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3° edizione "da oriente a occidente: una danza per la pace"

San Benedetto del Tronto | "Creasti per la gente un mirabile teatro e ancora rinverdisci il gaudio e l'allegria con astuzia hai messo insieme i due contrari e chi l'acqua vedeva mischiarsi con la fiamma"

Najma Asani

Queste parole, scritte quasi mille anni fa dal poeta arabo-siciliano Ibn Al Ballanubi, sembrano scritte per l'ideatrice di questa serata: la danzatrice e coreografa Najma Asani, al secolo Paola Sguerrini, che ha voluto fortemente la realizzazione di questo festival per offrire al pubblico un assaggio di quello che è la vera arte della danza orientale: non mero intrattenimento, ma altissimo momento di scambio culturale tra Oriente e Occidente.

La serata d'apertura di questo festival, giunto ormai alla sua terza edizione, è dedicata all'imperatore Federico 2°, che proprio a Porto D'Ascoli, dove è situata l'Accademia di danza orientale diretta da Najma, ebbe una delle sue fortezze.Sappiamo che Federico amava godersi la vita, dare sontuose feste e soffermarsi nella frescura dei suoi meravigliosi giardini mediterranei conversando di filosofia con i filosofi e letterati arabi e siculi che popolavano la sua corte e con i funzionari del suo regno, che spesso, come ad esempio il notaio Jacopo da Lentini, si dilettavano nello scrivere poesie.Una di queste feste che è passata alla storia, grazie alle cronache di Salimbene e Matteo di Parigi, fu quella organizzata per le sue seconde nozze con la giovanissima Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme.

L'imperatore, già reduce d auna prima crociata, aveva acquisito le usanze arabe e aveva portato con sé dalla Terra Santa, un centinaio di odalische di nobili natali, esperte di danza orientale, che egli portava con sé in tutti i suoi spostamenti, sorvegliate da eunuchi negri. Che egli davvero amasse molto la grazia e la raffinata tecnica delle danzatrici arabe è cosa ben nota.

La sua guardia personale, nonché gran parte del suo esercito erano composti da soldati saraceni e oltretutto la fazione guelfa alimentava la diffidenza del Papa nei confronti di questo "sultano battezzato" accusandolo di eresia e immoralità, proprio a causa di questo suo harem. In realtà le immagini di queste danzatrici, schizzate a margine del manoscritto di Matteo di Parigi e basate sulle descrizioni di Riccardo di Cornovaglia, che le aveva vedute personalmente, erano molto caste. Soltanto con una di esse, Federico ebbe un figlio, cui diede tra l'altro il suo stesso nome. La storia non ci dice il nome di questa concubina siriana che rubò il cuore dell'imperatore, Najma Asani ha immaginato che si chiamasse Zuleica, nome poi risultato plausibile, in quanto si tratta di un nome arabo usato nell'antichità.

Siamo alla vigilia della seconda crociata e l'imperatore sta per sposare la quattordicenne Jolanda, figlia di Giovanni di Brienne, un valoroso crociato che dava in eredità a sua figlia il titolo di regina di Gerusalemme. Si tratta di un matrimonio di convenienza che ferisce l'orgoglio di Zuleica, consapevole del fatto che una concubina musulmana non potrebbe mai aspirare a quella posizione, nonostante abbia generato un figlio.Nonostante l'imperatore si sforzasse di rispettare queste consuetudini, ebbe comunque due scomuniche dal Papa.

Lo stesso cronista Salimbene, pur lodandone le caratteristiche di sovrano illuminato, ne individua la scarsa fede e la non cattolicità come unici difetti. In  verità questa figura fu rappresentativa di un epoca di fermenti culturali provenienti dall'oriente. Dal contatto con la letteratura arabo- andalusa infatti, oltre che con quella cortese, nacque la poesia in volgare siciliano, primo documento della letteratura italiana. Dai poeti arabi i poeti siciliani come Jacopo da Lentini colsero i temi amorosi e le strutture metriche, nonché i giochi di allitterazioni e assonanze. Tra le mura di quei giardini nacque insomma la prima letteratura italiana, tra i canti dei cantori arabo-siculi e le danze delle odalische orientali.

Ed è così che Najma Asani ha immaginato quel momento.Stasera vedrete un susseguirsi di danze, canti e poesie che ci riporteranno con la fantasia a quell'epoca. Attori arabi e attori italiani hanno collaborato a questo progetto con l'intento di dimostrare che quello che avveniva mille anni fa ad opera di una mente illuminata è ancora possibile, col rispetto reciproco e con la voglia di conoscere le rispettive culture.Da questo scambio fecondo sono nate scintille di altissima poesia, parole ancora attuali che parlano alle menti aperte.Vera chicca della serata è la partecipazione straordinaria del maestro Ashraf Hassan, giunto dal Cairo per esibirsi per la prima volta in Italia e condurre dei seminari per le danzatrici di tutti i livelli. Avrete modo di apprezzare dunque anche gi stili maschili di questa danza poco conosciuti in Italia. Il festival si concluderà lunedì alle ore 21 in sala consiliare (siete tutti invitati, l'ingresso è libero), dove si parlerà della danza orientale ala maschile.
 

06/07/2005





        
  



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