No della Confcommercio ad una politica economica del territorio senza programmazione
| ANCONA - Aperto il caso IKEA."Un posto di lavoro precario nella grande distribuzione corrispondono tre posti di lavoro fissi persi nella piccola e media impresa commerciale e artigiana."
La Confcommercio stigmatizza la politica ipocrita e deviante del Vice Presidente dell’Amministrazione Provinciale Giancarlo Sagramola e del Consigliere Gatto che, con il metodo della pubblicità su camion, stanno cercando di convincere le popolazioni di Osimo e dell’hinterland anconetano che “la Provincia, solo con l’IKEA, realizza infrastrutture e crea oltre 500 posti di lavoro”, sottacendo una verità che certamente Sagramola e Gatto conoscono, verità sancita dalla scienza statistica secondo la quale, a un posto di lavoro precario nella grande distribuzione corrispondono tre posti di lavoro fissi persi nella piccola e media impresa commerciale e artigiana.
Sagramola e Gatto dovrebbero avere invece il coraggio di affermare che i posti di lavoro non si creano con un colpo di bacchetta magica. I posti di lavoro si creano attraverso una seria programmazione, con un’analisi accurata delle necessità del territorio amministrato, con scelte serie e coerenti.
La posizione assunta dall’amministrazione provinciale sta solo a dimostrare – semmai ve ne fosse stato bisogno – che una scienza difficile e delicata come l’economia del territorio, è finita in mano a meri dilettanti della politica o, se vogliamo, ad amministratori in scadenza di mandato, ai quali sembra consentito stravolgere il Piano di Coordinamento Territoriale approvato un anno e mezzo fa, proprio dall’Amministrazione Provinciale.
Ci chiediamo con viva preoccupazione che cosa può essere intervenuto da allora ad oggi per mettere mano sul Piano e stravolgerlo, e quali saranno le conseguenze per le piccole e medie imprese che, proprio sulla scorta di quel documento, hanno fatto importanti investimenti per lo sviluppo ed il potenziamento delle loro aziende e dell’occupazione in genere. Da chi saranno risarcite per il danno subito?
E il quadro non è completo se non citiamo il caso di quei cittadini che hanno investito i loro risparmi in abitazioni nell’area urbana di Osimo Stazione basandosi su principi di vivibilità e di qualità della vita. Ci chiediamo ancora: da chi saranno risarciti quei cittadini?
E’ evidente che in quest’anno e mezzo dalla sua approvazione qualcosa di eccezionale che ha portato la Provincia a sconfessare se stessa, dev’essere accaduto. Vorremmo proprio conoscere a questo proposito quali dati obiettivi e di programmazione possono aver convinto l’Amministrazione Provinciale a rivedere i contenuti del documento approvato prevedendo l’inserimento di due megacomplessi commerciali (l’Ikea e Monte Camillone a Castelfidardo) su una superficie complessiva di oltre cinquantamila metri quadrati.
Ci siamo anche chiesti in base a quali studi, a quali analisi, la Provincia di Ancona sia giunta a queste conclusioni. Riteniamo nostro sacrosanto diritto chiedere formalmente che le decisioni assunte senza alcun coinvolgimento delle categorie interessate – quelle, ricordiamo che hanno stravolto il Piano di coordinamento territoriale – siano rese pubbliche anche per sventare da noi ogni sospetto che esse siano state prese in base all’importanza di chi chiede.
Vorremmo ancora sapere perché solo la Provincia di Ancona si mostra così generosa, consentendo il depauperamento delle ricchezze del territorio ad essa affidato infischiandosene delle conseguenze che portano alla distruzione del Made in Italy, ed in particolare del Made in Marche.
Confcommercio dice basta al sorgere come funghi di orribili parallelepipedi nel nostro territorio, noi vogliamo percorrere il sentiero del bello urbanistico con una battaglia di civiltà e di consapevolezza nello stesso momento in cui alcuni politici senza rispetto parlano di recupero del territorio, di potenziamento e di sviluppo per poi ucciderlo con queste scelte inopportune e incomprensibili.
La Confcommercio, in questo delicato momento, si schiera a fianco di chi lotta perché le regole scritte vengano rispettate, perché gli abusi vengano stroncati sul nascere. Perché il bello urbanistico vinca sul brutto, perché il territorio sia salvaguardato, perché il confronto democratico con le Associazioni di Categoria sia rispettato.
Sagramola e Gatto dovrebbero avere invece il coraggio di affermare che i posti di lavoro non si creano con un colpo di bacchetta magica. I posti di lavoro si creano attraverso una seria programmazione, con un’analisi accurata delle necessità del territorio amministrato, con scelte serie e coerenti.
La posizione assunta dall’amministrazione provinciale sta solo a dimostrare – semmai ve ne fosse stato bisogno – che una scienza difficile e delicata come l’economia del territorio, è finita in mano a meri dilettanti della politica o, se vogliamo, ad amministratori in scadenza di mandato, ai quali sembra consentito stravolgere il Piano di Coordinamento Territoriale approvato un anno e mezzo fa, proprio dall’Amministrazione Provinciale.
Ci chiediamo con viva preoccupazione che cosa può essere intervenuto da allora ad oggi per mettere mano sul Piano e stravolgerlo, e quali saranno le conseguenze per le piccole e medie imprese che, proprio sulla scorta di quel documento, hanno fatto importanti investimenti per lo sviluppo ed il potenziamento delle loro aziende e dell’occupazione in genere. Da chi saranno risarcite per il danno subito?
E il quadro non è completo se non citiamo il caso di quei cittadini che hanno investito i loro risparmi in abitazioni nell’area urbana di Osimo Stazione basandosi su principi di vivibilità e di qualità della vita. Ci chiediamo ancora: da chi saranno risarciti quei cittadini?
E’ evidente che in quest’anno e mezzo dalla sua approvazione qualcosa di eccezionale che ha portato la Provincia a sconfessare se stessa, dev’essere accaduto. Vorremmo proprio conoscere a questo proposito quali dati obiettivi e di programmazione possono aver convinto l’Amministrazione Provinciale a rivedere i contenuti del documento approvato prevedendo l’inserimento di due megacomplessi commerciali (l’Ikea e Monte Camillone a Castelfidardo) su una superficie complessiva di oltre cinquantamila metri quadrati.
Ci siamo anche chiesti in base a quali studi, a quali analisi, la Provincia di Ancona sia giunta a queste conclusioni. Riteniamo nostro sacrosanto diritto chiedere formalmente che le decisioni assunte senza alcun coinvolgimento delle categorie interessate – quelle, ricordiamo che hanno stravolto il Piano di coordinamento territoriale – siano rese pubbliche anche per sventare da noi ogni sospetto che esse siano state prese in base all’importanza di chi chiede.
Vorremmo ancora sapere perché solo la Provincia di Ancona si mostra così generosa, consentendo il depauperamento delle ricchezze del territorio ad essa affidato infischiandosene delle conseguenze che portano alla distruzione del Made in Italy, ed in particolare del Made in Marche.
Confcommercio dice basta al sorgere come funghi di orribili parallelepipedi nel nostro territorio, noi vogliamo percorrere il sentiero del bello urbanistico con una battaglia di civiltà e di consapevolezza nello stesso momento in cui alcuni politici senza rispetto parlano di recupero del territorio, di potenziamento e di sviluppo per poi ucciderlo con queste scelte inopportune e incomprensibili.
La Confcommercio, in questo delicato momento, si schiera a fianco di chi lotta perché le regole scritte vengano rispettate, perché gli abusi vengano stroncati sul nascere. Perché il bello urbanistico vinca sul brutto, perché il territorio sia salvaguardato, perché il confronto democratico con le Associazioni di Categoria sia rispettato.
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14/11/2005
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