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Il progetto “Soli mai”

Ascoli Piceno | Da questa nuova forma di intervento si svilupperà un protocollo operativo

di Federico Biondi


L’amministrazione provinciale di Ascoli Piceno e l’Asur da anni sono impegnati nel progetto di animazione nei reparti di pediatria e nel progetto di mediazione culturale a favore degli immigrati nei reparti di ostetricia e ginecologia degli ospedali di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e di Fermo.

Da indagini compiute e dai dati a disposizione del servizio sanitario provinciale, si evince che in questi ultimi anni l’immigrazione ha cambiato volto, finito l’esodo delle genti del nord africa, oggi giungono in Italia e nel territorio Piceno genti provenienti per lo più dall’India, dal Pakistan e dalla Cina.

Questo diverso tipo di immigrazione ha posto delle difficoltà comunicative tra gli operatori del servizio sanitario e il paziente, lo scoglio più grande da superare è la lingua ma a rendere tutto più difficile è il superamento di piani culturali estremamente diversi tra loro. Queste difficoltà nascono da una religione diversa (la religione orientale), da un’alimentazione diversa e da una serie di comportamenti differenti sia dell’uomo che della donna in riferimento ad un operatore sanitario.
 
L’amministrazione provinciale e le Asur presenti sul territorio hanno organizzato un incontro con la stampa per illustrare il progetto “Soli mai”, per far emergere il lavoro svolto e le difficoltà affrontate in questi anni. Animazione per i bambini nei reparti di pediatria e mediazione culturale a favore degli immigrati nei reparti di ostetricia e ginecologia sono due progetti compenetranti, che hanno lo scopo di una maggiore integrazione tra le culture ma anche di facilitare e rendere più efficiente il servizio sanitario.
 
Ai genitori del nascituro vengono date indicazioni scritte su come gestire il neonato nei suoi primissimi giorni di vita, come evidenzia il primario del dipartimento di maternità dell’ospedale “Mazzoni” il dottor Antonio Carlucci, e aggiunge di come sia stato arduo redigere questi documenti in lingue come il cinese e l’indiano. Questo è solo un esempio del lavoro che svolge il servizio ospedaliero agli immigrati “Cittadini” che sono ricoverati in una struttura sanitaria.
 
Da questo nuova forma di intervento si sta sviluppando un protocollo operativo che ha l’obiettivo di risolvere problematiche tra gli immigrati e il servizio sanitario nazionale. Come ricorda l’assessore provinciale Licia Canigola, la Provincia di Ascoli Piceno e le Asur competenti finanziando tali progetti sono all’avanguardia in Italia, i due enti già dal 2001 hanno collaborato per predisporre corsi formativi per animatori e mediatori culturali che oggi operano all’interno degli ospedali.
 
Il dottor Piero Tacchetti dell’ospedale di Fermo si sofferma sull’importanza dei risultati che questi progetti hanno già prodotto, mentre il presidente Marco Canigola dell’Associazione “I Draghi Locopei”, associazione che realizza all’ospedale il servizio di animazioni per i bambini e la mediazione culturali con gli immigrati, ricorda come queste azioni stiano costruendo il nostro presente e il nostro futuro.
 
L’ambiente ospedaliero produce nei bambini angosce e paure, quindi si cerca di non rompere quel filo quotidiano fatto di gioco e di studio, che se rimosso può generare traumi infantili. L’animazione negli ospedali è il frutto di questa riflessione e può essere estesa ad un progetto più vasto che miri ad una integrazione tra le culture.
 
Tasselli aggiuntivi di progetti che evolvono e che inglobino anche il mondo degli adulti, per favorire quel passaggio osmotico tra le culture e per comprendere e meglio gestire i comportamenti. L’amministrazione provinciale ha già disposto nel recente passato progetti interculturali e guarda sempre ad una maggiore integrazioni favorendo i processi di accoglienza nelle scuole, metodo che prevede la “restituzione” allo studente della propria cultura onde evitare processi di spersonalizzazione sociale.
 
Dello stesso avviso è anche il Presidente della Provincia di Ascoli Piceno il professor Massimo Rossi, il quale aggiunge che è importante offrire le stesse opportunità a coloro che condividono con noi lo stesso banco di lavoro, di scuola o lo stesso pianerottolo, un investimento per il futuro che mira ad una integrazione che vuole avvicinare persone diverse con curiosità.

03/10/2005





        
  



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