Ds e Margherita. Giù le mani dall'area Olivieri
San Benedetto del Tronto | "Larea oggetto delle nostre attenzioni è la Area Olivieri adiacente alla piazza Cristo Re di Porto dAscoli".
di Silvano Evangelisti
Lallarme suscitato dal TAR Marche a proposito della decadenza vincoli dell area Ludovici e della presunta edificabilità dellarea stessa non può non far tornare alla nostra attenzione la medesima sorte che potrebbe subire altra area posta al centro di Porto dAscoli : da anni attende di poter divenire pubblico parcheggio e che invece è sub iudice in attesa di migliori destinazioni urbanistiche.
Larea oggetto delle nostre attenzioni è l' Area Olivieri adiacente alla piazza Cristo Re di Porto dAscoli che risulta vincolata sia dal PRG che dal Piano di recupero A3 di Porto dAscoli. Superficiali o dissennate gestioni urbanistiche passate hanno portato a vistosi aumenti di cubature ,alla crescita di unità immobiliari e di importanti carichi urbanistici al seguito della perversa e populistica logica del piano in più a tutti.
I risultati di una tale politica urbanistica sono sotto gli occhi di tutti : i volumi e gli abitanti crescono a dismisura : di verde e parcheggi nellARCO DI DECINE DI ANNI NEANCHE A PARLARNE. E ora di invertire tale stato di cose : meglio risparmiare con una pavimentazione meno elegante ,o un lampione meno alla page piuttosto che la perdita di tale area che è sostanziale alla vivibilità minima del centro di Porto dAscoli.
E bene sottolineare anche larea Olivieri fa parte del gruppo di superfici che, grazie allinerzia politica , attendono una reiterazione del vincolo,causa decadenza dello stesso. A proposito di tale argomento : E utile ,in primis ,ricordare che la decadenza del vincolo di piano viene al massimo ad identificare una zona bianca una zona urbanisticamente non tipizzata,priva di regolamentazione urbanistica;
Tale ipotesi non sottende che larea sia di per sé edificabile :difatti una volta cessata lefficacia del piano deve applicarsi lart 4,ultimo comma ,della legge 10/1977 Bucalossi , oggi introdotto nellart 9 del DPR 380/2001.
E lart 9 del succitato DPR prevede che in assenza di pianificazione (e la mancanza di destinazione su una area è a tutti gli effetti assimilata ad area non pianificata) : 1.allinterno dei centri edificati solo gli interventi previsti dalle lettere a,b,c del primo comma dellart 3 dello stesso dpr; tanto per intendersi interventi di manutenzione ordinaria,di manutenzione straordinaria,interventi di restauro e di risanamento conservativo; 2.fuori del perimetro dei centri abitati interventi di nuova edificazione nel limite della densità massima di mc/mq 0,03 o superfici coperte non superiori ad 1/10 dellarea di proprietà;
Comunissimo e molto praticato è in tutti i comuni della provincia anche la reiterazione del vincolo allorché si evincesse ,da apposita analisi ,che lo stesso è da ritenere sostanziale ai fini del corretto ed equilibrato assetto urbanistico cittadino e che risulti verificata lattualità e la persistente necessità della previsione urbanistica.
Quindi cè un primo esame da fare che passa attraverso la verifica di sostanzialità del vincolo . In caso positivo lamministrazione comunale può reiterare il vincolo stesso mediante una semplice variante parziale e puntuale al prg con Progetto di opera pubblica e con previsione di apposito indennizzo dellarea.
Tra le varie tipologie di servizio pubblico,qualora emergesse la sostanzialità logistica dellarea in quanto ad ubicazione,non deve necessariamente prevedersi una opera pubblica non sostenibile dal punto di vista dei costi da attuazione ,(la scuola ad esempio è costosa da un punto di vista realizzativo,molto meno lo è una area verde che può essere anche attrezzata nel tempo ) ma con un intervento del genere la libertà dellarea da intervenenti fattori edificatori è totalmente preservata.
Molti piccoli comuni della provincia ,anche dotati di modestissimi apparati tecnico-organizzativi si difendono bene ed ottengono le aree necessarie usando mezzi leciti che la legge consente. Lelefantiaco apparato tecnico cittadino stenta a orientarsi.
Ma i soldi dove li prendiamo? È larma di difesa più usata. Ma non è da intimorirsi Lo spauracchio dellapposito indennizzo non è impellente e prevaricante al punto da annullare iniziative e intimidire ogni operatore. La pubblica amministrazione ,difatti non è obbligata ad indicare direttamente negli atti di pianificazione urbanistica,lammontare dellindennizzo previsto ma deve solo precisare i criteri generali in base ai quali procederà alla liquidazione degli importi dovuti. Tra i vari possibili mezzi finanziari può anche essere la semplice indicazione di futura accensione di un mutuo ad hoc.
Certo è comunque che nulla può superare la volontà degli operatori della politica locale che si sono succeduti sulla scena cittadina rinviando sine die le attenzioni proprie del tema. Il massimo vantaggio comunque, il privato, lo ottiene dalla inerzia dellapparato politico soprattutto quando questultimo, neanche si premura di difendere i servizi pubblici non costituendosi addirittura nei vari livelli di giudizio.
Ogni ulteriore commento è superfluo Il commissario ,se vuole,può rapidamente risolvere il caso . Ai politici rimane il compito di analizzare la gravità di ulteriori casi apparsi sulla scena urbanistico-legale cittadine,discernendo tra vincoli ricognitivi e vincoli conformativi ed agendo di conseguenza e con rapidità nei casi ritenuti irrinunciabili per lorganizzazione urbanistica cittadina.
Larea oggetto delle nostre attenzioni è l' Area Olivieri adiacente alla piazza Cristo Re di Porto dAscoli che risulta vincolata sia dal PRG che dal Piano di recupero A3 di Porto dAscoli. Superficiali o dissennate gestioni urbanistiche passate hanno portato a vistosi aumenti di cubature ,alla crescita di unità immobiliari e di importanti carichi urbanistici al seguito della perversa e populistica logica del piano in più a tutti.
I risultati di una tale politica urbanistica sono sotto gli occhi di tutti : i volumi e gli abitanti crescono a dismisura : di verde e parcheggi nellARCO DI DECINE DI ANNI NEANCHE A PARLARNE. E ora di invertire tale stato di cose : meglio risparmiare con una pavimentazione meno elegante ,o un lampione meno alla page piuttosto che la perdita di tale area che è sostanziale alla vivibilità minima del centro di Porto dAscoli.
E bene sottolineare anche larea Olivieri fa parte del gruppo di superfici che, grazie allinerzia politica , attendono una reiterazione del vincolo,causa decadenza dello stesso. A proposito di tale argomento : E utile ,in primis ,ricordare che la decadenza del vincolo di piano viene al massimo ad identificare una zona bianca una zona urbanisticamente non tipizzata,priva di regolamentazione urbanistica;
Tale ipotesi non sottende che larea sia di per sé edificabile :difatti una volta cessata lefficacia del piano deve applicarsi lart 4,ultimo comma ,della legge 10/1977 Bucalossi , oggi introdotto nellart 9 del DPR 380/2001.
E lart 9 del succitato DPR prevede che in assenza di pianificazione (e la mancanza di destinazione su una area è a tutti gli effetti assimilata ad area non pianificata) : 1.allinterno dei centri edificati solo gli interventi previsti dalle lettere a,b,c del primo comma dellart 3 dello stesso dpr; tanto per intendersi interventi di manutenzione ordinaria,di manutenzione straordinaria,interventi di restauro e di risanamento conservativo; 2.fuori del perimetro dei centri abitati interventi di nuova edificazione nel limite della densità massima di mc/mq 0,03 o superfici coperte non superiori ad 1/10 dellarea di proprietà;
Comunissimo e molto praticato è in tutti i comuni della provincia anche la reiterazione del vincolo allorché si evincesse ,da apposita analisi ,che lo stesso è da ritenere sostanziale ai fini del corretto ed equilibrato assetto urbanistico cittadino e che risulti verificata lattualità e la persistente necessità della previsione urbanistica.
Quindi cè un primo esame da fare che passa attraverso la verifica di sostanzialità del vincolo . In caso positivo lamministrazione comunale può reiterare il vincolo stesso mediante una semplice variante parziale e puntuale al prg con Progetto di opera pubblica e con previsione di apposito indennizzo dellarea.
Tra le varie tipologie di servizio pubblico,qualora emergesse la sostanzialità logistica dellarea in quanto ad ubicazione,non deve necessariamente prevedersi una opera pubblica non sostenibile dal punto di vista dei costi da attuazione ,(la scuola ad esempio è costosa da un punto di vista realizzativo,molto meno lo è una area verde che può essere anche attrezzata nel tempo ) ma con un intervento del genere la libertà dellarea da intervenenti fattori edificatori è totalmente preservata.
Molti piccoli comuni della provincia ,anche dotati di modestissimi apparati tecnico-organizzativi si difendono bene ed ottengono le aree necessarie usando mezzi leciti che la legge consente. Lelefantiaco apparato tecnico cittadino stenta a orientarsi.
Ma i soldi dove li prendiamo? È larma di difesa più usata. Ma non è da intimorirsi Lo spauracchio dellapposito indennizzo non è impellente e prevaricante al punto da annullare iniziative e intimidire ogni operatore. La pubblica amministrazione ,difatti non è obbligata ad indicare direttamente negli atti di pianificazione urbanistica,lammontare dellindennizzo previsto ma deve solo precisare i criteri generali in base ai quali procederà alla liquidazione degli importi dovuti. Tra i vari possibili mezzi finanziari può anche essere la semplice indicazione di futura accensione di un mutuo ad hoc.
Certo è comunque che nulla può superare la volontà degli operatori della politica locale che si sono succeduti sulla scena cittadina rinviando sine die le attenzioni proprie del tema. Il massimo vantaggio comunque, il privato, lo ottiene dalla inerzia dellapparato politico soprattutto quando questultimo, neanche si premura di difendere i servizi pubblici non costituendosi addirittura nei vari livelli di giudizio.
Ogni ulteriore commento è superfluo Il commissario ,se vuole,può rapidamente risolvere il caso . Ai politici rimane il compito di analizzare la gravità di ulteriori casi apparsi sulla scena urbanistico-legale cittadine,discernendo tra vincoli ricognitivi e vincoli conformativi ed agendo di conseguenza e con rapidità nei casi ritenuti irrinunciabili per lorganizzazione urbanistica cittadina.
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18/10/2005
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