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Gli attentati di Londra

| LONDRA - Cinque esplosioni nella stessa Londra che ho visitato appena un mese fa; la Londra multietnica, la Londra centro culturale e meta di tanti visitatori.

di Stefania Mistichelli

Londra è stata ferita, dilaniata nei centri nevralgici del suo efficientissimo servizio pubblico urbano; le bombe sono state collocate nelle stazioni della metropolitana e dentro un autobus, uno di quelli rossi, a due piani, divenuti simbolo della città e tanto amati dai turisti che li utilizzano per fare visite panoramiche della città.

Tra quei turisti con il cappellino, la macchinetta fotografica digitale al collo e l’ombrello nello zaino c’ero io, appena un mese fa, con il mio ragazzo e un nutrito gruppo di amici.

Per la stazione di King Cross e di Russel Square ci passavo ogni giorno, per tornare nell’ostello dove risiedevo, a pochi passi dal British Museum. Difficile immaginare adesso quei posti, probabilmente deserti, popolati solo dai feriti, dai mezzi di soccorso, dagli operatori della stampa e delle televisioni.

Dalla stazione di Liverpool Street sono partita per andare all’aeroporto, e pensare che ero entrata nel panico perché temevo di perdere il volo; incredibile come cambino le priorità, mi stava crollando il mondo addosso per un probabile cambiamento di programma, perché sarei mancata dal lavoro un giorno più, e tutto ciò mi sembrava un’autentica tragedia. Sciocchezze rispetto a quello che sta succedendo ora.

Il bilancio dei morti e dei feriti cresce minuto per minuto, le cifre dei morti rimbalzano di bocca in bocca: due, venti, cinquanta… attualmente sarebbero almeno settanta.

I paesi “leader del mondo” idealmente riuniti attorno ad un tavolo, quello del G8 irlandese, si stringono attorno alla città di Londra, i capi di stato e di governo esprimono la propria partecipazione e ribadiscono l’impegno nella lotta contro il terrorismo e il fanatismo; si moltiplicano le rivendicazioni su Internet da parte di fantomatici gruppi di Al Qaeda, ma ancora nessuna di queste è stata giudicata attendibile.

Su Internet si possono leggere le testimonianze di londinesi o di italiani a Londra che per circostanze fortuite sono scampate alle esplosioni, o di persone preoccupate per i propri familiari, con i quali non possono mettersi in contatto perché le linee telefoniche sono fuori uso.

Non resta che aspettare gli sviluppi della vicenda, con un groppo alla gola e lo stomaco attorcigliato al pensiero che eventi del genere, nella loro tragica imprevedibilità, continuino a colpire i cuori di una società occidentale che sembra non aver compreso la giusta strategia di difesa.

07/07/2005





        
  



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