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I progressi nella ricerca tessile

| Negli ultimi anni sono aumentati gli investimenti nella ricerca di materiali sempre più sofisticati, in particolare nelle biotecnologie e nanotecnologie applicate al settore tessile.

di Francesca Romana Rinaldi

 
I «vestiti intelligenti» oggi cambiano colore, generano musica e suoni piacevoli, emettono profumi, forniscono calore, sono in grado di autopulirsi o di monitorare lo stato di salute attraverso il controllo del battito cardiaco e di altri parametri fisiologici, o ancora di aiutare chi ha difficoltà cognitive a riconoscere i volti di amici e familiari. Sembra fantascienza ma non lo è!
Lo fanno grazie a computer piccoli e flessibili che vengono inseriti nei tessuti, a nanocapsule, sensori, elettrodi, microchip.

Ad esempio la Textronics di Wilmington, North Carolina, è un’azienda specializzata in questo settore e crea vestiti di un materiale elastico, il textro-yarn, conduttore di elettricità: abiti che scaldano, schermano onde elettromagnetiche, ricaricano altri strumenti elettronici (secondo l’Economist esiste già un prototipo di giacca che ricarica telefoni cellulari).

Che il settore sia in piena espansione lo dimostrano anche i risultati della ricerca di Alex Pentland, del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston. Pentland da dieci anni si occupa di «wearable computer», computer indossabili, ed ha appena inaugurato una partnership con lo stilista Jean-Paul Gaultier: disegneranno una linea di vestiti stile cyborg, basati sui tessuti intelligenti che aiutino nella vita di ogni giorno.

Altro esempio: lo Smart second skin, un mix di nanotecnologia e chimica ideato dall'inglese Jenny Tillotson. Nell'abito una serie di sensori biologici captano i segnali fisiologici del corpo legati allo stress e le nanocapsule, inserite nella trama del tessuto come una rete di capillari, trasmettono ai centri cerebrali dell'odorato la sensazione di determinati aromi.
Gli spagnoli della Avantex hanno messo a punto un poncho fatto da un tessuto a base di alluminio, resistente alle altissime temperature.

Inoltre ha preso il via a Lucerna, in Svizzera, il progetto 'ProeTex' dedicato allo sviluppo di indumenti per il personale che lavora in situazioni di emergenza o di calamità. Gli abiti saranno in grado di monitorare lo stato di salute attraverso la registrazione dei parametri fisiologici. Coordinatrice e' Annalisa Bonfiglio, docente all'Università di Cagliari.

Ma la ricerca tessile non è solo all’estero.
Alla settimana dell'innovazione di moda e tecnologia di Firenze, nelle scorse settimane, i ricercatori dell'Istituto per lo studio delle macromolecole del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Biella hanno presentato un nuovo sistema per proteggere i tessuti preziosi (cachemire o lana d'angora) dal logorio provocato dall'uso. La tecnica si chiama “trattamento reattivo con plasma freddo a radiofrequenza” e consente innanzitutto di ridurre la formazione dei pallini che compaiono sui maglioni dopo qualche lavaggio. Il tessuto è inserito in un apparecchio in cui viene creato il vuoto.
A Napoli i ricercatori dell'Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr hanno realizzato un tessuto naturale in grado di assorbire gli odori sgradevoli. Sempre all'Ictp gli esperti hanno creato filati contenenti, secondo le necessità, sostanze antibatteriche, vitamine, repellenti contro le zanzare.

07/02/2006





        
  



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