La questione dei canoni demaniali torna ad essere in primo piano, ma ancora una volta per la scarsa chiarezza. Sono ormai passati due anni dalla scelta del Governo di aumentare del 300% l’entità dei canoni, che ha visto la categoria degli operatori balneari in lotta contro quello che viene definito un AUMENTONE che mette al tappeto tanti operatori turistici.

Da allora, si sono susseguite proroghe su proroghe senza poter arrivare ad un accordo che non metta a repentaglio tante piccole aziende, che non possono programmare né tariffe né investimenti.

L’ultima azione governativa contro i concessionari di spiaggia si è materializzata con la mancata approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di una disposizione di proroga all’entrata in vigore dell’aumento del 300%. Una decisione che crea sconcerto proprio perché così il Governo sta creando, di fatto, una replica di una situazione analoga rispetto all’anno scorso, quando alcuni Comuni richiesero ai concessionari di spiaggia gli ordini di introito con l’aumento previsto dalla legge Finanziaria del 2004, nonostante si fosse in attesa di un provvedimento di proroga (giunto poi con grave ritardo).

Senza un’ulteriore proroga, oppure senza un provvedimento che modifichi il testo legislativo, in vista della prossima stagione estiva , i Comuni potrebbero ugualmente richiedere l’AUMENTONE, addirittura esigendo due anni di arretrati.

Di questo paradossale stato di cose si è fatta carico la Confesercenti nazionale che ha chiesto l’adozione di un emendamento al decreto collegato alla Finanziaria di quest’anno, che proroghi la data di entrata in vigore del termine per la determinazione degli aumenti.

In sostanza la categoria degli operatori di spiaggia chiede con forza un’ulteriore proroga che garantisca intanto una tranquilla stagione estiva, per poter poi trattare con il nuovo Governo in modo giusto e programmato.

La Fiba Confesercenti torna pertanto a chiedere con maggior forza un nuovo percorso che possa essere condiviso con il Governo centrale e quelli Regionali.

Per questo, il sindacato dei balneari della Confesercenti chiede un impegno formale ai parlamentari marchigiani (quelli ancora in carica, ma anche quelli candidati alle prossime elezioni nazionali) per una moratoria fino a settembre, per poi dirimere definitivamente e con equità tutte le questioni connesse all’uso del demanio marittimo.