E' stato reso pubblico da poche ore l'ecosistema urbano 2006, il rapporto annuale sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia, realizzato in collaborazione da Legambiente con il quotidiano di Confindustria "Il sole 24 ore".

Come ogni anno lo studio prende in considerazione 125 parametri distribuiti su ben 26 indicatori, dall'inquinamento atmosferico a quello dell'acqua, dal numero di piste ciclabili a quello delle aree a traffico limitato, dalla capacità di raccolta differenziata dei rifiuti all'intensità dei consumi energetici, dall'incidenza dell'abusivismo edilizio alla dotazione di mezzi verdi e alla fruibilità di verde urbano attrezzato.

Verosimilmente è uno studio che permette di valutare l'azione dell'amministrazione comunale in ordine ai problemi della qualità ambientale e della sicurezza dei cittadini, in un quadro più generale che mette in campo quel legame di appartenenza che fa di una città una comunità, e senza il quale si sbriciola la coesione sociale e perde senso lo stesso patto civile fra amministrati e amministratori.

Dai dati raccolti emerge in tutta la sua gravità lo scadimento della qualità della vita nella nostra città. Ascoli si piazza infatti al 78° posto fra i comuni italiani, perdendo in un colpo solo ben 53 posizioni rispetto allo scorso anno e denotando una sostanziale incapacità di risposta dell'amministrazione ai problemi suddetti (da questo punto di vista la situazione risulta addirittura drammatica, indietreggiando ulteriormente la nostra amministrazione al 96° posto della classifica generale).

I risultati dello studio risultano ancora più allarmanti se andiamo ad analizzare alcuni parametri specifici, come ad esempio il dato riguardante la disponibilità di verde pubblico attrezzato per ogni singolo abitante. Se a Parma ogni persona ha infatti a disposizione quasi 80 metri quadrati, ad Ascoli ne ha solo 3.

Un'ultima annotazione voglio rivolgerla a un fatto sintomatico che emerge dal rapporto. Se in linea generale la qualità della vita aumenta nelle città medio-piccole per diminuire in maniera sostanziale nelle metropoli, da noi è avvenuto esattamente il contrario. Abbiamo messo in cantiere la peggiore performance fra tutti i comuni italiani, con un sostanziale peggioramento della qualità di vita nella nostra città e una tendenza piuttosto sconsiderata a confrontarci col degrado del meridione, abbrutito dalle attività illecite e dalle speculazioni edilizie, piuttosto che con il virtuoso cammino di città ben amministrate e disposte al miglioramento.

Se i dati sono da sempre un ottimo strumento di valutazione e analisi, non mi resta che invitare gli ascolani a una riflessione attenta.

*Consigliere comunale PRC Ascoli P.