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L'Associazione Marchigiana per l'Agricoltura Biologica sollecita la Regione Marche

| ANCONA - Definire in tempi brevissimi la situazione della misura F2 del Piano di Sviluppo Rurale, nell'interesse dei produttori agricoli biologici marchigiani.

di Alberto Premici

L'Associazione Marchigiana per l'Agricoltura Biologica (AMAB), sollecita la Regione Marche a definire in tempi brevissimi la situazione della misura F2 del Piano di Sviluppo Rurale, nell'interesse dei produttori agricoli biologici marchigiani che continuano a rappresentare un settore estremamente dinamico dell'agricoltura regionale, realizzando anche nel 2004 una forte crescita (del 24 %) rispetto all'anno precedente, nonostante un complessivo rallentamento del settore a livello nazionale. 

Poiché la Regione ha già in passato dimostrato una positiva attenzione al settore, riconoscendone il valore strategico per il territorio, per la competitività del comparto agro-alimentare e per la qualità delle produzioni marchigiane, è importante che sostenga ora il passaggio delle aziende di produzione al nuovo sistema della Politica Agricola Comunitaria, che per molti aspetti penalizza proprio i produttori biologici i quali, non avendo fatto ricorso alla monocoltura, avranno nei prossimi anni mediamente livelli medi più bassi di contributo.

Diventa quindi fondamentale che gli agricoltori biologici, alla vigilia delle nuove semine autunnali e dei rinnovi dei contratti di affitto, abbiano certezze sul futuro della misura F2. E' pertanto essenziale che venga disposto immediatamente il prolungamento automatico di due annualità dei contratti ambientali che gli agricoltori hanno già in essere con la Regione, a norma dei regolamenti comunitari, secondo proposte già presentate da diversi Stati membri in sede di comitato Star nello scorso giugno e facendo riferimento ai nuovi fondi ottenuti dal cosiddetto "overbooking", ottenuti anche grazie anche alla massiccia adesione degli imprenditori agricoli marchigiani.

Contemporaneamente è importante lavorare da subito, nelle sedi opportune, secondo la proposta finlandese (Agrisole, 2-8/9/05), anche per una revisione del regolamento Ce 817/04 per  autorizzare riduzioni delle superfici originariamente oggetto di impegno, senza sanzionamento, alla luce delle esigenze che possono maturare rispetto ai contratti di affitto, proprio in conseguenza del nuovo sistema contributivo PAC.

E' inoltre fondamentale che la Regione elimini i limiti all'estensione massima aziendale per l'impegno, visto che l'ampliamento della maglia poderale resta uno dei fattori positivi che caratterizzano la crescita del settore biologico (con Sau medie di 27 ha contro  i 7 scarsi della media nazionale), andando a risolvere uno dei limiti strutturali della competitività dell'agricoltura italiana, tanto più importante da superare nella prospettiva della internazionalizzazione del settore oggi in atto.

L'AMAB ricorda infine l'importanza che la Regione proceda rapidamente, anche qui in linea con orientamenti nazionali, ad una semplificazione della gestione amministrativa del comparto, secondo le indicazioni tecniche che la nostra Associazione, insieme a Terra Sana Marche, ha già tempestivamente fornito al nuovo Assessore lo scorso giugno, nel documento congiunto "SINERGIE PER L'AGRICOLTURA BIOLOGICA MARCHIGIANA", che si auspica trovi una risposta efficace e tempestiva da parte dell'Assessorato regionale.

 

21/09/2005





        
  



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