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Tre marchigiani alla guida della Federazione Esperantista Italiana.

| RIMINI - Aldo Grassini, Daniela Bottegoni e Marco Menghini sono stai eletti negli organismi dirigenti della FEI durante il Congresso che si è svolto dal 2 al 7 settembre.

Il professor Aldo Grassini, di Ancona, è stato confermato presidente nazionale, Marco Menghini, di Recanati, fa parte del direttivo della Federazione italiana e Daniela Bottegoni, di Ancona, è stata eletta nel Consiglio nazionale.

"La comunicazione fonte di progresso" ha costituito il tema del 73°Congresso italiano di esperanto. L'argomento è stato illustrato, all'apertura ufficiale dei lavori, con la conferenza del Professor Giordano Formizzi, emerito dell'Università di Verona, della quale si riporta una sintesi.

"La comunicazione è fondamentale nella vita del singolo e della società. Per il singolo essa costituisce lo strumento indispensabile per la sua crescita spirituale e culturale: soltanto grazie ad essa gli giunge la parola, senza della quale la sua umanità rimarrebbe muta ed inesplicata.

La comunicazione si effettua in due forme: attraverso la parola detta, iniziando così quella oralità che per secoli ha dominato incontrastata le relazioni umane; attraverso la scrittura che, pur non soppiantando la trasmissione orale, è rimasta ormai riferimento indispensabile per l'accesso al sapere, per la sua trasmissione e stabilire così una salda tradizione, ossia quella perenne continuità che crea la nostra storia e la rende indistruttibile.

La comunicazione, per sua intima natura, tende a raggiungere tutti gli uomini: ogni limitazione, ogni circoscrizione in ambienti ristretti ne lede la spinta universale che le è propria. Le lingue etniche nazionali sono, di fatto, steccati entro i quali la comunicazione, pur potendo essere perfetta e compiuta, non diffonde però la sua efficacia nei confronti dell'intera umanità. Da qui nasce la necessità di una lingua senza confini, di una lingua usabile in ogni luogo e per ogni uomo.

E' così che Zamenhof intese, con l'esperanto, di soddisfare questa intrinseca esigenza che l'uomo ha di poter parlare direttamente con tutti gli abitanti della Terra senza restrizione alcuna. Tale valenza viene messa nel debito risalto dal grande pedagogista Jan Amos Komensky (1592 – 1670), in italiano più noto con il nome di Comenio; egli, nell'auspicare l'introduzione di una lingua comune in tutte le scuole del mondo, così ne sintetizza il grande vantaggio: E chiunque vorrà, potrà viaggiare in qualunque continente e regione del mondo sapendo di capire tutti e di essere da tutti capito".

08/09/2005





        
  



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