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Immigrati e lavoro agricolo, riunione in Regione con sindacati e datori di lavoro del settore

| ANCONA - “Paradossi burocratici”: l’iter per il rilascio dei permessi di soggiorno rende difficili le assunzioni a termine di immigrati nelle aziende agricole.


L’agricoltura e l’agroalimentare, compresa la trasformazione dei prodotti agricoli, sono settori produttivi che occupano oltre il 50 per cento di lavoratori immigrati. Ma una difficile situazione sta attraversando questo comparto per problemi legati alla macchinosità delle procedure burocratiche previste dalla legge nazionale sui flussi di immigrazione, la cosiddetta Bossi-Fini.
Un tema affrontato questa mattina in Regione nel corso di una riunione alla quale erano presenti gli assessori regionali al lavoro, Ugo Ascoli e all’agricoltura, Paolo Petrini e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali di categoria.

“Il lavoro c’è, ma non possiamo darlo”- affermano le organizzazioni datoriali - “Le quote per gli ingressi di lavoratori immigrati per il 2005 vengono rese note dal Ministero del Lavoro a febbraio-marzo, le procedure per concedere il permesso di soggiorno ai lavoratori immigrati sono lunghe e lo sportello unico delle Prefetture non ha portato alla sperata abbreviazione dei tempi burocratici. E così le aziende non sanno come fare per assumere lavoratori, non possono pianificare il lavoro che per noi inizia a gennaio, dovendo inoltre presentare i nuovi contratti completi di ogni adempimento.

Una situazione insostenibile che mette in seri guai le aziende agricole. “ E’ quanto hanno sostenuto i rappresentanti delle organizzazioni datoriali e un disappunto condiviso anche dai sindacati dei lavoratori che hanno messo in evidenza un altro aspetto: le aziende hanno effettuato la cessazione dei rapporti di lavoro a termine il 31 dicembre scorso con conseguente rinnovo del contratto nei primi giorni di gennaio, ma attualmente questa prassi è di fatto annullata dalla comunicazione tardiva delle quote per l’anno in corso a cui si aggiunge la certificazione sull’idoneità dell’alloggio dei lavoratori immigrati con ulteriore aggravio di tempi.

“E’ una situazione al limite del paradosso che non giova a nessuno- ha commentato l’assessore regionale, Ugo Ascoli. “ “Anzi, una burocrazia ingessata che danneggia tutti: l’azienda che non può produrre a regime, il lavoratore che non percepisce salario e non può permettersi di conseguenza un alloggio dignitoso e conseguentemente si provoca un danno anche per il fisco e agli enti previdenziali. Un circolo vizioso che va assolutamente rimosso.“
I due assessori regionali hanno quindi assicurato l’impegno della Regione anche per sensibilizzare le istituzioni interessate su questo problema che rischia di paralizzare settori di produzione fondamentali come quello agricolo, ma anche il vitivinicolo, di trasformazione dei prodotti agricoli, agroalimentare, florovivaistico che nelle Marche contano aziende leader a livello nazionale e internazionale.

La Regione Marche, inviterà quanto prima ad un incontro le Prefetture, l’Associazione dei Comuni (ANCI) e l’Unione delle Province (UPI) per approfondire i motivi delle difficoltà e cercare insieme soluzioni fattibili per snellire le pratiche burocratiche dei permessi di soggiorno ed agevolare le assunzioni.

26/01/2006





        
  



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