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Il Consiglio Comunale aperto: “Crisi Sgl Carbon ed emergenza occupazionale”

Ascoli Piceno | Concluso la sessione dei lavori gli operai della Sgl Carbon tornano a casa con un po’ di speranza ma con gli stessi problemi

di Federico Biondi

Ci sono molte aspettative da parte dei lavoratori della Sgl Carbon in occasione del consiglio comunale aperto sul tema “Crisi Sgl Carbon ed emergenza occupazionale”. Un incontro dove molti politici hanno espresso le loro opinioni di fronte ad una delle emergenze più gravi del nostro tempo. Più gravi del nostro tempo perché i dirigenti dell’azienda hanno richiesto la mobilità per più di 100 addetti, ma nello stesso tempo lo stabilimento è altamente inquinante sia per l’ambiente che per i cittadini di Ascoli Piceno e soprattutto per gli operai che lavorano quotidianamente con sostanze nocive come le polveri sottili, l’amianto e gli idrocarburi.
 
La Sgl Carbon racchiude in se quanto di più negativo si possa immaginare, gli operai sono consapevoli di tutto ciò, in questi anni hanno taciuto delle loro condizioni di lavoro perché in gioco c’era proprio il sostentamento cioè la necessità di “riportare la pagnotta a casa”.
 
Qualcuno si è tolto un sassolino dalla scarpa e con un groppo alla gola ha raccontato la storia della sua vita e di come è arrivato a lavorare nello stabilimento ascolano, rinomato in tutto il mondo per la produzione di prodotti al carbonio, di grafite e dei materiali compositi per le applicazioni industriali e aerospaziali.
 
Romolo Rossi ha raccontato che lavora alla Carbon da 22 anni, prima di lui ci lavorava il padre che è disgraziatamente morto di tumore. La sua famiglia non intraprese in quella occasione la risoluzione legale per il riconoscimento della malattia professionale per ovvie ragioni, ma venne assunto, in qualche modo l’azienda lo aiutò visto che non c’era più il capo famiglia a sostentare i congiunti.
 
Lui insieme ai suoi colleghi in questi ultimi anni ha lavorato duramente mettendo a dura prova il proprio fisico, in un ambiente di lavoro dove l’amianto non manca, dove anni fa ci fu lo scandalo della radioattività, dove quotidianamente si respirano polveri sottili e tutti i vapori degli idrocarburi.
 
Sempre Rossi ha raccontato che alcuni anni fa all’ingesso del capannone l’azienda mise uno di quei cartelli che esprimono pericolo, il teschio (come il simbolo dei pirati), un avvertimento, una minaccia, comunque questo è l’ambiente che i lavoratori della Sgl Carbon hanno vissuto e stanno vivendo tutt’ora.
 
La cosa che più da fastidio al coraggioso Romolo Rossi è il fatto di essere trattato come un “pacco”, «adesso ci danno la mobilità, dopo facciamo ricorso alla cassa integrazione», gli piacerebbe un trattamento più dignitoso e soprattutto essere considerato, insieme ai suoi colleghi di lavoro, come persone che all’azienda hanno dato e stanno dando tutto quello che possono.
 
Nel momento in cui la Comunità Europea ha intrapreso il riconoscimento dell’amianto come sostanza altamente tossica per l’uomo che da’ diritto, la legge lo sancisce, ad un indennizzo e ha iniziato il processo di smantellamento di tali strutture, gli operai della Sgl Carbon hanno dovuto fare una causa lunga e dura.
 
La Sgl Carbon non è una “Fabbrichetta” a conduzione familiare, è un colosso mondiale, una multinazionale e lottare legalmente contro un’azienda di tali dimensioni non è cosa da poco. La dirigenza ha messo ora sul piatto, nella sua contrattazione, proprio il riconoscimento dell’alta tossicità dell’amianto ai dipendenti.
 
Un riconoscimento, un regalino o un affronto alla dignità umana. I dipendenti della Sgl Carbon non accettano questa risoluzione e non vogliono neanche la mobilità, dato che non vogliono essere di peso alla società, ma vogliono essere produttivi, creare ricchezza e non “elemosinare” come ha affermato Romolo Rossi.
 
Durante il consiglio sono intervenuti moltissimi politici e figure istituzionali come il Vice Presidente della Regione Marche Luciano Agostini, il quale ricorda che l’amministrazione regionale sosterrà la causa ma prima è necessario individuare quale sarà la strada da percorrere per i lavoratori della Sgl Carbon e dell’aria industriale.
 
Agostini invoca l’intervento dello Stato, magari del Ministro alle Attività Produttive, ma intanto avanza delle possibili strategie per svincolare i lavoratori dall’azienda e quindi costringerla a pagare la bonifica del terreno, operazione da centinaia di migliaia di euro.
 
Da far notare che non erano presenti ne’ rappresentanti aziendali ne’ rappresentanti del mondo industriale ascolano, infatti mancava un delegato dell’Assindustria e per alcuni questo è stato un affronto alle istituzioni. Di questo accadimento si è risentito il Senatore Amedeo Ciccanti ma anche il Vice Presidente della Provincia Emidio Mandozzi, il quale ha raccontato nel suo intervento che questa mattina oltre 150 persone hanno perso il posto di lavoro perché diverse aziende hanno chiuso i battenti.
 
Piccole e piccolissime aziende che chiudono anche perché il sistema creditizio locale non dà credibilità alle aziende e alle persone negando liquidi per investimenti strutturali. Il Vice Presidente per il suo intervento è stato applaudito da una platea attenta che ha ascoltato tutti gli interventi, anche i meno interessanti, senza mai scadere nella polemica ma commentando sottovoce.
 
I lavoratori della Sgl Carbon non sanno quale sarà il loro destino, hanno apprezzato il discorso e le azioni intraprese in queste ultime settimane dal Presidente della Provincia Massimo Rossi e la sua ipotesi di riconversione dell’area sul modello della struttura industriale di Bagnoli, caso che lo stesso Presidente ha studiato andando direttamente a Napoli.
 
Da apprezzare l’intervento del Consigliere Stefano Babbini, del Consigliere Giorgio Rocchi e dell’impegno del Sindaco Piero Celani. Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità un documento che attesta che il problema della Sgl Carbon deve essere definitivamente risolto a favore dei dipendenti, che l’azienda non si può sottrarre ad una concertazione con le istituzioni, nonché al pagamento della bonifica del suolo nel caso si optasse per una sua definitiva chiusura.

11/10/2005





        
  



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