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I giovani industriali insieme per comunicare il Made in Italy

Porto San Giorgio | Molti i relatori e le presenze per la tavola rotonda dal tema "Comunicare il Made in Italy"

di Pierpaolo Pierleoni

Ha avuto luogo nel pomeriggio presso l’Hotel Timone la tavola rotonda organizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori del Fermano, moderata da Lolita Falconi e incentrata sul tema “Comunicare il Made in Italy”.
 
Molti i relatori invitati a partecipare da Enrico Paniccià, presidente da un anno del gruppo, che ha presentato l’appuntamento ed effettuato una breve analisi sul lavoro svolto nel suo primo anno in carica. “Abbiamo voluto puntare molto sulla formazione, istituendo collaborazioni con il Politecnico delle Marche, ma anche con le università di Macerata e Camerino. Ci sembra questa la strada principale da percorrere, quella di proporci come trait d’union tra preparazione universitaria e ingresso del mondo del lavoro. Il nostro contributo può essere utile alla formazione di una futura classe dirigente preparata e moderna”. Un accento posto sulla formazione e sul rapporto con scuole e atenei apprezzato da quasi tutte le voci intervenute successivamente.
 
Tra le autorità, intervenuti Alvaro Cesaroni, Presidente unione industriali del fermano, e Traiano Ruffo Campanelli, presidente del Comitato regionale giovani imprenditori. Incisivo in particolare Cesaroni, che sul tema del Made in Italy ha tenuto a precisare l’importanza di “Riappropriarsi del concetto di italianità, prima di pensare al made in. Se non riscopriamo cosa significhi essere italiani, se non siamo affezionati al nostro paese, il nostro attaccamento al marchio di provenienza si svuota di senso”. Risposte positive a questo richiamo da parte di Orietta Maria Varnelli, presidente dell’omonima ditta di distillerie, secondo cui è “Fondamentale comunicare la propria italianità, raccontare attraverso il prodotto la terra di provenienza”.
Sulla stessa linea anche Roberto Vallasciani, Vice presidente Anci, che ricorda come il prodotto italiano sia capace di competere solo mantenendosi su una fascia qualitativa di eccellenza. 
 
Articolato l’intervento di Cleto Sagripanti, oggi vicepresidente nazionale del gruppo giovani imprenditori. Secondo l’industriale, centrale prima di tutto, per parlare di Made in Italy, che ne esista soltanto uno. Perplessità sulla linea dura sui dazi e le misure anti-contraffazione.
 
“Non dico di essere né pro, né contro i dazi. Sostengo piuttosto che misure di questo tipo servono solo per il breve periodo, ma non a lungo termine. Non possiamo pensare solo alla concorrenza e al pericolo della Cina. Dobbiamo tornare ad investire nelle aziende, puntare a pubblicizzare i prodotti, pensare a fidelizzare il cliente, aprirci e dare spazio ai giovani talenti, unirci in consorzi perché da sole le piccole aziende non possono lottare a livello internazionale”.
Tante quindi le idee e le proposte, per un Made in Italy tutto da riscoprire e da pubblicizzare per riemergere dalla crisi.

27/07/2005





        
  



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