Con tutto il rispetto per il maestro Renato Novelli e condividendo nel merito alcune delle sue proposte fattive, buttare via il “bambino con l’acqua sporca” – il sindaco è un ginecologo, mai definizione fu più appropriata- lo trovo ingiusto.

Leggendo il suo editoriale pubblicato su queste pagine, l’amministrazione che volge al desìo ha sì commesso parecchi errori sul profilo della litigiosità, stupisce addirittura come poi, per le realizzazioni,  si sia invece distinta per iperattività.

Non sto parlando soltanto dei vari lungomari e/o opere in centro ma anche più nascosti, e per questo graditi ai cittadini “comuni”, marciapiedi, piazze e realizzazioni varie che potranno non garantire la rielezione “chiavi in mano” ma che hanno avuto il pregio dell’efficienza.

Se obiezioni si possono muovere, sicuramente il profilo della cultura in senso lato – tanto cara al professor Novelli se non altro perché è stato e notevole, assessore al ramo - le lacune sono evidenti a vantaggio dello spettacolo. Ma c’è un perché. Nani e ballerine, secondo una definizione ormai entrata nel linguaggio comune. Per chi mastica un po’ di caro, vecchio, latino panem et circences con tutto ciò che ne consegue.

Ma un’autorità in fatto di Sociologia qual egli è, sarebbe bene comprenda il segno dei tempi. La generazione della quale la sottoscritta fa parte è cresciuta a Nutella e Drive In. E questo è un fatto. Che si possa, anzi debba, criticare è sacrosanto, ma tant’è.

Parlare oggi allora semplicemente d’ospedali al nuovo che avanza e ha tutt’altre questioni irrisolte per la testa, pare stonato. Non sto giustificando lo stato delle cose, che neppure mi piace, a dir la verità. Da giornalista, invece, guardo quanto ci circonda e l’esperienza dei miei consimili.

 Il divertimentificio, l’importanza del turismo e degli hotel, tutto quanto alimenta la voglia di scappare, lo concedo, dalla realtà dall’impegno quando si fa pesante o, semplicemente, il gusto di pensare ad altro che non sia triste, l’abbiamo sotto gli occhi proprio in questi giorni di Summer Sky, Tim Tour e quant’altro.

Professor Novelli, prima degli ospedali dove vanno i malati, qui c’è da costruire e ricostruire una società di sani. Persone che si facciano almeno le domande essenziali, esistenziali, di chi siamo, cosa vogliamo e dove andiamo dalle quali discende il resto. Che veda la sua crescita affidata alla possibilità di lavoro stabile. E che questo consenta di avere  magari una famiglia, quantomeno un’esistenza dignitosa. Di dare un futuro vero, e non costringa ad invecchiare senza maturità. Le grandi rivoluzioni che avete lasciato, delle quali ai trentenni di oggi non restano che le macerie. Alla base della società attuale c’è una carenza di valori e ideali concreti per i quali lottare. Ma se siamo uomini, esigono come esito una speranza fondata su certezze. Apriamo un dibattito sulla felicità senza gioia, non come esercitazione accademica ma come domanda di senso che poi s’incarna nel resto.

Lasciate in eredità un mondo che sia per davvero migliore. Non costringete quei pochi che hanno un barlume di consapevolezza a rimpiangere il passato. E a tutti gli altri i facili slogan dei fiori nei cannoni che al massimo oggi potrebbero caratterizzare una marca di jeans. Ci vogliono ricette risolutive, il mondo mette di fronte sfide ben più elevate. Dove la libertà non sia fare ciò che più piace ma quello che è giusto e vero. Bipartisan. Poi, una volta che si saranno risolte le questioni basilari senza le quali ogni agire umano sfugge, soltanto allora sarà agevole comprendere l’importanza degli ospedali, della vita quale essa è nelle sua essenza dall’uomo delle caverne, maschio e femmina, matrimoni e funerali, vita e morte.

 Siate saggi, per davvero.