Qual è il futuro dello zuccherificio Sadam, e più genericamente di tutta la produzione bieticola nazionale? La situazione è drammatica, secondo quanto emerso ieri sera a Fermo alla Sala dei ritratti nell’assemblea pubblica convocata dal sindaco Saturnino Di Ruscio di fronte all’emergenza emersa nelle ultime settimane. A guardare con preoccupazione al futuro di uno stabilimento sindaco del fermano e delle Marche, c’erano sul palco l’assessore regionale all’agricoltura Paolo Petrini, il vicepresidente della provincia di Ascoli Piceno Emidio Mandozzi, il segretario nazionale Fai (federazione agricola alimentare ambientale) Cisl Sergio Retini, ed una platea ricca di esponenti politici ed aziendali, dal consigliere regionale Remigio Ceroni al presidente provinciale Massimo Rossi.

 

Chiede aiuto, la Sadam, richiama l’attenzione della politica, delle istituzioni, di chiunque possa muoversi per evitare una chiusura dai risvolti drammatici. Ma il cuore della questione è a Bruxelles, dove si approverà a breve una riforma internazionale che riducendo di quasi il 40% il prezzo dello zucchero porterà la produzione bieticola italiana, ma in generale tutta quella del sud Europa, su condizioni in cui la competizione si farebbe insostenibile. Il primo richiamo d’aiuto viene da Gabriele Monaldi, componente Rsu dello stabilimento, che pur ammettendo la necessità della riforma, ne denuncia i termini troppo penalizzanti, che porterebbe solo dieci stabilimenti in Italia a restare in produzione, di cui uno soltanto al centro.

 

La relazione più ampia è lasciata al segretario sindacale nazionale Sergio Retini. “In questi giorni gli incontri con il governo nazionale sono continui, e dobbiamo registrare alcune aperture. Ci era stato proposto un piano nazionale, che però abbiamo contestato in quattro punti: l’eccessiva penalizzazione del centrosud, la decretazione di un numero di stabilimenti da mantenere in produzione prima ancora di definire i bacini bieticoli, l’assenza di riconversioni e la mancanza di interventi sociali, che prevedono indennizzi solo per i lavoratori fissi, quando invece tra stagionali, autotrasportatori ed altri dipendenti saranno molti di più i lavoratori investiti da un’eventuale chiusura” .

 

Cerca di incitare ad un atteggiamento battagliero il vicepresidente provinciale Mandozzi, che dice di aver visto da parte dei responsabili Sadam una “...dichiarazione di resa, quando invece serve lottare perché non si arrivi ad una chiusura.” Un po’ seccata la risposta di Di Ruscio, che replica: “La Sadam non ha bisogno di me come avvocato difensore, ma nessuno ha firmato una resa, semplicemente si è preso atto della realtà dei fatti, che non permettono di sperare che la situazione abbia una risoluzione serena.”

 

In attesa che a livello nazionale e continentale arrivino novità, prosegue intanto in queste settimane il raccolto di zucchero. Con una produzione nazionale che quest’anno, beffardamente, si avvia ad un risultato record, da 18 milioni di tonnellate. Inutile dirlo, è un primato amaro.