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Tutti in piedi per Renzo Avitabile e i Bottari di Portico.

Ascoli Piceno | Altra tappa ieri sera dell’Ascoli Festival, oltre il Medioevo, con Renzo Avitabile e trascinanti ritmi provenienti direttamente da Napoli e dalla tradizione della Festa della botte.

di Stefania Mistichelli

Testi in napoletano strettissimo, “perché ho voluto recuperare le radici della mia terra e la lingua che era stata relegata nello stereotipo e nelle cartoline”, ma i significati delle parole arrivano dritti al cuore e parlano di temi scottanti: di bambini soldato, dei problemi dell’africa, di un prete no-global e di Porto Alegre, di pace e di fratellanza. Ieri sera in piazza del Popolo presenta il suo progetto Salvamm’o munno Renzo Avitabile, realizzato in collaborazione con Il Manifesto e Amnesty International, per la causa  dei bambini soldato.

E allora passando per Paisà, Tutt’egual song’’e creature, Int’o viento, Salvamm’o munno, Puort’ Aller’, Canta Palestina, Chest’è l’Africa, gli spettatori in piazza del Popolo sono stati rapiti dall’energia trascinante di Avitabile e dalle musiche sprigionate dagli strumenti tradizionali napoletani, insieme alle botti, ai tini e alle falci usati come percussioni.

Tutto il pubblico, completamente trasversale dal punto di vista anagrafico, per tutto il concerto non ha fatto altro che tenere il tempo con battiti di mani e piedi e con le movenze del corpo; inizialmente più timoroso, alla fine invitato da questa band straordinaria ha invaso lo spazio tra il palco e le sedie ballando e rispondendo con cori alle sollecitazioni della voce e del sax di Avitabile.

Nei momenti in cui i bottari riposavano, intervenivano le mani degli spettatori a tenere il ritmo: “le vostre mani sono importanti – ha affermato il cantante napoletano scendendo tra il pubblico – perché esprimono il ritmo del vostro cuore”. Quindi Avitabile ha iniziato a “duettare” con la platea , che volentieri lo ha seguito, ormai completamente conquistata da questo personaggio e dal suo sound.

Ad un certo punto la tecnologia non assiste il musicista, il microfono non funziona più, i tecnici del suono cercano disperatamente di risolvere il guasto, e Avitabile, dopo aver scherzato rivolgendosi ai tecnici (“Siamo su Scherzi a parte?”), ha superato brillantemente l’impasse,  prendendo il suo sax e  improvvisando insieme al trombettista Carmine Mascarella e al sassofono baritono Francesco Sossio; un contrattempo tramutato in una melanconica, splendida, parentesi soul.

Quando tutto si risolve (e Avitabile in dialetto napoletano stretto: “Che facciamo l’uccidiamo?”), l’assolo del batterista Mario Rapa introduce l’omaggio al rituale della festa delle botti, risalente al 1300. La tradizione narra che i contadini per scacciare gli spiriti maligni dagli angoli bui delle proprie cantine e, all’aperto, per propiziare un buon raccolto, percuotessero freneticamente tini, botti e falci. Tale tradizione è confluita poi nella festa religiosa di Sant’Antonio Abate, quando, sopra a carri dalla forma di barche, una Pattuglia di giovani, diretta dal Capopattuglia, con mazze e bastoni percuotono botti e tini e battono falci con bacchette metalliche.

“Tradizione poi contaminata da me che la “inguaio” – afferma Avitabile utilizzando un termine napoletano troppo eloquente per tentare di tradurlo nel corrispettivo in italiano. Continua poi il rituale della Festa delle Botti con la danza: allora tutti a ballare sotto il palco con un energia incredibile, giovani e meno giovani, tutti che saltano insieme ad Avitabile a alla sua band. E mentre tutti danzano, Avitabile scende di nuovo tra la folla, assistito dalla tromba e dal sassofono baritono, mentre i Bottari di Portico e gli altri musicisti danno tutto se stessi sul palco.

Serata davvero senza precedenti per la piazza salotto ascolana; un concerto così ha dell’incredibile per un pubblico come quello ascolano che solitamente poco si lascia coinvolgere dagli artisti sul palco; ci sono brillantemente riusciti, con un concerto durato più di due ore, Enzo Avitabile e i musicisti Giancarlo Abiarello alla chitarra napoletana, Sasà Priore alle tastiere, Carmine Pascarella alla tromba, Francesco Sossio al sassofono baritono, Alfonso Arinolfi al basso, Mario De Rosa al mandoloncello, Mario Rapa alla batteria, insieme ai Bottari di Portico, Gianbattista e Donato Vendemia, Tommaso De Filippo alle botti, Salvatore Guida, Massimo Piccirillo, Giuseppe Trotta, Andrea Vendemia ai tini e Giovanni Vendemia , Antonio Nacca alle falci, guidati dal capopattuglia Carmine Romano.

 

20/07/2005





        
  



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