Come può il vicario di Cristo che vede morire milioni di ebrei e non nei forni crematori di Hitler tacere la condanna?Questo il quesito che emerge dul palcoscenico del Teatrlaboratorium Aikot 27 che in questi giorni propone Il Vicario, spettacolo tratto dall'omonima opera di Hochhut Rolf.

Vincenzo di Bonaventura Edoardo Ripani e Fernando Micucci incarnano i personaggi del dramma che espone la controversa discussione sull'atteggiamento di Papa Pio XII durante la seconda guerra mondiale e della sua odiosa riluttanza a schierarsi contro e denunciare gli efferati crimini contro l'umanità perpetrati per anni dal regime nazista sotto gli occhi costernati di tutto il mondo.

L'opera, pubblicata nel '65 dalla feltrinelli e sottoposta a ripetute censure, anche a teatro, sul territorio italiano, viene oggi alla luce nella voce, sui volti e in ogni movimento di tre straordinari attori.

Professionisti che davanti al piccolo pubblico, una ventina di persone, che il suddetto teatro,assolutamente privato, può contenere offrono un'operazione d'arte allo stato puro.

Fiato sospeso e sguardi persi degli spettatori che per 2 ore e mezza hanno respirato la tensione creata dal ricordo di un orrore impossibile da cancellare, del dramma dei drammi, che ha mostruosamente avuto luogo sul palcoscenico del mondo reale.