Fermo ha un nuovo vescovo: le prime parole di Mons. Luigi Conti
Fermo | Il nuovo pastore della Diocesi ha inviato un messaggio a tutti i fedeli
di Pierpaolo Pierleoni
Era il nome più atteso. Negli ultimi giorni, con una certa insistenza si parlava di Mons. Luigi Conti come nuovo vescovo di Fermo. Dopo le diverse ipotesi, succedutesi negli ultimi mesi e puntualmente smentite, da quella di Mons. Petrocchi, Vescovo di Latina, a quella di Walter Amaducci, parroco cesenate, Conti, fino ad oggi alla guida della diocesi di Macerata-Treia-Recanati-Cingoli-Tolentino, era il più ‘gettonato’ dell’ultim’ora.
Già oggi il suo nome è stato indicato da quasi tutti i quotidiani locali come probabile, se non certo, successore di Franceschetti. Il battesimo con la terra fermana, per il religioso, è arrivata un paio di mesi fa, quando fu proprio lui a presenziare alla messa di suffragio per il vecchio vescovo ad un anno dalla sua scomparsa.
“Auspico che presto arrivi il nuovo apostolo – disse nell’occasione – e chiedo al Signore che esaudisca le vostre preghiere”. E proprio lui è stato chiamato ad esaudire quelle preghiere. Questo il testo integrale del messaggio inviato da Mons. Luigi Conti e letto stamattina da Mons. Armando Trasarti nel corso della conferenza stampa.
“Cari fratelli e sorelle della Chiesa fermana, grazie a voi e pace da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. Con queste parole dell’Apocalisse, proclamate nella Messa del Crisma, vengo a voi nell’obbedienza della fede che, in Gesù Cristo, insieme riviviamo durante questi giorni santi del suo mistero pasquale. Ho ammirato grandemente la Chiesa pellegrina in Fermo proprio per l’obbedienza alla fede integralmente vissuta, senza cedimenti, dopo la prematura perdita di Mons. Gennaro Franceschetti, nell’attesa di un nuovo pastore. Ho come toccato la vostra fede e vigilanza celebrando con voi, nel primo anniversario della sua morte, il 4 febbraio scorso. Abbraccio con affetto tutti voi: presbiteri, diaconi, religiosi, persone consacrate e fedeli laici. Con affetto paterno penso ai seminaristi. Con particolare intensità saluto Mons. Armando Trasarti e con senso di riconoscenza Mons. Cleto Bellucci, che in anni ormai remoti, mi ha iniziato al cammino verso il sacerdozio ministeriale e i Vescovi residenti e originari della diocesi.
“Domando a tutti un ricordo nella preghiera, ai contemplativi e alle monache di clausura le mani alzate verso il cielo, ai malati per i quali innanzitutto anch’io prego, l’offerta della loro sofferenza. La Firma Fides di questa antica e nobile Chiesa mi incoraggia a venire in mezzo a voi seppure in debolezza e con molto timore e trepidazione come l’Apostolo, per annunziarvi “La testimonianza del Dio non con sublimità di parola o di sapienza; non so altro infatti se non Gesù Cristo e questi crocifisso e risorto” (1 Cor 2 1-3).
“Il desiderio del Santo Padre Benedetto XVI, manifestato attraverso il ministero del Nunzio apostolico Mons. Paolo Romeo, è per me conferma che lo “Spirito del Signore che mi ha consacrato è sopra di me”. Vengo in nome e sotto l’azione dello stesso Spirito che mi ha accompagnato nel servizio episcopale alla diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia per la quale nutro memoria grata oggi e sempre.
“Accolgo con gioia l’eredità dei santi vescovi Alessandro e Filippo costruttori e testimoni, fino al martirio, della Chiesa fermana che tanto, nei secoli, ha contribuito alla vita civil, culturale e religiosa di un territorio che oggi torna a connotarsi civilmente come Provincia. Saluto pertanto anche le autorità civili e militari a cui mi unirà la passione per il bene comune della nostra gente insieme ai sindaci delle città dell’arcidiocesi.
“Alla beata Vergine Maria, Assunta in cielo, titolare della Chiesa Metropolitana, patrona della città e della diocesi affido la mia vita e il mio ministero tra voi”
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14/02/2006
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