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Caro presidente per le Marche un altro sviluppo è possibile

Ascoli Piceno | La lettera aperta del presidente di Lega Ambiente della Regione Marche a Spacca

di Luigino Quarchioni*



Caro Presidente Spacca,  anche questo passaggio d’anno si è consumato, un momento solitamente deputato a fare bilanci del passato e lanciare idee per il futuro. Da Presidente di Legambiente Marche non mi sottraggo, anche perché gli ultimi 12 mesi delle politiche ambientali regionali ne hanno offerte di luci e ombre!
 
Si è andati infatti dalla conquista dell’ottimo PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) -ottenuta soprattutto grazie all’impegno dell’Assessorato Regionale all’Ambiente- al preoccupante avanzamento del progetto Quadrilatero, passando per il vivace dibattito sulle potenzialità dell’eolico, le inaccettabili proposte di nuove megacentrali all’API di Falconara e a San Severino Marche (che vanificherebbero le opportunità ambientali, economiche e sociali del PEAR, che peraltro non le prevede), l’irrealistica, devastante e velleitaria ipotesi di arretramento dell’A14 nel fermano e nell’ascolano - giustamente e saggiamente contrastata dalla Provincia di Ascoli Piceno-, l’allarmante scoperta del traffico di rifiuti speciali e il fronte aperto sulla localizzazione di impianti e discariche…ma solo per citarne alcuni.
 
Da fare insomma non ci manca anche per il 2006. Le emergenze e i nodi da sciogliere sono diversi, ma in questa lettera vorremo richiamare la Sua attenzione soprattutto sul PEAR e sulla Quadrilatero, due questioni che ci stanno particolarmente a cuore.
 
Il Piano Energetico infatti, uno tra i più avanzati d’Italia negli assi portanti del risparmio energetico, delle rinnovabili e della microgenerazione diffusa sul territorio, pur rappresentando una straordinaria opportunità, sconta ancora una posizione della Regione troppo “timida” e ancora “poco convinta” (ne sono riprova le dichiarazioni dell’Assessore Regionale all’industria, energia e fonti rinnovabili), che di certo non aiutano la sua applicazione. Per fortuna invece, il territorio ha recepito in modo straordinario il contenuto e le opportunità del Piano, come dimostra il proliferare di tantissime iniziative, progetti, proposte provenienti non solo dall’ambientalismo, ma soprattutto da Comuni,Province,Comunità Montane, Associazioni di categoria, Agenzie, E.S.Co e privati cittadini.
 
Ne è segnale l’ottima risposta degli Enti locali ai bandi regionali e nazionali per la realizzazione d’impianti di cogenerazione, biomasse e fotovoltaico (per gli incentivi del conto energia ad esempio, solo nel primo trimestre fino al 30 settembre 2005 sono state ammesse 160 domande dalle Marche per un totale di 3.262 kW) a ulteriore dimostrazione di quanto le comunità locali siano pronte a questi cambiamenti ed investimenti per vivere con meno inquinamento, più posti di lavoro ed allontanando sempre più la nostra dipendenza dal petrolio.
 
A questo proposito, un esempio del valore d’uso che il PEAR può avere per le Marche è la possibilità di riconversione produttiva dello zuccherificio SADAM di Campiglione di Fermo, altrimenti costretto alla chiusura: per lo stabilimento, infatti, le ipotesi più realistiche nel dibattito in corso sono la filiera agroenergetica con produzione di biocombustibile e l’attivazione d’un impianto di produzione di energia alimentato a biomasse, purché dimensionato alle capacità territoriali con produzioni agricole locali. Alla Regione chiediamo dunque, di sostenere, potenziare e accompagnare con più determinazione il Piano Energetico Ambientale Regionale.
 
Continueremo inoltre a batterci contro questa idea della Quadrilatero, figlia della Legge Obiettivo, soprattutto sul piano dei contenuti sul quale gravano ancora pesanti segnali di debolezza che ci vedono molto, ma molto preoccupati.
 
Per fortuna, d’altro lato, cogliamo anche una forte spinta trasversale di Enti (Provincia di Ancona e Macerata su tutti), partiti, Associazioni, comitati e tanti cittadini che hanno già espresso molto decisamente la propria contrarietà alla Quadrilatero.
 
Presidente Spacca, la domanda che dobbiamo porci è: il Quadrilatero con strade e capannoni, ci servirà davvero a vivere meglio e a far recuperare competitività ai nostri prodotti nei mercati globalizzati? Per Legambiente senza dubbio, NO. E’ evidente a chiunque non sia mosso da strumentalità ideologica, che la nostra regione ha accumulato negli anni un preoccupante e dannoso deficit infrastrutturale, ferroviario in primis (basti pensare al mancato completamento del raddoppio della Orte-Falconara), ma anche stradale (alcune strade vanno completate ed altre troppo pericolose necessitano di interventi urgenti di messa in sicurezza, tipo la 77 Muccia-Colfiorito).
 
E’ altrettanto evidente che gli interventi infrastrutturali non possono che essere realizzati con risorse pubbliche certe, e non, come prevede la Quadrilatero, con improbabili operazioni di “ingegneria finanziaria” dove l’unica cosa certa è, ancora una volta, la cementificazione del territorio per realizzare nuove aree industriali ed artigianali.
 
Alcune infrastrutture saranno pure necessarie, ma i milioni di metri cubi di nuovi capannoni, così come previsti, avranno un impatto pesantissimo, compromettendo definitivamente la “capacità di futuro” di territori e paesaggi, peraltro senza rispondere ai bisogni prioritari della comunità marchigiana, tanto più se consideriamo che oggi sono già molte le aree industriali e i capannoni non utilizzati, soprattutto nelle aree interne interessate dal Quadrilatero.
 
Dobbiamo renderci definitivamente conto che con la globalizzazione dei mercati e con la cosiddetta “smaterializzazione dell’economia” in atto è molto verosimile che saremo sempre più chiamati a produrre meno beni e più servizi con un crescente contenuto di qualità. Ed è proprio qui, dopo il forte impatto ambientale, uno dei maggiori limiti della Quadrilatero: nel voler calare strade e capannoni prima e a priori, invece che dopo e in reale funzione delle esigenze dell’economia e dei cittadini.
 
Per noi di Legambiente, il modello di sviluppo, o meglio di progresso possibile per le Marche non può che essere incentrato su alcune parole d’ordine fortemente connesse tra loro e da lei condivise: Ambiente, Territorio, Qualità, Competitività e Coesione sociale. Per questo, per la sfida al futuro, le Marche hanno bisogno invece di più mobilità sostenibile (più investimenti su treni e metropolitane di superficie, più servizi di trasporto pubblico……) e molte infrastrutture ‘dolci’, come quelle telematiche, dei presidi sanitari e scolastici, dei servizi di cura e manutenzione del territorio, dei servizi alle imprese, dei centri di ricerca e innovazione, delle reti dell’ospitalità per la valorizzazione anche turistica dei nostri paesaggi, ambienti, beni culturali, saperi, produzioni agricole tipiche, parchi, artigianato e manifatture di qualità…
 
Tutto ciò vale ancor più per i territori della “Piccola Grande Italia” dell’entroterra marchigiano, dove servizi ai cittadini e alle imprese e nuove opportunità economiche sono fattori sempre più determinanti per convincere chi vi abita a rimanere ed il turista a visitarli.
 
Presidente Spacca, consapevoli del momento delicato e difficile che stiamo attraversando, ci appelliamo a Lei e all’Istituzione che presiede, perché non aderisca a questa Quadrilatero, ma avvii invece una decisa e chiara rinegoziazione dei suoi contenuti. Un nuovo progetto strategico, che siamo certi sta a cuore anche a Lei, che rimetta al centro le comunità locali, per non perdere né i finanziamenti -ammesso che ce ne siano- né l’opportunità di infrastrutturare la regione con lo scenario sopra descritto, aprendo sin da subito un confronto vero sulla “capacità di futuro delle Marche” con tutti i protagonisti “vivi”della comunità marchigiana, e non, come si è verificato spesso, solo con alcune sue parti, seppur importanti.
 
Le chiediamo inoltre di non attardarsi oltre, anche perché non abbiamo tempo da perdere, in vecchi schemi già visti e sperimentati (come Quadrilatero, nuovi porti, grandi villaggi turistici, cementocemento…..) che nella maggior parte dei casi hanno generato solo debolezze e di puntare invece con decisione su un nuovo modello di progresso, dove gli assi portanti siano Ambiente, Coesione Sociale ed economia, soprattutto “soft”(viste anche le esperienze di importanti aziende marchigiane citate nel libro“Soft Economy” di Realacci e Cianciullo), per rendere la regione più competitiva negli scenari internazionali, più efficiente e moderna e soprattutto più bella e desiderabile per i marchigiani.

*Presidente Legambiente Marche Onlus

20/01/2006





        
  



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