le candidature per il centro sinistra  
Poi o di qua o di là, la cosiddetta scelta di campo dove Berlusconi consigliava di non mettere neanche l’immagine dei candidati perché bastava la sua immagine.
 
Nel 1996 di là  Prodi, di qua Berlusconi; nel 2006, di là Prodi e ancora di qua Berlusconi.
Dieci anni trascorsi invano dovremmo dire. Non ritengo che sia così. Ci troviamo alla fine di un transizione storica e politica…
 
Questo centro sinistra di Prodi ha fallito, questo centro destra di Berlusconi ha deluso.
 
Quali i motivi: è un falso bipolarismo perché fondato sul biliderismo come ha ricordato Tabacci, perché la scelta di una parte è dettata dall’elettore che rifiuta l’altro e non è una scelta.
Perché i due Poli sono aggregazioni elettorali intorno al leader. C’è un deficit di democrazia e partecipazione. Nella prima repubblica si sceglieva il candidato e il partito e probabilmente lo schieramento; nella seconda repubblica, si scegli il partito e lo schieramento ma non il candidato. La soluzione è che bisogna scegliere partito schieramento e candidato. C’è una riforma elettorale da fare in senso proporzionale per consentire da una parte il radicamento del candidato e dei partiti sul territorio, dall’altra le coalizioni affini ed omogenee e garantire altresì la stabilità delle coalizioni con un premio di maggioranza agli schieramenti vincenti.
 
Obiezioni che si fanno a questo schema è che si tornerebbe al ricatto dei piccoli partiti: ma adesso, la Mussolini condiziona 30 collegi, Bossi 60, De Michelis 10. Cos’è questo se non lo stesso condizionamento di La Malfa, di Saragat, Partito Social Democratico.
 
Altra obiezione: si dice  “questo sistema proporzionale non conviene all’UDC. Non ci conviene stare però con l’UDC parliamoci chiaro, non conviene a Follini mettersi contro all’uomo più potente d’Italia, ma non conviene neanche ad un parlamentare parlare contro Berlusconi. Non conviene stare qui per tutti noi. Se ci stiamo è perché  siamo liberi e facciamo ciò che è giusto e non ciò che ci conviene  come ha ricordato Follini…
 
Il Proporzionale serve al Paese , serve alla povera gente che sceglie e conosce così il proprio candidato. Serve al territorio perché non ha più paracadutati, perché gli amici di merende, i compagni di scuola, gli avvocati, i dipendenti di Pubblitalia, i cantanti, i giocatori non troveranno più un collegio sicuro, ma se lo dovranno garantire e guadagnare in trincea.
Serve alle istituzioni perché c’è una classe dirigente più selezionata, perché serve più società politica e meno società civile, più sintesi e meno contrapposizione di interessi. Abbiamo oggi solo poteri forti e le organizzazioni degli interessi consolidati, che si confrontano e guidano il Paese e non l’elettore.
 
Seconda questione: dobbiamo trovare una nuova stagione di confronto . No alla demonizzazione dell’avversario, no alle opposte faziosità. Con il centro sinistra una sfida di governo per il paese, confronto positivo sui contenuti.
Bondi qualche giorno fa ha scritto: “occorre un governo di unità nazionale” noi diciamo no chiaro e tonto. È un inciucio e un accordo di potere tra DS e FI.
Il confronto significa cercare un maggior tasso di innovazione nell’economia,  un maggior tasso di meritocrazia nelle università,Enti pubblici, nella scuola, un maggior tasso di europeismo, un maggior tasso di cultura della legalità, una maggiore responsabilità sociale delle imprese e delle categorie dei lavoratori, un maggior senso della nazione, della solidarietà nazionale, più valori etici e sociali, più politica e meno faccende, più mediazione sociale, accorciare cioè le distanze sociali. Questo ceto medio che si va sempre più restringendo, bisogna allargarlo.
 
Terza questione: Partito Nuovo. L’UDC quando è nato, è nato con le caratteristiche della nuova casa dei moderati. Se uno si iscrive all’UDC, trova un Partito Europeista, pluralista, legato alla tradizione del PPE e come ha detto Follini, repubblicano, rappresentativo dove si vota e dove si fanno i congressi. Non trova Bossi, non troverebbe De Michelis. Mancano però Fini e Berlusconi. Fini ci sta pensando e sarebbe il terzo mistero rivelato a Donna Assunta Almirante.
Berlusconi invece non ci pensa proprio perché ci vorrebbe tutti dentro un’altra FI che sta pensando da mesi di realizzare. Tutt’al più rimposteremo gli ex DC: Scaiola,Formigoni, Pisanu…
Non importa lo scudo crociato ma i principi enunciati dell’UDC.
 
Noi si abbiamo mangiato pane e cipolla. Sogniamo un nuovo partito di centro alternativo alla sinistra al 35% , alleato con altri partiti democratici anche modello pentapartitico della prima repubblica se serve. Sogniamo anche Casini segretario di questo partito. Finché non realizzeremo questo modello, stiamo bene così. Dai giornali traspare un Follini che liquida il Cavaliere. Follini affossa e rilancia il centro destra? Follini prende atto della realtà e non quella virtuale dei sondaggi. Follini dà alla politica il pensiero e la parola degli Italiani .
 
Ed è la quarta questione: il Contratto con gli Italiani.
Ricorderete tutti lo show di Berlusconi con Vespa: che se non fosse riuscito a mantenere almeno quattro promesse su cinque che aveva fatto, non si sarebbe ricandidato alle elezioni 2006.
 
Prima promessa: abbattimento della pressione fiscale
 
Prevedeva l’esenzione totale dei redditi fino a 11400 euro. Che è successo: con il 2° modulo in vigore dal 2005 la notaxarea scatterà in alcuni casi prima degli 11.400 Euro, con le deduzioni dei carichi familiari voluti dall’UDC. In altri casi scatterà dopo. Non siamo distanti qui, dobbiamo dirlo, dall’obiettivo. Ma aveva detto riguardo alla riduzione della pressione fiscale che si sarebbero ridotte le aliquote al 23% per redditi fino a 103.000 Euro e la riduzione delle aliquote al 35% per i redditi sopra a 103.000 Euro.
Questi due punti non sono stati realizzati.
L’aliquota del 23% arriva fino a 26000 euro, quella del 33% sta tra i 26000 e i 33000 Euro.
Sopra i 33000 Euro, si paga l’aliquota del 39% e sopra i 100000 Euro quella del 43% ( il famoso contributo di solidarietà del 4%)
Dalla riforma fiscale, gli italiani ricordano che un miliardo è andato per l’abolizione della tassa di successione; sulle donazioni non faccio commenti. Nella riforma fiscale che sarebbe dovuta costare dai 22 ai 29 miliardi per applicare le due aliquote del 23 e 33%, solo 13 miliardi sono stati spesi. Attuazione della prima promessa pertanto solo al 50%
 
Seconda promessa: attuazione piano per la difesa dei cittadini e prevenzione dei crimini con introduzione del poliziotto e del carabiniere di quartiere con il risultato di una forte riduzione dei 3 milioni di reati allora registrati.
 
Cos’è successo? A parte il discorso che i reati nel 2000 erano 2.206.000, nel 2001 erano 2.164.000, da allora il numero dei reati è salito del 13%. Sono diminuiti i reati relativi agli sbarchi di immigrati e alle morti per droga, grazie anche all’apporto degli enti locali, ma sono aumentati i reati di truffa e altri delitti.
Promessa non attuata
 
Terza promessa: innalzamento pensioni minime a 516 Euro
 
Unica promessa mantenuta, mantenuta perché il relatore di questo provvedimento nella finanziaria 2001 era il Sen. Tarolli dell’UDC, capogruppo commissione bilancio.
 
Quarta promessa: dimezzamento del tasso di disoccupazione con creazione di 1.000.000 di posti di lavoro.
 
All’1/2/2004, rispetto al  primo trimestre 2001 la riduzione è stata del 17%. Per realizzare l’obiettivo promesso, la disoccupazione sarebbe dovuta passare dal 9,8 al 5% entro la primavera 2006. Siamo all’8,3%.
Obiettivo realizzato al 35%
 
Quinta promessa: apertura dei cantieri per almeno il 40% degli investimenti previsti dal piano decennale grandi opere considerate di emergenza e riguardanti strade, autostrade, metropolitane, ferrovie, reti idriche, opere idrogeologiche…
 
Il piano prevede 127 grandi opere per un intervento di 106 miliardi di Euro di cui il 50% a carico dei conti pubblici. L’impegno di avviare il 40% delle opere non è difficile da realizzare. Secondo la propaganda di FI, i cantieri aperti sono 13, secondo il centro sinistra 4. Secondo le cifre deliberate con la legge 166 del 2001 e la finanziaria 2004 la cifra effettivamente stanziata è di 9, 1 miliardi. Secondo quella che compare nel DPF 2003-2006 è di 24 miliardi di Euro.
Secondo questi dati l’obiettivo è stato centrato solo per il 25%.
 
Caro Fini tu che hai criticato Follini che ha detto che le cose vanno male è perché dispiace a qualcuno che Follini abbia detto che le cose vanno male. Io posso dire che dei cinque obiettivi solo l’innalzamento minimo delle pensioni è stato centrato (Promessa n°3)
 
Quattro promesse su cinque non sono state mantenute. Contratto risolto per inadempimento. Berlusconi licenziato dagli elettori nel 2006.
Non lo licenzia Follini, non lo licenzia l’UDC, lo licenzieranno gli elettori per inadempimento contrattuale. Salviamoci finché siamo in tempo…
 
Con Berlusconi si perde, senza Berlusconi si perde. Con l’aiuto di Berlusconi si può vincere e chiediamo a Berlusconi per questo un atto di generosità per far vincere ancora la Casa dei Moderati. contro la sinistra.
Non abbiamo costruito questo schieramento per gli interessi di Berlusconi  ma per gli interessi dell’Italia che deve battere la sinistra. Questo ci ha detto Follini nella sua relazione.
 
E per queste convinzioni, pensate e meditate, sofferte e duramente pagate che votiamo Follini segretario per un partito libero in un’Italia libera per difendere con autorevolezza la nostra storia.
 
No allo spettacolo di uno shopping di Berlusconi nell’UDC. Quando ci sono state le due crisi di governo, l’abbiamo visto che Berlusconi si sceglieva gli interlocutori dentro l’UDC.
 
Questo congresso deve dare unanime sostegno e condivisione a Follini perchè a rappresentare l’UDC sia lui, sia solo lui e non altri manutengoli di Berlusconi in questo partito…
 
In allegato la relazione di Marco Follini

10/07/2005





        
  



1+3=
Ciccanti
La delegazione ascolana
Marco Lorenzetti
La platea
Paolo Turano
Cesare Celani

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