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Italia dei Valori: Di Pietro riammette consigliere Zannoni

| CHIETI -Zannoni nel mese di Febbraio 2005 e’ stato travolto da uno scandalo dal quale e’ poi risultato essere completamente estraneo.

Puo’ dirsi conclusa per sempre l’odissea che da piu’ di un anno e’ andata assumendo i contorni di un vero e proprio incubo politico, che ha scosso gli ambienti dei partiti abruzzesi,sulla non motivata esclusione dalle liste elettorali passive dell’“Italia dei Valori” del sindacalista abruzzese Pietro Zannoni da parte del suo Leader Antonio Di Pietro.

Zannoni nel mese di Febbraio 2005 e’ stato travolto da uno scandalo dal quale e’ poi risultato essere completamente estraneo come lui stesso ha sempre dichiarato fin dalle prime accuse che gli venivano mosse dal leader de l’Italia dei Valori. Ma torniamo alla vicenda. Lo scandalo che tenne banco anche a livello nazionale e che vide per protagonista il consigliere provinciale e dirigente sindacale Pietro Zannoni, accusato da Antonio Di Pietro di avergli (a suo dire) comunicato la cerimonia di una premiazione alla carriera da parte dell’Accademia delle Scienze e delle Arti del Kosovo, premiazione rivelatasi poi un falso,dal momento che nessun premio del genere sarebbe esistito in tal senso e in tal contesto.

Anzi,stando alle accuse di Di Pietro, quella specifica sezione del premio nella sua fattispecie e cosi’ come era stato presentato nella lettera di convocazione a Pristina non sarebbe esistito proprio. Stando ai fatti e a quanto riferito da ambienti di segreteria, in un primo momento nessuno e’ riuscito a capacitarsi di quanto stava avvenendo e perche’. Perche’ far giungere la notifica di una convocazione presso l’Accademia del Kosovo all’ufficio di Bruxelles di Antonio Di Pietro presso la sede del Parlamento europeo senza motivo e senza che fosse vero niente? In un primo momento Di Pietro dichiaro’ e sostenne con spirito di accusa che la suddetta notifica sarebbe stata inoltrata al suo ufficio di Bruxelles da Pietro Zannoni, mentre Zannoni ha sempre risposto sostenendo l’esatto contrario e che di tutta l’iniziativa lui ne aveva appreso soltanto dopo che a Bruxelles era gia’ avvenuta la comunicazione.

Proprio l’assurdita’ e l’insussistenza di qualsiasi anche basso movente con il passare del tempo ha portato allo “scagionamento” di Pietro Zannoni dalla vicenda e una riammissione in piena regola alle liste elettorali. “Ho finito di subire una ingiusta inquisizione per un fatto che non ho commesso io . Tra l’altro, non ho ben capito di cosa si sia trattato e perche’ sia stato allontanato dall’ “Italia dei Valori”.

Ritengo tutt’oggi quello di Antonio Di Pietro un comportamento scorretto visto che solo ora si e’ degnato di accorgersi che si e’ trovato davanti ad uno scambio di persona riguardo i fatti di Pristina che mi attribuisce e di cui mi dichiaro ancora una volta estraneo. ”  “C’e’ stato uno scambio di persona rispetto ai fatti di Pristina – afferma il leader de L’ “Italia dei Valori ” – Mi dispiace per Zannoni, ma la mia deontologia e’ tale per cui una qualsiasi questione morale non puo’ dirsi risolta fino all’acquisizione di una prova contraria. Riconosco che i fatti per i quali ho inteso sospendere dall’incarico di consigliere provinciale a Chieti, non sono affatto riconducibili alla persona di Pietro Zannoni”.

 

19/10/2005





        
  



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