Vincenzo Fornelli è innocente. Dipinto e considerato per anni come il "mostro di Fermo", il bidello accusato dell'omicidio di Rosanna Lococciolo ha accolto con le lacrime agli occhi la sentenza della Corte d'Assise di Macerata che lo ha assolto con formula piena per non aver commesso il fatto.

Una svolta che chiude una vicenda giudiziaria lunga dodici anni.

I fatti, in pillole.

Dodici anni fa Antonio Surano, convivente di Rosanna Lococciolo, viene ucciso con un colpo di fucile a canne mozze: con il movente della gelosia viene accusato Fornelli.

L'anno dopo Fornelli viene prosciolto per la mancanza di prove che potessero avvalorare l'accusa di omicidio.

Nel 1996 viene rinvenuto il corpo, ridotto in pezzi, di Rosanna Lococciolo, diventata amante di Fornelli: i suoi poveri resti vengono rinvenuti in un pozzo e, a seguito dell'esame autoptico, si scoprì che a causare la morte fu, anche in quel caso, un colpo di fucile a canne mozze. Si torna a puntare il dito contro Fornelli, nuovamente accusato di omicidio.

Due anni dopo l'epilogo è lo stesso: mancanza di prove. Fornelli prosciolto.

Nel 2000 la procura di Fermo riapre l'inchiesta a seguito del ritrovamento dell'arma del delitto nascosta nel casolare in cui i due amanti si incontavano e il 16 marzo di quest'anno si è riaperto un nuovo processo in Corte d'Assise.

Ieri l'epilogo: la sentenza della Corte d'Assise chiude il caso riconoscendo l'imputato come non colpevole con formula piena.