Come è sorta.
L’origine di questa tradizione è dovuta all’iniziativa del cappuccino fra Tommaso d’Ancona, che la adottò la prima volta nella festa dell’epifania del 1618. Si legge negli Annali dei cappuccini piceni: “Si diede incominciamento dentro il Sacro Tempio con una grande stella de lumi discendente dalla cupola sopra la S. Casa a vista del popolo giubilante, al suono armonioso dell’organi, delle musiche, delle sinfonie, che con dolcissima melodia facevano assembrare questa chiesa a un Paradiso” (L’Eco della S. Casa di Loreto, gennaio 1884; La vergine di Loreto, dicembre 1894, 89).

Quando è stata tolta.

La stella era a sei punte, con due figure intersecate, per cui appariva visibile dalla navata centrale e da due bracci del transetto.
È stata tolta dal suo sito per disposizione dell’arcivescovo Loris F. Capovilla nel 1972 e poi inviata – stranamente! – negli Stati Uniti ad alcuni devoti.

Attestazione di fra Giammaria Principi.
Attesta fra Giammaria Principi, cappuccino presente nel Santuario di Loreto fin dal 1934, che, prima della decorazione della cupola effettuata dal Maccari negli anni 1890-1907, funzionava un sistema di carrucole che consentivano la discesa della stella dall’alto della calotta. Quella specie di girasole luminoso, dopo la festosa cerimonia della notte del 9 dicembre, veniva ritirato in alto e restava sospeso nella cupola.

Dopo la decorazione ad opera del Maccari la stella fu fissata sopra la S. Casa e appariva, quindi, sempre visibile, anche se spenta.

L’Arcivescovo Gianni Danzi accenderà una nuova stella nella notte di Natale, ricordando e rinnovando l’antica tradizione.