Anche la Camera dei Deputati ha approvato il rinvio, al prossimo 31 ottobre,  della rideterminazione dei canoni demaniali marittimi.

           
Il grande lavoro prodotto dalla F.I.B.A.,  in questi ultimi mesi, ha portato quindi ad un accordo che può rappresentare una nuova opportunità, per la categoria dei balneari, per costruire una proposta possibile di aumento dei canoni e, più in generale, per arrivare ad un totale riordino del demanio marittimo che possa soddisfare le esigenze degli operatori e del Governo.

           
In sostanza la F.I.B.A. Confesercenti nazionale punta ad una soluzione produttiva per le entrate dello Stato, ma comunque sostenibile per gli imprenditori balneari che hanno vissuto, negli ultimi due anni, in un clima di totale incertezza ed ansia. La soluzione dovrà quindi essere trovata all’interno della prossima legge finanziaria, ovviamente non riproponendo l’incredibile aumento del 300%.

           
Del resto, non sono poche le avvisaglie di una stagione balneare di tono molto ridotto, soprattutto nell’area medio-adriatica.

           
Del resto le condizioni generali del turismo risentono pesantemente della crisi economica generale: da un’indagine SWG Confesercenti, almeno due milioni di italiani rinunciano quest’anno alle ferie, con una perdita di 3 miliardi di € di entrate per l’intero settore.

           
Gli attentati terroristici di Sharm El Sheikh hanno prodotto un impatto immediato di disdette per i viaggi  verso il Mar Rosso, con spostamenti verso località italiane, greche, tunisine. Ma, nel complesso, i consumi turistici non ripartono ed i primi rapporti dei gruppi imprenditoriali di settore confermano la tendenza negativa della stagione estiva 2005.

           
E la riviera adriatica, se regge - e con difficoltà - fino a Rimini, dà invece segni di grosso affanno a sud della Romagna, a cominciare dalle Marche.

           
Quali i motivi?

“La situazione italiana è ormai al dramma – ha dichiarato il presidente nazionale Confesercenti, Marco Venturi – Il forte aumento dell’inflazione nel mese di luglio è dovuto esclusivamente alla crescita di prodotti il cui prezzo è formato soprattutto da tasse e balzelli vari. Sul fronte dei consumi, poi, dobbiamo registrare che essi sono cambiati: gli aumenti annui pesano: 192 €  in più per la benzina, per 360 € in più per l’abitazione, mentre gli acquisti di prodotti e servizi per la comunicazione hanno ridotto di molto la capacità di spesa in altri settori. E la crisi economica fa più paura anche del terrorismo”.

           
Una sensazione quantomai verificabile, anzi addirittura palpabile, anche nella nostra  “Riviera delle Palme”.