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Possibile che non ci siano specialisti per la sanità fermana!

Fermo | Il Presidente del comitato in difesa dell'ospedale di Montegiorgio. Loriana Dichiara lancia un messaggio a tutta la sanità del fermano

di Alessio Carassai


Uno sfogo a tutto tondo che tocca alcune questioni della sanità fermana, come la nomina di primari e chirurgi del territorio, professionisti seri, ma mai espressione del territiorio. Queste alcune delle considerazioni sollevata da Loriana Dichiara presidente di uno dei comitati in difesa del Diotallevi di Montegiorgio.

"Prendo atto della nomina del nuovo primario di chirurgia del Murri, il dottor Corradini - ha commentato Loriana Dichiara - al quale dò, sin da ora, il mio personale benvenuto e l’auguro un buon e lungo lavoro a Fermo. Non posso però non evidenziare come, ancora una volta, la scelta sia caduta su un professionista, probabilmente serio, probabilmente bravo, probabilmente preparato, ma sicuramente non espressione del nostro territorio.

Sembra che il destino del territorio fermano non sia cambiato con l’istituzione della Provincia e, nonostante tale nuova dignità istituzionale, continui ad essere considerato dai vertici regionali come territorio di conquista per "predatori" venuti da fuori.

Ormai da anni la Giunta Regionale ci ha abituati a subire mortificazioni delle nostre professionalità, così, mentre a dirigere l’Asur in Ancona è stato chiamato un professionista proveniente dalla vicina Emilia Romagna (possibile che non ci fosse un marchigiano capace di ricoprire tale incarico?), sulla poltrona dirigenziale della zona 11 siede una professionista di Civitanova Marche, che aveva lavorato in Ancona, a dirigere il distretto vi è un professionista della Campania e la musica non cambia con i primari di recente nomina. Il precedente primario chirurgo, dottor Tirone, proveniva dalla provincia di Trento, l’attuale primario di medicina (che ha già fatto la valigia) dottor Candela dall’anconetano e ora il nuovo primario della chirurgia da Recanati. Non che la scrivente abbia qualcosa contro i professionisti scelti al di fuori del nostro territorio, ma è sotto gli occhi di tutti che ad oggi, tali scelte si sono rivelate fallimentari per la nostra sanità, tant’è che la percezione, da parte dei cittadini, del livello di qualità dei servizi offerti dalla zona 11, negli ultimi anni è ulteriormente e giustamente scesa".

E poi le interminabili liste d'attesa... "...basti pensare che per una ecografia il tempo di attesa supera abbondantemente i due mesi, i servizi specialistici distrettuali sono quasi inesistenti, a Montegiorgio non è possibile eseguire un elettrocardiogramma, se si ha bisogno di recarsi al Pronto soccorso di Fermo l'attesa è lunga, visto che il più delle volte si è costretti a passarci intere giornate o nottate".

"E questo è niente - ha continuato Dichiara - perché se dovessi soffermarmi ad elencare i malanni che attanagliano la sanità del fermano dovrei scrivere un libro. Ma tutto ciò era prevedibile, visto che è alquanto difficile per un dirigente che non vive e non conosce la nostra realtà territoriale, che non è integrato nel nostro tessuto sociale e quindi non conosce le esigenze della nostra popolazione, operare scelte che vadano verso un effettivo miglioramento dei servizi sul territorio e così finisce con l’assecondare direttive più o meno esplicite che gli provengono da chi l’ha nominato senza porsi il problema se esse siano effettivamente praticabili nel terriotorio in cui è chiamato ad operare. C

osì sono stati chiusi i punti di primo intervento di Montegranaro e Porto San Giorgio e si è drasticamente ridotto il funzionamento di quello di Montegiorgio, senza capire che tali tagli avrebbero portato al collasso il Pronto soccorso di Fermo. Si sono chiusi gli ospedali di Montegranaro e Porto San Giorgio e si vuole chiudere quello di Montegiorgio senza capire che tali chiusure portano inevitabilmente ad un aumento della mobilità passiva, visto che l’ospedale di rete di Fermo non ha e non avrà mai, nella sua attuale strutturazione e ubicazione, la ricettività sufficiente a far fronte alle esigenze di oltre 150.000 utenti.

Si nominano primari provenienti da fuori i quali (è umanamente comprensibile) alla prima occasione di riavvicinamento ai proprio luoghi di origine, fanno le valigie. Esempi? Il dottor Tirone, che non ci ha pensato due volte ad abbandonare il Fermano quando gli si è prospettata la possibilità di riavvicinarsi ai propri luoghi, "infischiandosene" delle diecimila firme apposte in suo sostegno dai cittadini del fermano. Ancora: il dottor Candela, che dopo neppure un anno sceglie giustamente di riavvicinarsi Ancona, abbandonando Fermo per Fabriano. Che succederebbe con il dottor Corradini appena nominato se tra qualche mese gli si aprisse la possibilità di andare a Macerata?

Mi chiedo: a chi sono state funzionali tali nomine? Non certo alla sanità del Fermano! Sappiamo tutti che attualmente la fiducia degli utenti nei servizi e nelle prestazioni sanitarie offerte dalla zona 11 è ai minimi storici, per cui per ridare dignità al Murri e a tutta la nostra sanità è necessario preliminarmente riconquistare la fiducia dei cittadini e la base primaria della fiducia in una determinata struttura sanitaria sta nel rapporto medico-paziente.È il professionista medico che qualifica la struttura: se gli utenti hanno fiducia in un determinato medico, lo seguono anche se opera in una struttura poco adeguata. E perché si crei questa fiducia è necessario, oltre alla preparazione e alla capacità professionale del medico, anche che il detto professionista sia integrato nel tessuto sociale in cui opera, deve essere parte del sistema socio-culturale, perché la fiducia non è limitata al solo settore professionale, ma si estende al lato umano, perché il malato ha bisogno di essere rassicurato, compreso, capito, ha bisogno, quando sta in ospedale, di sentire che il medico che lo cura non è solo bravo, ma anche un amico, uno che si incontra in piazza e col quale si può parlare anche al di fuori della struttura sanitaria".

Questo perchè secondo la Dichiara le scelte operate negli ultimi anni dalla direzione sanitaria e dalla Giunta regionale non sono state certamente indirizzate al recupero della fiducia dei cittadini, anzi, il continuo andirivieni dei vari primari ha creato maggiori disagi negli utenti, che si trovano ogni volta di fronte ad un professionista nuovo, che magari e giustamente ha un modo diverso di operare.

"E’ necessario ed urgente - conclue -  invertire la rotta e la classe politica dirigente del Fermano dovrà scordarsi, per una volta, le varie divisioni partitiche, e agire unitariamente: se fino ad oggi la Giunta Regionale Marche è stata insensibile rispetto alle esigenze sanitarie del fermano ed è riuscita a tagliare servizi indispensabili per il territorio, riducendo i posti letto, ciò è accaduto solo perché alcuni esponenti politici del fermano hanno privilegiato gli interessi di partito rispetto agli interessi del territorio fermano, con la conseguenza che la Giunta Regionale non ha avuto difficoltà a disattendere il deliberato della conferenza dei sindaci del 23/12/03, laddove essi chiedevano la riconferma di Sebastiani e per tutta risposta è stata nominata la Bentivoglio, si chiedeva il mantenimento del reparto di medicina e del punto di primo intervento presso l’ospedale di Monytegiorgio e per tutta risposta si è provveduto ad una continua riduzione dei detti servizi, che se a Montegiorgio oggi ancora esistono è solo grazie all’azione continua del comitato che ho l’onore di presidere".

15/09/2005





        
  



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