Partenza per Lecce, ultima di campionato, mi fiondai a vedere il mio Nesta giocare nella Lazio. Dopo la partita arrivai in fretta e furia all’aeroporto ma dell’amato giocatore neppure l’ombra e così scattai foto con Favalli (chi si accontenta gode!) ehm ,allo sviluppo: Favalli con una ciocca di capelli biondi vicina.

Poi Nesta lasciò la Lazio e, così, non potei perdermi la sua prima partita contro l’ex squadra e lo vidi a strisce rosse e nere. Che impressione lui che sembrava un angioletto con quel celeste, diventato centrale di difesa dei diavoli. Ma questa fu la partita dell’Olimpico di cui conservo gelosamente il biglietto e lo vidi piccolo piccolo piccolo. Lontanissimo .

Successivamente ci fu l’Ancona in serie A. e come potersi perdere  il mio amore a pochi chilometri? La sera prima della partita andai all’hotel che lo ospitava. In ginocchio  pregai l’omone della security che non mi vedeva neppure (non ero nella sua lunghezza d’onda).

Niente da fare, neppure gli occhioni verdi della sottoscritta (non li avrà visti) riuscirono a sciogliere il suo inflessibile ghigno da persona che non ti concederà mai quello che chiedi. Non si intenerì neanche di fronte alla richiesta di non tarpare le ali di un amore che avrebbe potuto spiccar e il volo se solo mi avesse visto. Alessandro a pochi metri da me e io in preda al panico a tentarle tutte per raccomandarmi a quel cattivone alla porta. All’una penso di aver alzato bandiera bianca. Ma ricordatevi che quell’uomo avrà sulla coscienza quel no.

Poi ho tentato la carta regalo di compleanno. Riuniti tutti gli amici ho chiesto: ragazzi quest’anno niente regalo  voglio solo gli auguri di Alessandro Nesta. Anche telefonici non serve che esca dalla torta. Compleanno passato a guardare il telefonino e chiudere in fretta le telefonate per non lasciare la linea occupata. Ma han chiamato tutti da tutta Italia tranne uno! E gli amici non mi hanno neppure fatto il regalo!

Ed ora  il mio cuoricino pensava di aver chiuso. Di essere destinato ad una vita solitaria. Senza quell’amore grande per quel bellissimo uomo coi capelli neri e la bocca carnosa. Pensate che chiamo il mio gatto Bernardo come quello di Sandro. Che un anno fa mi hanno vista girare per Ascoli con un poster dimensioni originali di Nesta con due palline da tennis per mano. Quando ero fidanzata nascondevo il poster dietro l’armadio. Quale posto migliore per un amante…

Ora lo sguardo del mio Romeo campeggia al fianco del mio letto. Ormai è una presenza stabile.

Tanto che sappiamo tutto l’uno dell’altro parliamo del più e del meno, come è acculturato! La sera poi mi racconta la sua giornata, sapete l’allenamento a Milanello: una fatica! Il mio gatto, sempre il Bernardo di prima, si è affezionato e ormai gli fa le fusa. Mio padre ogni volta che si affaccia nella mia camera dopo aver sbuffato per il disordine che regna (concetto soggettivo) si chiede perché proprio a lui doveva capitare una figlia scema fidanzata con un poster.

Ed ora a me Federichina, la Fede di Ascoli indovinate cosa è accaduto il sedici di agosto? Ero indaffarata a riordinare l’armadio (beh che volete una volta l’anno bisogna pure farlo) e con orecchio teso a quello che dicevano in tv. Campionati mi pare, sorteggio delle partite? Boh, .…eccolo il vestito che non trovavo da due anni! uffa ma questa camicia non l’avevo resa a mia cugina? Ora capisco perché non mi parla più.

E tra un ritrovamento e l’altro sento: prima giornata di campionato: Ascoli – Milan…eh? S’è sbagliato, s’è sbagliato di sicuro. Io ho sentito male, è un po’ di tempo che sono leggermente distratta. Vado nel salone dove mio padre impugna il telecomando e con nonchalance mi guarda con quegli occhietti tra il serio e il faceto. Beh, sei contenta vedrai il tuo fidanzato! Il mio fidanzato? Il mio fidanzato? Ma allora è vero. Non mi svegliate…è vero! Non sto nella pelle, arriva lui da me. Se Maometto non va alla montagna…beh…la stupenda montagna, la verdissima montagna, viene da questo bel bocconcino di una Maomettina. È lui Sandrino arriverà.

Parte ora la ricerca disperata dell’intervista. Ma intervistare Sandro Nesta è un po’ come intervistare il Papa. Beh forse il Pontefice si impietosirebbe e magari due parole anche in tedesco me le direbbe.  Insomma dopo ripetute telefonate alla sede di Milano, sono la giornalista blablabla  ma…niente! Nessuna intervista. Se la vuoi vieni a Milanello. Ma io ci verrei pure,  se mio padre non mi avesse interdetto la partenza pena perdita del diritto di rientrare in casa.

Così inizia  la disperata ricerca di un biglietto per la partita. Ma che siete matti? Io in mezzo a quella ressa tra gente che tocca il s edere e che spinge? Ma non ci penso nemmeno. Poi mi dico: per Nesta, questo ed altro. Entro nella calca cercando di ispirare almeno un po’ di dolcezza. Niente da fare energumeni alti due metri davanti dietro di fianco. E a me manca il respiro. Pluff…mi ritrovo sbalzata dietro a tutti senza il biglietto e soprattutto con i capelli scompigliati e il tacco rotto. E ci riprovo ma in meno di venti secondi ancora pluff…insomma: io sono la fidanzata di Nestaaa! Uno degli energumeni di cui sopra si gira infastidito e mi dice: Ma scusa bella fattelo dare da lui il biglietto! Me tapina ! ora dove posso trovare il tagliando d’entrata alla partita e soprattutto come farò a vedere Nesta?

Idea: alloggiano al Casale…ok! Tentativo di prenotare camera Casale: fallito. Tentativo riciclo come camerierina: fallito. Donna delle pulizie : fallito. Lustrascarpe: fallito. Pulitrice della piscina: fallito. Tappetino: fallito. Accompagnatrice alle stanze: fallito. Pigiatrice del numerino in ascensore: fallito. Illustratrice del panorama: fallito. Versatrice d’acqua nei bicchieri: fallito. Lettrice favole per addormentare:fallito.

Pare non ci sia nulla da fare …ma secondo voi che la conoscete bene, riuscirà la nostra intraprendente super Fede, almeno questa volta, a vedere l’amato Nesta?