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Ciccanti interviene sulla delibera di Giunta della Regione riguardante i Consorzi di Bonifica

Ascoli Piceno | Il senatore ascolano ha presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Presidenza del consiglio dei ministri e al ministero delle politiche agricole e forestali

Ciccanti

ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
S          E          D          E
 
AL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI
S          E          D          E
 
 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
 
Il sottoscritto Amedeo Ciccanti, Senatore della Repubblica
 
PREMESSO
 
che, con deliberazione della Giunta della Regione Marche dell’11.12.2001 n. 2994, è stato comunicato ai Consorzi di Bonifica delle Marche che, in forza delle leggi regionali n. 10 e 13 del 1999, sono state trasferite alle province tutte le competenze regionali in materia di difesa del suolo;
che, in ragione di tale scelta legislativa, gli stessi Consorzi di Bonifica che vantavano una valida tradizione di gestione idrica ed idrogeologica del territorio, sia montano che vallivo, non hanno più esercitato essenziali e vitali funzioni di irregimentazione e distribuzione di acque per irrigazione, lasciando insoddisfatta anche la domanda di manutenzione delle infrastrutture irrigue esistenti, che hanno registrato un evidente deperimento a danno della stessa funzionalità, che in molte parti è rimasta irreversibilmente pregiudicata, con rilevante e colpevole danno erariale;
 
che la Regione Marche – pur avendo esercitato legittimamente una competenza legislativa nel trasferire alle province tutti i poteri dei Consorzi di Bonifica – ha, nel contempo, ignorato i costi e le coperture finanziarie di bilancio, dal momento che alle minori entrate, determinatesi con
l’eliminazione di contributi e tariffe poste in capo all’utenza beneficiaria delle sistemazioni e distribuzione di acqua per irrigazioni agricole, non è corrisposta una pari riduzione di spesa dovuta ai costi di gestione storica degli stessi Consorzi di Bonifica, contribuendo così a determinare rilevanti disavanzi di bilancio, con conseguente indebitamento ed esposizioni creditizie verso le banche e debitorie verso fornitori appaltatori e verso il personale dipendente, non più garantito nella retribuzione contrattuale;
 
che, agli impegni assunti dalla Regione Marche di trasferire “insieme” alle competenze anche il personale per alleviare il bilancio sul lato della spesa, non ha fatto riscontro conseguenti e coerenti atti e azioni amministrative, configurando così una elefantiasi strutturale dei Consorzi di Bonifica rispetto alle residue competenze da gestire, con grave pregiudizio per l’Erario a causa dello stato di abbandono, della inefficienza e degli sprechi di danaro pubblico derivante da incaute scelte politiche;
 
che, il venir meno delle emissioni dei ruoli extra agricoli  ha determinato un minor introito dal 2002 di 900.000 euro, non compensato né da entrate straordinarie della Regione Marche, né da equivalenti riduzioni di spesa;
 
che tale improvvida ed incauta decisione legislativa ed amministrativa, ancorché accompagnata da economie di gestione risibili a causa della incomprimibilità della spesa per il personale che rappresenta la voce più rilevante del bilancio, ha comportato un ripensamento con la delibera della Giunta Regionale del 9.12.2003 n. 1707 e con la delibera dell’8.8.2003 n. 33 della Provincia di Ascoli Piceno, che hanno riemesso un ruolo straordinario a ripiano del disavanzo di amministrazione dell’esercizio 2002 per un ammontare di circa 800.000 euro;
che tale ruolo ha rappresentato solo una posta di bilancio fittizia, perché non è stato mai posto in esazione a causa di una imprudente valutazione politica sulla sua esigibilità, stante la diffusa e radicata convinzione da parte dei soggetti contribuenti di non dovere più nulla per i servizi resi dal Consorzio di Bonifica, in quanto “cancellato” dalla Regione Marche, come enfaticamente è stato riportato da una efficace campagna di stampa;
 
che, sulla base di tale convinzione, ancora non sono stati pagati nemmeno i ruoli pregressi per un importo di circa un milione di euro;
che finora gli unici ruoli irrigui esigibili rappresentano un terzo del disavanzo di bilancio che si aggira intorno a 1.500.000 euro, che rappresenta un debito non coperto verso banche, fornitori ed imprese, che da tempo chiedono di essere pagati;
 
che tale rilevante esposizione debitoria si accresce con le spese legali con interessi e rivalutazioni per pendenze, intraprese da diversi creditori;
che tale situazione si trascina dal 2002 senza che a tutt’oggi sia stata trovata una soluzione finanziaria ed amministrativa, lasciando nell’incertezza più grave personale e creditori, con l’aggiungersi di anno in anno debiti su debiti che saranno poi pagati dai cittadini che assistono impotenti all’incapacità amministrativa e politica di chi deve decidere e non decide;
 
INTERROGA
La S. V. per conoscere:
 
se ci sono azioni prevedibili, nell’ambito della vigente normativa che separa i poteri tra Stato e Regioni, per limitare ed attenuare lo stato debitorio dei Consorzi di Bonifica sciolti dalla Regione Marche, che dal 2002 cresce di anno in anno;
se sono state predisposte azioni per il risanamento dei bilanci dei Consorzi di Bonifica affinché personale, fornitori ed imprese possano essere pagati di ogni loro avere;
quali responsabilità sono individuabili in relazione alla esondazione di alcuni corsi d’acqua nella zona di Porto d’Ascoli tra i Comuni di Monteprandone e San Benedetto del Tronto, che hanno provocato danni significativi ad alcune aziende locali, stante lo stato di abbandono del territorio a cui hanno reagito i danneggiati con azioni legali per risarcimento danni contro la Provincia di Ascoli Piceno.
 
Si chiede risposta scritta.

23/09/2005





        
  



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