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Al Calabresi il quinto episodio di "Heimat 3"

San Benedetto del Tronto | Prosegue la proiezione di tutto Heimat, l'opera cinematografica più straordinaria degli ultimi trent'anni, con la collaborazione congiunta dei cineforum "Buster Keaton" e "Blow Up"

Prosegue la programmazione di Heimat 3 a San Benedetto del Tronto presso il Cinema Calabresi.

Giovedì 16 marzo verrà proiettato il QUINTO episodio.

L'iniziativa, come tutti ormai sapranno, è il frutto della collaborazione tra il Cineforum Buster Keaton di San Benedetto e il Cineforum Blow Up di Grottammare.

In HEIMAT 3, ultimo capitolo del meraviglioso romanzo-film regalatoci dal regista Edgar Reitz, Hermann e Clarissa, due dei principali protagonisti di Die Zweite Heimat, si rincontrano a Berlino dopo 17 anni, la storica sera del 9 novembre 1989, durante i festeggiamenti per l’abbattimento del Muro. Hermann è diventato un affermato direttore d’orchestra, Clarissa una cantante lirica. I due si sono amati intensamente in passato e ora scoprono di poter ricominciare insieme. Clarissa gli dice di aver trovato una casa del tutto particolare che potrebbero ristrutturare insieme. Sarà una scoperta per Hermann: si trova su un’altura sul Reno dinanzi alla Rupe di Lorelei, nell’Hunsrück, a pochissima distanza da Schabbach, il luogo in cui Hermann è nato. Heimat 3 segna, nel percorso di ricerca di Reitz, il tempo del ritorno, il ritorno alla terra delle origini dopo aver sperimentato la dimensione della libera scelta in Die Zweite Heimat. Il film finisce là dove si era partiti con il primo Heimat, cioè nella regione dell’Hunsrück, la terra-madre della famiglia del protagonista, Hermann, che torna sì, ma profondamente arricchito dall’esperienza sviluppata nel corso della sua vita vissuta lontano da quei luoghi. Un ritorno che non va letto come resa, ma come ennesimo nuovo inizio.
Anche a partire da una Germania finalmente riunificata.

Questa la trama dell'episodio "5" che verrà proiettato giovedì 30 marzo
presso il cinema Calabresi di San Benedetto del Tronto alle ore 21.30:

"HEIMAT 3"

5. Gli eredi - 1997 [107’]

1997. Mentre Clarissa è in ospedale per un tumore dal quale riuscirà però a riprendersi, Ernst Simon incontra il figlio di una sua inserviente slava, ex amante, Matko, che ha, come lui, la passione per il volo. Avendo Matko 14 anni, tanti quanti ne sono passati dal legame con la madre, l’uomo spera si tratti di suo figlio. Ernst sogna di aprire un museo a Schabbach per esporre la sua ricca collezione d’arte ma il progetto, portato avanti con Lulu, viene bocciato dalle autorità locali. Sconfortato, l’uomo si schianta con il suo aereo contro una montagna. La sua eredità diviene oggetto di contesa. Matko diviene pedina decisiva, concentrandosi su di lui molti timori in ordine a sue possibili rivendicazioni ereditarie. Ma il ragazzo, addolorato per la morte di Ernst, si suicida nello stesso luogo in cui l’aereo di Ernst si era schiantato.

HEIMAT 3: RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

1. Il popolo più felice della terra - 1989

Hermann Simon e Clarissa Lichtblau si rincontrano a Berlino dopo 17 anni, la storica sera del 9 novembre 1989, durante i festeggiamenti per l’abbattimento del Muro. Hermann è diventato un affermato direttore d’orchestra, Clarissa una cantante lirica. I due, cominciata una nuova relazione, decidono di andare a vivere insieme e di far ristrutturare, a tale scopo, una vecchia casa di montagna vicino a Schabbach, il paese che Hermann aveva abbandonato tanti anni prima in cerca di una seconda patria (heimat) che non si identificasse con la terra d’origine ma con l’età e l’esperienza dell’adulto. Ad aiutarli in questa nuova impresa alcuni artigiani edili dell’est, Udo, Gunnar, Tobi e Tillmann.

2. Campioni del mondo - 1990

1990. La casa di Hermann e Clarissa è stata ristrutturata in soli sette mesi e l’evento è festeggiato mentre la televisione rimanda le immagini dei campionati di calcio italiani che vedranno il trionfo tedesco. Ernst, il fratello di Hermann, cerca di convincere invano Tobi ad accompagnarlo nella disgregata Unione Sovietica per cercare opere d’arte in svendita; Gunnar, abbandonato dalla moglie, trova lavoro a Berlino smerciando pezzi di Muro alla Warner Bros; Udo va a Roma con la famiglia a vedere la finale Germania-Argentina.

3. Arrivano i Russi - 1992‑1993

1992. Mentre le basi americane dell’Hunsrück vengono progressivamente abbandonate, Ernst torna dalla Russia dopo due anni di imprigionamento conducendo a Schabbach un gruppo di profughi russi. Galina, una di questi, trova lavoro nella magione di Anton, il fratello maggiore di Hermann, potente industriale. Il figlio di Anton, Hartmut - che sta tentando di avviare una nuova attività, stanco di rimanere all’ombra del padre - se ne innamora. Intanto Lulu, la figlia di Hermann, è venuta a trovare il padre in compagnia di due giovani, Lutz e Roland. Una notte, dopo aver festeggiato la loro laurea, il taxi che conduce a casa i tre giovani ha un incidente frontale con la Porsche di Hartmut in cui Lutz, padre del bimbo che Lulu porta in grembo, perde la vita.

4. Stanno tutti bene - 1995

1995. La carriera porta Clarissa sempre più lontano da casa e da Hermann. Anton muore all’improvviso e Hartmut prende la guida dell’azienda preannunciando cambiamenti. Al funerale di Anton, Hermann incontra la sua ex moglie Schnüsschen, madre di Lulu, presente anch’ella con il figlio Lukas. Al ritorno dalle esequie Hermann ritrova Clarissa a casa: è disperata, ha interrotto la tournée, una grave malattia la minaccia.

RIASSUNTO DELLE SERIE PRECEDENTI:

"Heimat"
di Edgar Reitz (Germania, 1984)

Heimat è la patria. Non però nel senso di terra dei padri. Per questo, il tedesco ha Vaterland. In Heimat non c’è il succedersi delle generazioni, dai padri ai figli e ai figli dei figli. In essa è contenuto invece Heim, casa. Heimat è dunque la casa di un popolo intero, la casa nella quale si nasce si vive e si muore, la casa da cui si parte e a cui si torna. Grande saga familiare e, contemporaneamente, di tutto un villaggio (Schabbach), il film ripercorre la storia tedesca dal 1919 al 1982 e, come dice lo stesso Reitz, si propone come antidoto contro lo “shock tedesco della memoria”. Al centro è il personaggio di Maria (Marita Breuer), nata nel 1900, seguita dalla giovinezza fino alla morte. Si sposa dapprima con il figlio del fabbro del villaggio Paul Simon da cui ha due figli, Anton ed Ernst. Improvvisamente, senza motivi apparenti, Paul l’abbandona per andare in America. Il ragazzo più grande, Anton, entra nel 1934 nella Hitler jugend. Nel frattempo Maria si lega con l’ingegnere Otto Wohlleben, da cui ha un terzo figlio, Hermann. Allo scoppiare della guerra Anton ed Ernst sono richiamati, ma riescono a tornare sani e salvi. L’atmosfera cambia del tutto, naturalmente, dopo la fine del conflitto. Maria vive la progressiva affermazione dei figli: Anton diventa proprietario di una fabbrica, Ernst è un antiquario molto famoso ed Hermann, che ha coltivato la sua passione per la musica, ha grande successo come compositore. Heimat si chiude con la morte di Maria, che non ha mai potuto realizzare il sogno di lasciare il villaggio natale.

"Heimat 2"
di Edgar Reitz (Germania, 1992)

Die Zweite Heimat racconta dieci anni di storia tedesca (gli anni Sessanta) rivissuti attraverso le vicende di un gruppo di amici, la maggior parte dei quali desiderosi di diventare artisti. Il personaggio narrante è Hermann Simon, musicista, già presente (ma interpretato da un altro attore) nella parte finale del primo Heimat. Là si trattava della “prima patria”, quella in cui ognuno di noi è nato e dove desidera per tutta la vita ritornare; qui, nella grande e affascinante Monaco, si costituisce invece Die zweite Heimat (questo il titolo originale: letteralmente La seconda patria), «quel luogo - sono parole di Reitz - che scegliamo da adulti e nel quale decidiamo di fermarci: il lavoro, le amicizie e la famiglia che ci formiamo sono le caratteristiche di questa patria d’elezione». Una lunghissima immersione in questa straordinaria “cronaca di una giovinezza”. Edgar Reitz, dunque, non continua il suo Heimat, ma percorre un altro itinerario poetico, parallelo al primo che non è più costituito da un luogo ma da un gruppo di amici che scelgono e vogliono, che costruiscono insieme le loro vite. Ciascuno dei 13 film è dedicato a un personaggio diverso con una propria relativa autonomia espressiva, e si può vedere e trarne emozioni e piaceri a prescindere dagli altri. Contrariamente alla tecnica narrativa della soap opera e del serial, non è l'intrigo a far da traino. Sono i personaggi, i loro rapporti e conflitti a catturare, senza dimenticare che questa cronaca è la storia di personaggi che cambiano e crescono attraverso un decennio.

27/03/2006





        
  



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