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"Per favore niente più esondazione"

San Benedetto del Tronto | Tavolo tecnico per cercare di individuare e portare al più presto le osservazioni all'Autorità di Bacino prima della scadenza del 18 ottobre.

di Carmine Rozzi


Come prevista si è tenuta la riunione del tavolo tecnico voluto dall’Udc sul tema del Piano Idrologico  del Fiume Tronto. Una vera e propria tegola, qualcuno dice annunciata, caduta sulla frazione di Porto d’Ascoli che, in virtù delle restrizioni previste ne paralizza, fin dal 20 luglio scorso, qualsiasi attività edilizia e di conseguenza  infrastrutture e  indotti ad essa legate (vedi art. connessi).
 
Diversi gli interventi dei tecnici che hanno raccolto l’invito. Dall’opinione generale ne scaturisce che i relatori del Piano abbiano attribuito una  eccessiva pericolosità alle zone definite di “alto rischio esondazione”. Così come sottolineava il geologo Stefano Taffoni: ”Non ha senso rielaborare  e spingere così a nord, fin all’altezza del Palacongressi, il grado di pericolosità E 3. Bastava invece riportare gli stessi parametri dell’ultima esondazione del ’92. Quella delimitava la fascia E 4 (rischio grave) ed E 3 (rischio alto) all’altezza di Via Mare. E tanto sarebbe bastato”.
 
A lui faceva eco l’ing.Guido Massi che non risparmiava riferimenti polemici nei riguardi del relatore del PRG  Dott. Bellagamba e dell’ex Sindaco Martinelli. Ricordava anche come egli stesso, in due occasioni, aveva indirizzato due diverse lettere al Sindaco chiedendo che si avviasse un approfondito studio idrologico della zona. Lettere, a detta di Massi, rimaste a tutt’oggi senza una risposta. Quindi invitava ad istituire  un organo collegiale e trasversale per un rapido ed approfondito studio del problema onde presentare al più presto le dovute osservazioni al Piano che come si sa hanno scadenza il 18 ottobre prossimo.
 
L’ingegner D’Emidio, in un intervento molto seguito ed applaudito, si soffermava sul fatto, secondo lui grave, che in questo Piano redatto dall’Autorità di Bacino, non si tenesse in alcun conto dell’aspetto idraulico della situazione. Per non parlare della carenza tecnico-scientifica. Dimostrava e configurava come due autentici “tappi” dalla pericolosità devastante i ponti tutt’ora esistenti; quello stradale che attraversa il Tronto all’altezza dello svincolo per la Ascoli Mare e quello ferroviario a est dello stesso.  Per D’Emidio qualsiasi futura messa in sicurezza del fiume deve prescindere e prioritare le due infrastrutture. Si dichiarava d’accordo con il collega geologo Taffoni  sul fatto che l’Autorità si sarebbe potuta limitare a riportare le indicazioni del ’92.
 
Un po’ a sorpresa arrivava un breve commento del capogruppo DS Giovanni Gaspari, invitato ad esprimere il suo parere. In sintesi Gaspari riportava quello che era emerso dall’incontro avuto nella sede dell’Ulivo dove si era tenuta una riunione incentrata sullo stesso tema con la partecipazione del Vice Presidente della Regione nonché attuale Presidente dell’Autorità di Bacino Luciano Agostini. Ovvero, si sapeva del PAI  già dal febbraio 2002. Diversi Comuni si erano immediatamente attivati, vedi Monteprandone, mentre quello di San Benedetto è stato l’unico a “non voler o far finta di non essersi accorto della sua esistenza”. Questo nonostante fossero pervenute al Comune sei distinse istanze.
 
Gli faceva eco Turano dell’Udc esibendone due; una datata  6 giugno 2005  ed una 21 luglio 2005. Giurando di non averne viste altre all’Ufficio Protocolli. L’ex Sindaco Ing. Cameli ribatteva come raccomandate ed affini, in situazioni del genere, hanno il valore della carta straccia. Quello che invece a parer suo era imperdonabile il non aver reagito a questa spada di Damocle che ora si ritrova appesa sulla testa degli abitanti di Porto d’Ascoli.
 
Seguivano altri interventi tutti atti a ribadire che le delimitazioni così imposte non corrispondono alla effettiva pericolosità della zona. Si avvertiva l’esigenza di “superare gli sbarramenti e le diatribe politiche in vista di una esigenza ben più grave “(Pasqualino Piunti). Mentre Giulietta Capriotti per la Margherita  assicurava che “tutto il Consiglio, maggioranza ed opposizione, si è ritrovato compatto nella decisione di affrontare uniti il problema”.
 
Chiudeva per tutti il quasi commovente interventio del Presidente del Quartiere Porto d’Ascoli Centro Giorgio Panichi: “Noi sappiamo che voi tecnici farete del vostro meglio. Sappiamo anche che i partiti politici faranno del loro meglio. Abbiate però in mente una cosa: i cittadini di Porto d’Ascoli non vogliono più vedersi invadere le case e distruggere i beni dall’acqua. Nel 92’ la piena arrivò alle cinque del pomeriggio e, seppur con danni disastrosi alle cose, non ve ne furono per le persone. Se la prossima dovesse arrivare di notte? Ricordiamo a tutti che l’ultima esondazione arrivò ad una altezza massima di due metri. Per favore, niente più acqua.”     

16/09/2005





        
  



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