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Anche in Europa l'unione fa la forza

| ANCONA - Giornata conclusiva del 1° Forum sull’associazionismo intercomunale

 In Europa le Unioni di Comuni avranno un ruolo sempre più incisivo perché costituiscono un esempio già consolidato di pubblica amministrazione efficiente, capace di garantire livelli elevati di servizi alle comunità, razionalizzando i costi..

E’ quanto è emerso nella seconda e conclusiva giornata del I Forum sull’Associazionismo Intercomunale, promosso dall’ANCI  (Comuni italiani),  Regione Marche, UNCEM (Comunità montane) e  ministero dell’Interno, svoltosi ad Ancona presso la Facoltà di Economia.  Presieduta dal vicepresidente della giunta regionale, Luciano Agostini, la giornata seminariale  è stata caratterizzata  dagli interventi di rappresentanti dell’associazionismo intercomunale di Francia, Spagna e Germania, oltre che di molte regioni italiane. “Un confronto molto interessante sulle più avanzate esperienze nazionali ed europee - ha rimarcato il vicepresidente Luciano Agostini- che sarà molto utile anche per la nostra regione per programmare il riordino territoriale su modelli di sussidiarietà orizzontale, che incentivino la cooperazione tra comuni, favoriscano compiutamente la cultura del fare insieme,  per abbandonare i particolarismi e mettere a disposizione di tutti i valori che ogni identità municipale porta con sé.

Del resto, dall’unica regione al plurale, con 246 comuni di cui 140 sotto i 3000 abitanti, pertanto ben rappresentativa delle esigenze e delle vocazioni delle piccole realtà, ci si deve attendere una buona capacità propositiva e già questo Forum ne è una dimostrazione.  Occorrerà anche fare tesoro delle esperienze migliori di cooperazione tra enti locali  che nelle Marche non mancano, grazie anche alla legge regionale sull’associazionismo del 2003 che ha fatto fare grandi passi avanti in questo senso. Ma a cinque anni dalla grande conquista della riforma del titolo V della Costituzione - ha proseguito Agostini-  epocale sia nell’approccio organizzativo che in quello culturale, non scandalizza tanto lo scarso trasferimento di risorse dello Stato alle autonomie locali in un momento di crisi economica profonda come quello attuale, quanto invece è inaccettabile la mancata applicazione della Carta costituzionale nel suo principio basilare del decentramento di funzioni e della realizzazione del federalismo fiscale, per altri un dato acquisito e per l’Italia ancora un tabù che ci fa arretrare, in termini di efficienza del sistema delle autonomie,  in posizioni di subordine in Europa.“

Nelle Marche, la partecipazione dei Comuni alle diverse forme associative è molto alta rispetto alla popolazione. I consorzi , per esempio, coprono il 100% della popolazione, ha ricordato Leonello Lupi, dirigente regionale del servizio riordino territoriale che ha illustrato un’indagine specifica intitolata “Campanili insieme” .  La forma associativa dell’unione è ancora “giovane” e si attesta intorno al 10% della popolazione e al 20% rispetto al numero dei Comuni marchigiani.  Il 53% dei Comuni comunque gestisce già il territorio in forma associata e il 52% i servizi sociali, seguono lo sviluppo economico ( 42%); la gestione del personale  e la polizia locale (26%), l’istruzione e la cultura ( 19%) la viabilità (17%). Solo l’1% dei Comuni gestisce le funzioni della giustizia in forma associata.  

Il Forum si è concluso con l’approvazione di un documento che mette in rilievo il ruolo di protagoniste delle autonomie locali nella costruzione di un nuovo modello di amministrazione efficiente e la necessità di dare maggiore uniformità su scala nazionale al panorama delle forme associative. Alla luce, tra le altre,  di tali considerazioni, i soggetti interessati ( Ministero dell’interno, ANCI, UNCEM, Regioni)  si impegnano ad operare congiuntamente dalle prossime leggi finanziarie dello Stato e delle Regioni e in occasione della revisione del Testo Unico dell’Ordinamento degli Enti locali.

25/09/2005





        
  



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