È stato l’evento dell’estate 2005. Tantissimi appassionati e non si sono dati appuntamento presso lo chalet Stella di Vincenzo e Giovanna Scarrozzi a Porto d’Ascoli per questa 1° edizione del FESTIVAL LATINO DELLA RIVIERA, organizzato dal Dott. Domingo Cesar, maestro di danze caraibiche, divenuto ormai un punto di riferimento nel panorama latino.

 

È stato un viaggio nella cultura sudamericana. Non solamente ballo ma anche musica e spettacolo. Si sono esibiti per la prima volta da noi, il mitico Ruben Blades, spalla anche di Oscar de Leon, il timbalero, Victor Valdez e gli “Stafiros”, Antony e Boris, i bravissimi ballerini di Ricky Martin anche autori di numerosi CD di ballo di gruppo che hanno presentato in esclusiva nazionale il loro nuovissimo e coinvolgente ballo di gruppo: “Demboo”.

Oltre a loro a scendere in pista sono state le scuole più quotate della zona: “Planet Dance” di Claudio e Donatella Ridenti semifinalisti al Congresso mondiale della Salsa svoltosi a Milano nel 2004 e finalisti quest’anno al  Campionato italiano sempre di Salsa, i “Salsamigo” di Norberto ed Angela Rios, “Bailando” di Anna Maria e Mauro, “Salsarica” di Federico e Giovanni, “Jeune Etoile” di Giovanni Andrenacci che ha proposto al pubblico anche un’esibizione di tango.

Non poteva mancare l’esibizione del maestro Domingo Cesar che ha proposto un “Latin Jazz” sulle coreografie di Jhesus Aponte, grande campione di Salsa.

 

Alla base di questo successo la professionalità la cortesia e la disponibilità dei titolari dello chalet Vincenzo e Giovanna, dell’organizzatore Domingo, del presentatore Savino Lolli, e dei quotati ospiti che hanno ballato anche insieme alla gente e non si sono sottratti né a foto, né ad interviste né ad autografi, dimostrando a differenza di altri ballerini provenienti da quotate trasmissioni di avere oltre che una maturità artistica anche una sensibilità e maturità a livello di rapporti umani.

 

Al termine della serata abbiamo posto alcune domande al maestro ed organizzatore Domingo Cesar riguardo il mondo latino ed in particolare riguardo alla salsa, il quale ha riportato alla luce aspetti quasi del tutto sconosciuti al pubblicodegli appassionati del genere latino.

 

“L'uso della parola "salsa" inserita in una musica latinoamericana, compare per la prima volta nel 1933, seppur con intenti culinari, nella canzone "Échale Salsita" del cantautore cubano Ignado Pinerio.

Con l'esplosione del Mambo e del Chachachà, che dominano la scena degli anni metà '40 e '50, la salsa rimane latente fino al 1962, quando la Secco Records pubblica l'LP "Stepping Out" di Joe Cuba. Motivo di punta: "Salsa y Bembé" di Jimmy Sabater, cantato dal solista Cheo Feliciano.

Ma sono l'album Soul Sauce ("Salsa dell'anima", 1964) di Cai Tjader, insieme ad altri artisti messicani di San Frandsco, fra cui ricordiamo Santana con l'immortale "Oye como va", che hanno dato il primo impulso per la nasata di questo genere.

L'uso della parola, in effetti, non diventò popolare fino a quando non fu propagandata in ritornelli, titoli di canzoni, in copertine di dischi, in programmi di radio e TV, dall'inizio degli anni 70.

La salsa è musica che mantiene una matrice cubana (struttura del son e del mambo con altre influenze afro-caraibiche, jazz ed ispanico-europee) interpretata da musicisti radicati a New York nel quartiere latino, detto comunemente Barrio. La popolarità del termine, come riassuntivo di precise modalità musicali, fu intenzionalmente universalizzato e diffuso dalla Pania All-Stars, Jerry Masucci, Leone Cast..."

 

“Esistono vari modi di interpretare la musica. E' qualcosa che devi sentire dentro, che nasce dall'istinto e, oserei dire, dalla propria personalità. Vero è che la salsa è soltanto una. da non confondere con la "timba", che molti professano orgogliosi dopo essere tornati dalle proprie vacanze in Cuba. La salsa possiede una ritmica adattabile ad una varietà infinita di contaminazioni, ma tiene una struttura fissa e dei caratteri inconfondibili; proprio come il sole dei Carabi, e sotto quel sole non importa se balli guidando la tua ballerina in tondo (cuban style) o la accompagni seguendo delle linee ed impostazioni tecniche più "ricercate"(puertorican style). Sentirsi partecipi di un unico "calore" deve essere il risultato

finale, nel rispetto del divertimento proprio e di quello altrui…”

 

“E' opportuno stabilire dei punti chiave in questo lavoro. Fondamentali sono: il Rapporto con l'allievo, basato sulla fiducia e la stima reciproca.

La Trasmissione dell'insegnamento, non in base a quanto un allievo ha in tasca, ma determinando le sue capacità di apprendimento.

La Professionalità, che non è misurabile in relazione alle parole dette, ma alla capacità di trasmettere ciò che si conosce, frutto di studio e di dedizione. Il Riconoscimento dei propri limiti: se un allievo vuole avere di più, rispetto a quanto si è in grado di dare, occorre aiutarlo a scegliere la strada migliore, senza denigrare altri colleghi.

Il Buon gusto, insegnare qualcosa è rivestire un ruolo da educatori, parole e metodi si devono affiancare a maniere e comportamenti consoni.

Il Dialogo e l’incitamento, senza creare illusioni, facendo presenti i difetti fisici o strutturali (laddove esistano), e consolidando i punti di forza specifici di ogni allievo.

L'Immagine, curare l'aspetto, il modo di parlare e di proporsi, consente a chi d osserva di avere un giudizio più positivo nei nostri riguardi. Indossare il giusto "abito" è necessario poiché, si è insegnanti in tutti i luoghi in cui si pratica o si parla di ballo (dentro e fuori il parquet o la pista). Come dire l'abito non sempre, non fa il monaco…”

 

“Oggi le danze caraibiche e la Salsa, in particolare, sono un fenomeno musicale mondiale che persone; con distinte radici etnico culturali ed economiche, seguono e ne partecipano gioiosamente tanto nella forma musicale come nel ballo.

Molti la giudicano una nuvola di fumo, io che ho avuto la fortuna di viverla e conoscerla al di là dell'Atlantico ed in altre nazioni europee, posso raccontarti di sensazioni e atmosfere sempre vive che ogni volta risuonano splendidamente irresistibili nei cuori di ogni appassionato.

Non investirei tanti sforzi se non ci credessi. Infine ballo salsa perché è la migliore maniera che ho di sentirmi libero, in una casa ideale, fra i ritmi e i sogni di un popolo, percorrendo Passioni come sentieri al sapore di vissuto per sempre…”