Marcello Pera, filosofo della scienza e seconda carica istituzionale dello Stato italiano, è una delle figure più enigmatiche degli ultimi tempi. Ex razionalista, ex laico, ex liberale, ex garantista, ex democratico, ex pensatore, si è trasformato nel giro di pochissimi anni in un rabbioso reazionario, che attribuisce alla laicità, alla tolleranza e alla troppa indipendenza di pensiero, le colpe primarie della devastazione dell'intera civiltà occidentale, dalle bombe nella metropolitana di Londra all'aumento dei prezzi delle verdure a Lucca.
 
Difensore dei crocifissi pubblici, oppositore feroce della procreazione assistita, moralizzatore sfrenato di omosessuali, conviventi e divorziati, è così riuscito nella notevole impresa di invertire completamente, nel breve giro di tre o quattro anni, la quasi totalità delle sue convinzioni su tutti i temi etici, sociali e culturali, ripetutamente esposte per una trentina d'anni in centinaia di saggi specialistici e di articoli sparsi.
 
La sua ultima bordata ha visto la luce nell'eloquente cornice del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Il Presidente del Senato ha dichiarato infatti, di fronte a un pubblico di devoti cattolici estasiati, che è ora di finirla con l'immigrazione, perchè altrimenti si diventa meticci.
 
Di fronte all'assurdità di un'affermazione di questo genere non si riesce mai a capire se è meglio mettersi a piangere o ridere. Per non sbagliare mi farò promotore di una mozione intesa a garantire il voto nelle elezioni comunali agli immigrati extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno e residenti sul nostro territorio da almeno dieci anni.
 
La speranza è quella di continuare a muoverci sul difficile cammino dei diritti sociali e di riempire il mondo di meticci.

* consigliere comunale Prc Ascoli Piceno